𝓒15 | 2 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

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(Angelika)

I suoi occhi chiari si rivelarono dietro la plastica degli occhiali da sole che indossava. Lo fissai cercando di capire cosa volesse. Si portò una mano dietro la nuca, mentre gli angoli della bocca s'incurvarono verso il basso.

-Qualcosa non va?-.

Mi resi conto dell'amarezza della mia voce. Lo sguardo del mio collega schizzò via dal mio. Mi venne l'istinto di fermarmi in mezzo al corridoio, ma non potevo, dovevo stare dietro alla classe. L'obbligo professionale prevaleva sulla mia vita privata.

Per quanto avessi voluto sguinzagliare la rabbia, avrei lasciato che la formalità demolisse Gerhard. Potevo solo essere distaccata e fredda. Non volevo dargli corda...

Lo superai, raggiunsi la fila dei bambini che procedeva in fila indiana lungo il corridoio. Puoi farcela, puoi farcela, pensai camminando a passo svelto. Non volevo, non volevo incrociare quell'uomo. Era insopportabile, tirava fuori il peggio di me. Scossi la testa, non dovevo pensarci. Continuai a seguire il gruppo fino all'uscita.

Varcammo le enormi porte in vetro, passammo accanto alla biglietteria, e attraversammo il corridoio centrale sotto gli sguardi ignari dei visitatori in coda per entrare.

L'aria fresca fu la prima cosa che sentii, quando fummo fuori. Feci un respiro profondo lasciando che i miei polmoni si riempissero e i miei occhi s'adattassero alla bellezza della natura lontana. Le montagne scolorite accarezzarono il mio cuore agitato.

Mi sentii meglio, mentre la guida ci portò verso un prato lontano dall'ingresso. Il parcheggio in lontananza cominciava a riempirsi... Non appena ce ne saremmo andati, avremmo avuto problemi con il pullman.

La scuola ce ne aveva fornito uno enorme, poteva contenere senza problemi due classi da trenta studenti. Noi eravamo quasi la metà, salvo un paio d'assenti che non avevano aderito all'iniziativa.

La guida ci accompagnò in un parchetto a lato del museo: le panchine erano disposte in cerchio, alcuni alberi facevano ombra sotto il sole d'autunno e l'erba sembrava finta per quanto fosse verde.

-Questo è il parco dell'umanità-. La ragazza bionda si voltò verso i bambini che la scrutarono meravigliati. -Se vi sedete sulle panchine e guardate il centro della piazzetta, potrete osservare tutte le nazioni del mondo-.

I piccoli s'eccitarono e corsero alle panchine, mentre li seguii con lo sguardo assicurandomi che nessuno s'ammazzasse lungo il tragitto. Se volevano, i bambini diventavano iperattivi all'improvviso. Di conseguenza potevano spingersi e farsi male a vicenda per ottenere quello che volevano. Succedeva spesso, si preoccupavano degli altri.

Mi incamminai piano verso la piazzetta sentendo l'ombra di Gerhard seguirmi da dietro. Odiavo avere quel sesto senso, ma, come girai la testa, me lo ritrovai accanto. Mi fece un sorriso forzato, lo fulminai con lo sguardo. Un altro passo, pensai, sei morto. Non lo volevo, doveva girare alla larga da me.

Non c'era via di mezzo o scuse per come mi trattava da quando era a scuola. Faceva tanto il play boy con Johanna, avvelenava gli altri colleghi con la sua aria da gentleman, e sfoggiava a chiunque quel sorriso.

Su di me non faceva effetto, sapevo benissimo a cosa ambiva: avermi sotto le sue grinfie. A nessuno avevo dato questo privilegio, nemmeno lui l'avrebbe avuto. Volevo rimanere libera, libera di pensare con la mia testa ed evitare inutili influenze da parte di un simile personaggio.

-Angelika-. Mi fermai. -Angelika, posso...-.

Mi voltai stringendo i pugni. Alzai appena il mento e appiatti le labbra. Il sorriso di Gerhard scappò via. La mia espressione parlava da sola.

Blaue Blume - Il prezzo dell'amore (completa)Where stories live. Discover now