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Sun si vestì lentamente, anche il trucco, era decisamente di cattivo umore, ma non doveva farsi vedere così. Da nessuno.
Quando uscì dal bagno notò un Victor diverso, sembrava decisamente lontano e questo non piaceva al piccolo.
"Ricorda che non devi fare nulla, appena arrivi anche solo alla fine della strada scendi." Parlò Victor guardandolo, era entrato in modalità poliziotto.
"E se quella persona torna e dice che non ho fatto nulla?" Chiese sospirando, si era preparato, doveva farlo.
"Allora arrivi fino all'hotel" replicò il grande.
"Non c'entra nulla, salterebbe tutto." Commentò ancora e questa volta Victor rispose solo con un "fai come vuoi" chiudendo la discussione.
Sun se n'è andò così, era frustrato, perché faceva così il grande?
A lui di certo non piaceva ciò che faceva, per niente.

Arrivò nella solita strada e quando vide Ban andò subito da lui.
"Haru" lo chiamò e questa volta Sun sorrise.
"Ti ricordi il mio nome allora" lo salutò così e l'altro alzò gli occhi al cielo.
"Sembri scocciato, hai il ciclo?" Chiese sprezzante e lui lo guardò male.
"Il mio cliente non ci sarà per qualche giorno.
Deve fare una vacanza con sua madre, se è la madre" inventò e lo vide ridacchiare, si, stava funzionando.
"Non penso sia la madre" commentò e lui sospirò.
"Penso anch'io così, ma finché mi vuole..." Fece spallucce e Ban lo guardò, quel ragazzo ai suoi occhi era proprio particolare.
Era diverso dagli altri, non che gli piacesse in quel senso ma non era male.
"Quindi che farai?" Chiese curioso e lo vide sogghignare.
"Rimarrò con te finché non trovo una persona quasi decente, posso?" Chiese avvicinandosi di più e l'altro annuì.
"Meglio, puoi raccontarmi un po'di cose" rispose ed il piccolo ora lo guardò confuso, cosa doveva raccontare? Di certo non avrebbe parlato della sua vita.
"P'Namon ha detto che devi insegnarmi, con chi non devo assolutamente parlare?" Si spiegò meglio e Sun allora capì.
Indicò tutte le persone poco affidabili e pettegole, non gli dava fastidio essere odiato, perché anche lui non li sopportava.
"Quindi quei ragazzi verranno qui?" Chiese invece Sun e vide Ban annuire.
"Si, anche se loro avranno dei clienti particolari, o almeno quasi tutti, due e tre si venderanno.
Gli altri avranno più una vendita sicura, in quanto i clienti torneranno di più.
Non penso che P'Namon voglia questo da te.
Però forse cercherà di spingerli verso di te, così da sentirsi "sicuri" " spiegò brevemente Ban e lui lo guardò confuso.
"Volete farli sentire sicuri?" Chiese ancora, perché non si aspettava una cosa del genere.
"Certo, se si sentono sicuri non ci saranno lamentele, sai è brutto quando il cliente si lamenta perché uno sta piangendo mentre lo scopa.
Se si sentono al sicuro sono più facili da gestire" raccontò brevemente e Sun in quel momento provò davvero disgusto, come potevano anche solo vedersi allo specchio?!
"Ah capito, farò quel che posso allora, non voglio deludere P'Namon" rispose e gli sorrise dolcemente.
Lo vide alzare gli occhi al cielo ma fare un leggero sorriso.
Non volendo stare di più lo salutò ed andò davanti a tutti.
Qualcuno si fermò subito ma lui andò da una donna, anche lei aveva suonato.
Salì in fretta e salutò senza parlare, sapeva cosa volevano loro.
"Ciao stuzzichino" lo chiamò lei e lui gli sorrise malizioso, fece finta di mettersi bene il corpetto e spense il microfono, prese anche l'auricolare dall'orecchio e lo mise nella sua minuscola borsetta.

"MERDA!" urlò Victor, perché diavolo il piccolo aveva spento tutto?!
Andò al PC e controllò dove si trovò col GPS.
Sembrava... Un hotel? Non voleva davvero farlo?
Non lo stava aiutando ad uscire? Allora perché diavolo faceva così?!
Scoprì di esser deluso quando notò fosse ancora lì per un ora buona.
Decise di lavorare, ieri era riuscito solo a portare il materiale di quel giorno nel PC, c'erano parti importanti, per quanto piccoli, ogni informazione era valida...

All'improvviso sentì un bip, prese subito l'auricolare e lo mise nell'orecchio.
"Quindi tu conosci P'Namon?" Sentì chiedere dal piccolo, la voce della donna sembrava normale, non tanto dolce però.
"Si, mi ha detto che tu eri il migliore ed infatti aveva ragione." Quando sentì quelle parole il grande provò un dolore al petto, era fortissimo, forse era delusione?
"Grazie Phi ... Ma hai detto anche che conosci quei ragazzi giusto?" Chiese lui dolcemente, voleva andarsene in fretta ma quello era più importante.
"Si, sono nel secondo distretto, gli sto insegnando varie cose anch'io, sai con le donne, anche se principalmente saranno maschi.
Volevo metterti alla prova, penso che potresti aiutarci, verrò anche domani a prenderti, rimani con Ban finché non arrivo, va bene dolcezza?" Propose lei e lui annuì.
"Cercherò di aiutare i Phi quanto posso, però non mi sgridate se non sono bravo all'inizio" chiese fingendosi preoccupato e lei annuì.
Victor sentì di nuovo il bip, aveva chiuso...
Questo era un dettaglio importante anche se non seppe se il piccolo fosse davvero pronto per questo...

Stava ancora lavorando quando sentì la porta aprirsi, il piccolo era rientrato, non riuscì neanche a salutarlo che lui gli porse solo auricolari e microfono, andò subito in bagno.
Victor capì, andò subito ad accendere la pompa di calore, lui aveva caldo ma così almeno il piccolo si sarebbe riscaldato subito.
Sun era ancora lì dentro, vomito di nuovo, sapeva sarebbe stato difficile ma così...
Voleva farlo, voleva aiutare Victor, salvare quei ragazzi.
Ma lui era solo un ragazzino, un prostituto...
Come poteva? Però non voleva tornare indietro...
Si ricordò perfettamente quello che fece e vomitò ancora.
L'acqua era ghiacciata sulla sua pelle e lui tremava...
Si sfregò ogni punto, quasi da farsi male, perché doveva togliersi quello sporco di dosso...
A Sun piaceva all'inizio il sesso, ma ora... Lo odiava.
Era almeno due anni che non provava piacere, solo un grande disgusto.
Sospirò, ora doveva vedere anche lui...
Victor sapeva, aveva paura della sua reazione, del suo sguardo.
Sicuramente l'aveva deluso, ma che poteva fare? Stava per lasciarla, era andato con quella iniziativa... Ma LEI conosceva Namon.
Non poteva mandarla via.
Sospirò e dopo essersi vestito uscì, notò subito il pavimento caldo... Anche la temperatura lo era.

"Hai finito?" Chiese Victor dalla cucina, Sun si avvicinò piano, non entrò ed aveva lo sguardo basso.
"Tranquillo non è rotto, l'ho alzato, non voglio che ti prendi un raffreddore " Stava parlando tranquillamente e Sun si chiese perché.
Perché non diceva nulla? Perché non gli urlava quanto lo disgustava stargli anche solo accanto?!
Si morse il labbro così forte che incominciò a sanguinare.
Fece no con la testa e se n'è andò.
Victor si sentiva furioso, vedere il piccolo così... Si sentiva inerme, ed era colpa sua perché non era stato attento, perché si è fatto sparare.
Vide il piccolo andare sul divano, non accese la TV e Victor sperò che non volesse dormire lì.
Non ci pensò due volte e decise di cadere.
Finse quasi un urlo e si toccò la spalla sparata.
Sorrise di nascosto quando Sun corse e si buttò quasi vicino a lui.
"Che succede?! Chiamo l'ambulanza?!" Chiese davvero preoccupato, aveva le lacrime agli occhi e Victor alzò il braccio sano e lo spinse su di lui.

Lo abbracciò come poté.
Il piccolo dal canto suo non capì, non stava male?
Perché lo stava abbracciando??
Per la prima volta fu lui a staccarsi ed anche in modo abbastanza brusco.
"Smettila." Sibilò arrabbiato e Victor si sorprese, mai il piccolo era stato così.
"Perché? Tu non mi abbracci sempre?" Chiese allora il grande avvicinandosi e lo vide arretrare.
"È diverso" rispose il piccolo e Victor chiese come.
Ma il piccolo non rispose e si girò dall'altra parte.
"Se non mi rispondi lo farò di nuovo." Replicò allora il grande, stava per abbracciarlo quando Sun si alzò e si spostò di nuovo.
"Non mi puoi abbracciare ora." Disse ancora e Victor voleva davvero sapere cosa lo faceva stare così male.
"Ma per-" non riuscì a finire la domanda che finalmente il piccolo rispose.
"PERCHÉ SONO SPORCO!" Urlò e Victor sentì chiaramente il dolore in quella frase, sentì il suo cuore spezzarsi in due alla vista di quelle lacrime che il piccolo toglieva con rabbia, come se non meritassero di scendere.

"Tu non sei sporco Sun" replicò allora ed il piccolo rise di sé stesso.
"Ho detto, Tu. Non sei. Sporco." Ripeté di nuovo e si avvicinò, facendo nuovamente allontanare il piccolo.
Quando però si trovò al muro lo vide tremare, sospirò e poggiò una mano sulla sua testa, lo accarezzò dolcemente ma questa volta non l'avrebbe aiutato...
Anzi... Il piccolo si sentì ancora più male, non voleva, lui lo stava sporcando.
"Sun. Guardami... Per favore" chiese dolcemente il grande ed il piccolo ancora negò.
"Ti prego, mi fa male vederti così" non era da lui pregare ma era vero.
Sentiva un dolore atroce dappertutto.
Sun allora alzò leggermente lo sguardo, sembrava davvero un cucciolo spaventato agli occhi di Victor e lo era veramente.
"Bravo ragazzo" lo approstofò il grande sorridendogli ora.

Lo prese per mano, Sun si stupì...
Non l'aveva mai fatto, lo portò in camera, lo fece coricare con molta titubanza da parte del minore.
Sun pensò che avrebbe tolto la mano ma l'altro continuò a tenerla...
Si accorse solo dopo di quanto lui stesso la stava stringendo, cercò di toglierla ma venne prontamente ripresa dal più grande.
"Devi smetterla, ora dormi, domani è un altro giorno. " Parlò chiaramente il grande e Sun cercò di parlare ma anche la sua voce risultava disgustosa ai suoi propri occhi.
"Non sei sporco Sun, non ti lascerei mai dormire con me e prendere per mano." Sun si sentì sprofondare quando sentì quelle parole...
Pianse, debolmente, senza disturbare e ringrazio mentalmente il grande.

Street loveWhere stories live. Discover now