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"...Guardami di più e smarrisciti nei miei occhi come io mi smarrisco nei tuoi."

Orias Wyld

Mi svegliai d'un tratto

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Mi svegliai d'un tratto.
Mi ero addormentata, la scorsa notte, dopo averlo rifatto con Orias, stanca e spossata ero crollata letteralmente tra le sue braccia muscolose e confortanti che mi cingevano ancora.

Ero voltata di spalle e non potevo vederlo in volto, ma il lieve gelo che mi facevano percepire le sue braccia era piacevole e piano piano, aprii gli occhi.

Assonnata sbadigliai e mi mossi leggermente con i fianchi, strusciandomi su Orias, che mi cingeva il corpo esile da dietro. Lui mugugnò qualcosa, così ripetei quel movimento, per provocarlo un po'. Oscillai il bacino, muovendomi provocativa, fingendo di cercare una posizione comoda.
«Vuoi farmi venire strane idee, piccola Army?», domandò, la voce roca e sensuale, un accenno di ironia e le sue braccia mi strinsero ulteriormente a sé, avvicinandomi al suo corpo duro.

Scossi la testa, negando. Per quanto mi piacesse farlo con lui, ero spossata e sfiancata dalla notte precedente per reggere un secondo round.
Sorrise nell'incavo del mio collo e sentii il suo respiro baciarmi la pelle.
Mi lasciò un bacio casto. «Che peccato...», mormorò.

Mi voltai leggermente, reclinando il capo sbiecamente per guardarlo. Era un adone. La sua bellezza mi rubava l'attenzione e la faceva sua, come aveva fatto con me.

«Era ora che ti svegliassi, sai?», scherzò, divertito. Lo guardai sbigottita. Alzai gli occhi al cielo.

«È tardissimo, saranno le tredici passate», constatò, la voce assonnata.

«Allora dovremmo alzarci...» affermai; feci per drizzarmi con il busto e spostare le sue braccia via da me, tuttavia, lui si oppose negandomi la fuga, e mi ritrascinò verso sé.

«Dove credi di scappare?», mi redarguì, scherzosamente ma allo stesso tempo seriamente.

«È tardi».

«Lo era anche un'ora fa, e due ore fa. Eppure, dormivi così beatamente tra le mie braccia...», mi canzonò.
Sorrisi lievemente, divertita.

«Cinque minuti e ci alziamo...», scesi a un compromesso.
«Solo cinque? Che tirchia», mi prese in giro. Orias mi guardò storto, ma divertito e io scoppiai a ridere.
Fece il broncio. Questo lato di lui era... davvero adorabile. Non mi sarei mai aspettata di vedere Orias Wyld, un demone Special, fare il broncio in maniera così adorabile.

Passarono in fretta questi cinque minuti; ci alzammo dal letto sproporzionato di Orias, e poi lui mi prese per mano.
«Oggi partiamo per il Luxorld con Dolion. Vai a cambiarti e poi vieni fuori in giardino, ti devo far vedere le nuove armi», disse, autoritario. Annuii e mi diressi in camera mia.

Incontrai una delle due gemelle Mega, non seppi dire con sicurezza quali delle due fosse, ma credevo fosse Kayla. Ormai erano diventate come... delle amiche.

«Arm, ammettilo, mi devi raccontare qualcosa, vero?», chiese, ironica e sospettosa guardando la porta della camera di Orias, dalla quale ero appena uscita.

«Ehm, ecco... di cosa parli?», feci la vaga.

«Tu e il Signor Wyld state insieme?», chiese, incuriosita.
Effettivamente non lo sapevo, del resto non mi aveva chiesto di essere la sua fidanzata sebbene avesse detto molte cose che mi avevano fatto capire che provasse qualcosa... che dovrei risponderle?

«Be', onestamente... non lo so nemmeno io», mi scappò una risatina disperata e confusa.

«È l'amore, confonde tutti», rispose, l'aria saggia di chi lo sapesse più che bene, quanto confondesse l'amore.

«Probabile», le diedi ragione in parte. Salutai Kayla ed entrai in camera - tolsi le lenti magiche e le riposi nell'apposita scatolina -, chiudendo la porta alle mie spalle.

Aprii l'armadio grande e tirai fuori la cosa meno lussuosa, sfarzosa e meno ingombrante possibile.
Presi un vestito attillato, nero come la liquirizia e delle scarpe basse e comode per camminare. Presi la borsa e ci infilai la Dominator all'interno. Afferrai dalla superficie piana della toeletta la Shines Cream e mi diede una rapida sistemata. Un trucco niente male: ombretto nero, eyeliner, mascara, fard e rossetto rosso.
Il rossetto mi sembrava esagerato ma ormai decisi di lasciarlo. Poi sistemai i capelli lasciandoli sciolti ma rendendoli meno selvaggi.

Terminai di prepararmi e uscii fuori dalla mia camera da letto. Percorsi il lungo e largo corridoio e scesi le scale in pietra lunare. Giunsi nell'atrio e mi affrettai a raggiungere l'esterno della tenuta Wyld, dove Orias mi stava attendendo. Il portone si aprì e intravidi la figura ammaliatrice e imponente di Orias. Lo scrutai come se non lo avessi mai visto prima d'ora e mi avvicinai a lui rapida. Mi squadrò da capo a piedi e poi si soffermò sulle mie labbra rosse ciliegia e mi sorrise maliziosamente.

«Il rosso è proprio il tuo colore. L'ho pensato anche il giorno della festa», rivelò; la voce suadente.

«Grazie, anche se io penso si addica di più a te», confessai, e nel mentre lo scrutai meticolosa e calamitai nel suo sguardo sanguigno e magnetico per il mio.

«Dici?», domandò.
«E perché?», chiese, divertito e sorridendomi sbiecamente.

«I tuoi occhi rossi... mi ci perdo certe volte... quando li guardo», ammisi, in imbarazzo, spostando lo sguardo dal suo scarlatto. Era così ipnotico... da far male allo stomaco e squotermi il petto.

«Allora...», sibilò, un suo dito si posò sotto il mio mento, spostando il mio viso verso la sua direzione, e io mi persi ancora e ancora in quello sguardo dalle sfumature del sangue, «...Guardami di più e smarrisciti nei miei occhi come io mi smarrisco nei tuoi», mormorò, a poca distanza dalle mie labbra, riversandomi il suo respiro sul viso. Il mio cuore palpitava incessantemente e lo potevo quasi percepire in gola.

«Quanto vorrei poter scappare e nascondermi nei tuoi occhi di ambra... sono l'unico luogo in cui vorrei abitare, l'unico posto che mi fa sentire a casa», ammise.

Lo guardai assorta e alzai gli occhi al cielo. Orias seguitò ad allontanarsi da me velocemente e ordinò: «Vieni con me».

Kiss or DeathWhere stories live. Discover now