1. «... ti prego non urlare»

10.1K 278 62
                                    

🏎

«Amanda hai preso le uova vero?».

«Si nonna sono nel carrello» confermai guardando sulle note del mio cellulare il prossimo alimento da comprare: redbull. Finalmente potevo bere delle redbull in santa pace! L'uso prolungato della bevanda rappresentava un importante fattore di rischio per le patologie del tratto gastrointestinale, cardiovascolare e nervoso, e questo significava letteralmente inghiottire una bomba ad orologeria. Per questo motivo i miei genitori avevano sempre evitato di aggiungerle alla lista della spesa. Ma ormai non sarà più così! Uno dei pregi di Monaco.

Nonostante fossi qui da due settimane, non potevo di certo dire di essermi ambientata pienamente alla vita dei monegaschi, ma ero comunque sulla strada giusta. Avevo già memorizzato varie strade, fatto amicizia con la vicina Odette e capito che almeno una volta nella vita ogni persona qui a Monaco sfida la propria fortuna ai casinò. Io e nonna Josette avevamo parlato molto, ma davvero molto. Mi aveva raccontato alcune sue esperienze, e io avevo raccontato alcune mie esperienze. Avevamo parlato della mia salute fisica e poi, come già mi aspettavo, eravamo finite lì.

«Oh tesoro c'è un mio amico, Maxime, che gestisce un kartdromo a pochi chilometri da qui, dovresti passarci».

Avevo deviato il discorso, e ovviamente, non ci ero passata. Tra tutti gli spasimanti a cui doveva badare, la nonna si sarebbe sicuramente dimenticata del discorso.

«Tesoro abbiamo finito? Si credo che abbiamo preso tutto. Tu hai preso tutto, vero? Mi avvio alla cassa, ti aspetto li». Adoravo il suo modo di perdersi in chiacchiere e discorsi a cui stesso lei dava fine. Con un sorriso in volto mi avviai verso la corsia nove, dove erano disposte bevande di tutti i tipi sugli scaffali. Mi fermai dinanzi a delle lattine blu e argento. Eccole qui. Afferrai titubante una sola confezione e mi avviai verso la cassa.

Guardai le bibite tra le mie mani al quanto pensierosa. Era una misera confezione da quattro, sarebbero finite in un batter d'occhio. D'accordo si, non dovevo abusarne, ma insomma ne erano solo quattro!

Mi girai velocemente su me stessa per andare ad afferrare un'altra confezione ma fui bloccata da qualcosa. Qualcuno. Per tutte le redbull del mondo, che figuraccia! Ero finita addosso ad un ragazzo. Un ragazzo diamine! Non potevo fine addosso ad un bambino?

Ancora scombussolata aprii frettolosamente la bocca tentando di scusarmi, ma le parole si sciolsero sulla mia lingua come neve fusa. Oh...

La prima cosa che notai furono i lineamenti del suo volto: eleganti e delicati. La sua mascella era squadrata e ricoperta da uno strato leggero di barba. Le sue labbra erano racchiuse in due linee sottili. Il suo naso era magro e i suoi occhi... i suoi occhi erano coperti da un paio di occhiali da sole Ray-ban. Oh andiamo quale diavolo di persona metterebbe mai degli occhiali da sole in un negozio alimentare? Non mi sarei di certo fatta il problema a chiederglielo, ma preferivo mantenere un profilo basso. I suoi capelli erano coperti dal cappuccio della sua felpa grigia, ma da esso spuntavano alcune ciocche castane. Stava giocando a nascondino, sicuramente.

Lo guardai per qualche secondo, forse per qualche secondo di troppo, e non riuscii a non pensare che il suo volto, in un certo senso, mi era familiare. Dov'è che ti ho già visto? Forse dovette notare il modo curioso con cui presi a guardarlo, perchè con un espressione sfiancata esclamò: «Non urlare ti prego». Non credo di aver capito bene...

«Come scusa?».

«Farò tutto quello che vuoi, okay? Un autografo, una foto o un video... ma ti prego non urlare». Sembrava davvero affranto, ma non riuscivo comunque a capire il suo discorso. Perché dovrei volere un autografo da lui?

«Per quale diavolo di motivo dovrei urlare?» esclamai forse con voce fin troppo alta. Stavo decisamente facendo il contrario di quello che mi aveva detto.

«Perchè... aspetta, non sai chi sono?» chiese sollevato al solo pensiero. Che razza di problemi affliggono questo bel ragazzo?

«No! Perchè dovrei saperlo?» alzai le mani in aria gesticolando casualmente per sfogare la mia stizza nei confronti dello splendido sconosciuto. Il ragazzo mi guardò attentamente, poi, scosse il capo e accennò un piccolo sorriso. Che bel sorriso che hai.

«Mi hai fissato in modo strano ed ho pensato che fossi una delle tante ragazze ossessionate da... lasciamo stare, mi dispiace aver frainteso» scacciò l'aria con un gesto della mano, e in seguito, calò lo sguardo su ciò che reggevo in mano. Storse il naso, quasi come se fosse disgustato. Uomo di poco gusto.

«Piuttosto di prendere quelle redbull» con il dito indicò le bibite che reggevo tra le mani «Io ti consiglierei uno spumante ferrari» concluse il suo pensiero con un sorriso furbetto e poi sparì completamente dalla mia visuale. Lo seguii con lo sguardo fin quando non raggiunse la fine del settore e svoltò l'angolo. Ma guarda te che tipo!

Mi riavvicinai alle lattine redbull e afferrai un'altra confezione. Al diavolo lo spumante ferrari, che se lo beva lui. Camminai a lunghi passi verso le casse e quando tra le lunghe file che le seguivano riuscii a trovare nonna Josette mi avvicinai a lei, gettando all'interno del carrello le confezioni della mia bibita energetica-mortale.

Nell'attesa di pagare, lanciai qualche occhiata all'interno di quel grande edificio. Le persone più gettonate in quel posto erano sicuramente giovani donne che tenevano i propri figli lontani dai tanti dolciumi. C'era qualche coppia anziana, qualche marito, qualche ragazzo e poi c'era lui. Dio mio era proprio nella fila affianco. Se ne stava con il capo chino e con lo sguardo sul suo dispositivo elettronico, cercando di voler sembrare il più invisibile possibile.

«Farò tutto quello che vuoi, okay? Un autografo, una foto o un video... ma ti prego non urlare».

«Perchè... aspetta, non sai chi sono?».

Continuai a guardare la sua sagoma curiosa. Era qualcuno, questo ero riuscita a capirlo, o almeno, lui era riuscito a farmelo capire. Feci comparire sul mio volto un espressione confusa, come se essa potesse dare risposta alla domanda che mi frullava nella testa: chi diavolo era quel ragazzo?

🏎

Un piccolo e veloce incontro per una lunga e stravagante storia d'amore. Non siamo neanche all'inizio e nella testa di Amanda inizia a frullare già la più importante delle domande: chi era quel ragazzo?

Predestinati || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora