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Victor lo guardava e basta, porse le mani per gli auricolari e Sun pensò di sentirsi dire un "vattene a casa" che fortunatamente o sfortunatamente non arrivò.
Victor prese auricolari e microfono ed andò in cucina, si sedette senza battere ciglio e cominciò a lavorare senza dire nulla.
Sun lo guardò andarsene e sentì un senso di disagio...
Ma questo non era come le altre volte, questa volta non c'era il grande a dirgli che non fosse sporco.
Sospirò e andò a farsi la doccia, si sentiva una merda e per la prima volta dopo tanto... Non ci sarebbe stato nessuno per lui.
Non c'era il grande ad abbracciarlo, a farlo sentire una persona.

Dall'altra parte della casa Victor era immerso nel suo lavoro, odiava profondamente tutto questo.
Non poteva sopportare quello che il piccolo aveva fatto, certo qualcuno direbbe "è abituato"...
Ma lui ha visto come si riduce dopo ogni "sessione" e questo lo faceva incavolare.
Teoricamente non ha disobbedito al suo ordine... Ma allo stesso tempo, si.
L'ha aspettato tutto il tempo, non è riuscito neanche ad aspettare che aprisse la porta.
Quando ha visto la paura nei suoi occhi, sicuramente per una qualche reazione sua verso di lui, si è arrabbiato ancora di più.
Non riusciva neanche a parlare, era furioso per tutto.
Voleva finire il caso in fretta, odiava quando dei ragazzini entravano nel suo caso.
Soprattutto se si parlava di deturpare quei corpi ancora innocenti.
Lo sentì distrattamente uscire dalla doccia, sicuramente fredda.
Sospirò e fermò l'audio, non c'è la faceva a sentire ancora quei gemiti e pianti.
Era straziante.

"Vieni qui" lo chiamò però, dovevano lavorare.
Sun però ci mise un po', arrivato alla porta si bloccò.
Non voleva vedere la sua faccia, ma lo vide battere le dita sul tavolo e capì si stesse innervosendo.
Si avvicinò, anche se gli stette lontano, si sedette ma non alzò lo sguardo.
"Il posto era simile a questo?" Chiese invece Victor, voce piatta e inespressiva.
Gli mostrò un magazzino ma lui fece no, non riuscendo a parlare.
Allora l'altro continuò a fargli vedere altri magazzini finché Sun non lo trovò, lo indicò subito.
Victor annuì e riportò il PC davanti a lui.
Lo vide fare vari screenshot e mettersi a scrivere qualcosa.

Sentì una grande voglia di piangere, aveva rovinato la sua fiducia?
L'aveva deluso fino al tal punto?
L'avrebbe trattato come un estraneo ora?
Strinse forte le mani sui suoi pantaloni, no...
Non poteva permettersi di piangere, perché il grande aveva ragione.
Si alzò pronto ad andarsene e con dispiacere notò che neanche ora Victor non lo fermò.
L'altro da parte sua non ci riusciva, come faceva a parlagli?...
Il piccolo era stato costretto a fare una cosa che non doveva, per colpa sua, perché è importante per il piano.

Lo vide andarsene, non aveva alzato la testa neanche una volta e questa volta, per quanto facesse male non lo fermò.
Non sapeva come parlargli.. come avrebbe reagito.
Non voleva scaricare su di lui la sua rabbia, perché era anche contro di lui ma sapeva quanto fosse stupida.
Sun non c'entrava nulla, eppure era furioso anche con lui.

Era ormai tardi, decise di andare a dormire, vide il piccolo sul divano...
Sospirò e prese dei cuscini e una coperta.
Li lasciò lì e se n'è ritornò in camera.

Sun prese solo il cuscino e si sentì in colpa.
Si corricò ma fu davvero difficile dormire...
Se si girava non c'erano le spalle di Victor ma solo la parte alta del divano.
"Ti ho proprio deluso eh?" Bisbigliò piano e non riuscì a frenare le lacrime.

Non voleva tornare a prima, non voleva perderlo.
Eppure c'era riuscito, aveva perso la sua fiducia.
Ora l'avrebbe licenziato?...
Sicuramente no, ma non gli avrebbe più dato quelle rassicurazioni, le sue carezze, le sue battute, tutto.
Non sarebbe più stato il suo "Vicchan".
Sun aveva riperso tutto...
Ed era tutta colpa sua.

Street loveWhere stories live. Discover now