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"Ero sempre più disgustata dalle persone."

Armony Roses

Il tempo si era fermato, non sapevo dire quanto fosse trascorso da quando Orios mi aveva ammanettata al letto e poi lasciata sola qui, su questo materasso che sembrava un asse di legno, dopo tutto questo tempo

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Il tempo si era fermato, non sapevo dire quanto fosse trascorso da quando Orios mi aveva ammanettata al letto e poi lasciata sola qui, su questo materasso che sembrava un asse di legno, dopo tutto questo tempo.
Ero scomoda e annoiata, ero preoccupata e immersa in un'angosciante agonia.
Avevo timore per quello che mi sarebbe successo quando avrebbero risvegliato non sapevo chi.

Temevo Orios, Sol, e ora, persino Madison.
Il destino sembrava avercela con me.
Tutto quello che sembrava innocuo era in realtà solo apparenza, all'esterno incantevole, all'interno marciume.

Ero sempre più disgustata dalle persone.

Ormai, provavo diffidenza per chiunque sembrasse innocuo.
Il mio destino mi aveva cambiata.
Lentamente e brutalmente.
Mi aveva sconvolta. Avevo un lancinante mal di testa, sentivo le tempie che dolevano e la fronte scoppiare.

I polsi erano doloranti e le caviglie oltremodo, non ero neppure in grado di descrivere come stessi.
Era un dolore sgradevole e fastidioso.
Non riuscivo a muovermi né a massaggiare le mie tempie.
Era straziante questa situazione.

Orias... dove cavolo sei finito?!
Come stai? Bene?

Ti prego, fa’ che stia bene… non sapevo chi stessi pregando, però speravo in un aiuto divino, che di certo non sarebbe arrivato.
Dio non mi avrebbe salvata. Solo io potevo salvarmi…

Ti supplico, rispondimi, dammi un segno.

Di sicuro sta bene, pensai.

D'altronde era un demone Special, dai molteplici poteri.
Inoltre, stava insieme a Dolion, anche lui era forte e geniale.

Allora, perché non riuscivo a comunicare con lui? Perché?
Tutti i miei tentativi di mettermi in contatto con Orias fallirono malamente.

I miei mal di testa crescevano a dismisura e con loro, i miei dolori alle caviglie e ai polsi. Le manette erano troppo strette. Facevano male.

Vidi la maniglia della porta abbassarsi, a quella visione rabbrividii, timorosa di quello che stava per succedere. La porta si aprì lentamente e intravidi la figura di Orios.
Entrò nella stanza, appena lo vidi trasalii.
Metteva i brividi il solo guardarlo.
Mi guardò e percepì il mio timore.

«Se farai come ti dico non dovrai temere di me», mi rassicurò e al contempo avvisò.
Come avrei dovuto fare a non temere di Orios?

Avevo gli occhi gonfi e arrossati dal pianto incessante e le guance umide e rigate dalle scie delle lacrime.

Si avvicinò al letto.
Osservò le mie caviglie doloranti, prendendone una, allentandola di poco, leggermente.
«Mi hai fatto innervosire prima, sono stato troppo brusco…», constatò.
Prese l'altra e allentò leggermente anche quella.

Kiss or DeathWhere stories live. Discover now