#02

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Quando il giorno dopo il piccolo trovò Victor fu sorpreso… 
Era serio…  
Non ci credeva… 
Sorrise e si avvicinò salendo in macchina con lui.

"Hai fame?" Chiese il grande tranquillamente ed il piccolo lo guardò malizioso. 
"Di cosa?" Rispose facendo sospirare forte il grande. 
"Da mangiare, ti sei portato il cambio?" Chiese ancora un po'infastidito. 
Il piccolo annuì e lui gli disse di cambiarsi. 
"Dove?" Borbottò il piccolo guardandosi attorno e Victor questa volta rise.

"Stai tranquillo, sei un maschio, puoi cambiarti tranquillamente vicino a me" replicò ed il piccolo sbuffò. 
Si cambiò velocemente, il grande notò le sue mutande in pizzo e lo guardò confuso. 
"Davvero?" Chiese ridacchiando prendendolo in giro, pensò che l'altro rise ed invece si imbarazzó ed annuì e basta. 
Faceva davvero tenerezza, ed era di certo un bel contrasto. 
Quando si tolse la parrucca si sorprese, pensava fossero i suoi veri capelli.

Notò però che i veri fossero ancora più lucenti, arrivavano solo alla fine del collo. 
"Te li stai facendo crescere?" Chiese ancora curioso, quel ragazzo era un mistero per lui. 
"Si, è più facile se sono veri" replicò semplicemente e l'altro alzò un sopracciglio. 
"Te li curi molto, con la parrucca non sarebbe meglio? Così sarai meno riconosciuto." Disse ancora, quel ragazzo era davvero interessante ai suoi occhi. 
"Non voglio tagliarli e non voglio parlarne" rispose bruscamente.

Finì di vestirsi e Victor sorrise, ora sembrava quasi un ragazzo. 
"Non cambi poi molto" commentò parcheggiando vicino ad un fast food. 
Il piccolo lo guardò un po' infastidito, non gli piaceva essere considerato una donna. 
Lui era così e basta, gli piacevano i vestiti femminili come quelli maschili. 
Anche se non sopportava molto le gonne. 
Preferiva i pantaloni che davano l'effetto di esse.

Entrarono, Victor gli diede il menù. 
Il piccolo lo guardò ed anche se lo prese non ordinò se non dell'acqua… 
"Guarda che si mangia bene qua!" Lo rassicurò ed il piccolo lo osservò per poi ringraziare quando arrivò l'acqua. 
"Sai, per potermi fidare di te, dovresti un minimo parlare." Spiegò Victor incominciando a mangiare. 
"Non voglio spendere soldi… " Borbottò il piccolo ed il grande lo consolò dicendo che avrebbe pagato lui tutto. 
"Quindi… Non mi verrà tolto dalla somma che mi darai?" Chiese nervoso, sembrava una brava persona ma non voleva farlo arrabbiare. 
"Certo che no! Perché dovrei fare una carognata del genere?! Per chi mi hai preso?" Sbuffò infastidito ed il piccolo sorrise ora… 
E Victor la notò per la prima volta… La sua fossetta… 

"Va bene, allora mangio" disse contento e Victor richiamò il cameriere. 
Prese molta roba ed il grande ridacchiò quando ordinò anche il dolce da subito. 
"Il dolce lo può portare più tardi? Io voglio lo stesso ma al macha" disse alla cameriera che annuì e basta. 
Vide il piccolo mettere un leggero broncio e scoppiò a ridere.

"Lo volevi subito? Si scioglie se non la mangi subito" spiegò ed il piccolo fece no con la testa. 
"Sei sempre una sorpresa, ora sembri un vero maschio per come mangi, ti sei sporcato, non ti mangia nessuno eh" disse divertito ed il piccolo lo guardò.

"Come ti devo chiamare?" Chiese il piccolo e Victor ci pensò su. 
"Non penso tu voglia usare il tuo vero nome" continuò guardandolo curioso ora… 
"Devo inventarne uno allora…"  
"Hm mi dai soldi, mi nutri… Daddy?" Chiese malizioso il piccolo e Victor quasi si strozzò con l'acqua facendo ridere Haru.

"Assolutamente no! Non sono depravato io!" Rispose subito alzando leggermente la voce, si imbarazzó per alcune persone si girano. 
Il piccolo invece rise ancora più forte corricandosi quasi sul tavolo. 
Quel tizio era davvero strano! 
Lo guardò e sorrise nel vederlo arrossire leggermente.

"Va bene allora, ti chiamerò Vicchan " disse dolcemente ed il grande lo guardò confuso ora. 
" Vicchan è l'iniziale del tuo nome con il chan, è un soprannome carino e giapponese, dirò che ti fai chiamare così e basta." spiegò chiamandolo di nuovo.

Victor vorrebbe dire di no… Ma la sua voce risultava così dolce mentre lo diceva che non obbiettò. 
"Va bene… Haru" disse e questa volta lo richiamò. 
"L'hai capito?" Chiese il piccolo e lui annuì. 
"Non me lo vuoi dire?" Rispose il grande e Haru fece ancora no con la testa. 
"Non ancora" rispose ed il grande sospirò un po'desolato. 
Voleva sapere il vero nome, non voleva trovarlo su una ricerca.

"Sei un poliziotto, non lo sai già?" Chiese il piccolo ed il grande si chiese se non leggesse il pensiero. 
"Non ho ancora fatto una ricerca su di te." La notò ora la faccia diffidente del piccolo, non gli credeva? Perché faceva così? 
"Sei davvero un poliziotto?" Chiese invece e l'altro per tutta risposta gli fece vedere il distintivo. 
"Non voglio farla ancora, perché mi serve sapere di te da te. 
Poi la dovrò fare prima di dirti tutto.  
Per il momento voglio essere alla pari con te. 
È così che lavoro io." Spiegò rimettendo indietro il suo distintivo. 
Il piccolo lo guardò sorpreso… 
"Sun" sussurrò a bassa voce ed il grande si girò da lui. 
"Come?" Non sentì bene e richiese ma il piccolo fece no con la testa. 
"Ho richiesto il mio dolce" rispose invece, no. Non doveva fidarsi.

Street loveWhere stories live. Discover now