6. «A cosa devo quel bacio?»

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Non facevo altro che leggere e rileggere la cartella clinica che stringevo tra le mani, mentre camminavo a grandi passi verso la via di casa. Il calore che circolava nell'aria era insopportabile, così come le goccioline di sudore che scivolavano via dalla mia fronte.

'Si attesta che la paziente Amanda Roussel nata a Parigi il 08/12/2002 è affetta da cardiopatia congenita complessa ed è stata sottoposta ad intervento di Banding dell'arteria polmonare e successivamente ad intervento di correzione radicale secondo Rastelli con impianto di protesi biologica eterologa Contegra n.14. Pertanto la paziente necessita di terapia medica e di controlli ambulatoriali periodici in attesa di una valutazione cardiochirurgica per la rimozione del cercine sottovalvolare.'

Presi fiato prima di rileggere ancora una volta il foglio successivo che il Dottor Morin mi aveva consegnato poco fa.

'Buon risultato chirurgico. Minimo shunt interventricolare residuo. Piccolo sperone sottoaortico con attuale gradiente all'L VOT max di 30 mmHg. Lieve insufficienza valvolare aortica. Lieve IT con pressione in ventricolo destro di circa 60 mmHg. Gradiente all'efflusso ventricolare destro di 50-55 mmHg. Ventricolo destro dilatato ed ipertrofico con discreta contrattilità. Buona contrattilità del ventricolo sx. Assenza di versamento pericardico.'

Per essere brevi: ero un disastro. Fin dall'inizio della gravidanza tutta la mia famiglia era consapevole del fatto che sarei nata con problemi cardiovascolari, ma comunque accettarono la cosa.

Non ho molti ricordi della mia infanzia. Non ricordavo cosa mi fosse successo quando ero ancora un piccolo esserino. Tutti i ricordi che avevo in mio possesso erano solo parole. Storielle raccontate dai miei genitori.

Sono sempre cresciuta con la consapevolezza di essere una ragazza diversa. Ero forte e coraggiosa. Forse, per chi non facesse parte di questo mondo, non poteva comprendere appieno le mie parole, considerandomi semplicemente una presuntuosa. Invece, per tutte le altre persone che condividevano queste imperfezioni, potevano capire che tipo di forza e coraggio avevo.

Il motivo maggiore del mio trasferimento non era stato il trasferimento del Dottor Morin. Sicuramente fare avanti e indietro da Monaco a Parigi ogni mese per una visita di controllo non era così tanto tragica come situazione. Ero qui semplicemente perché era arrivato il momento di finirla. Avevo bisogno di un ultimo intervento. L'ultimo passo per chiudere definitivamente questa storia. Dopodiché sarei tornata a casa.

Ma il mio soggiorno a Monaco molto probabilmente sarebbe stato più lungo del previsto.

"Mi dispiace Amanda ma al momento ho le mani legate, sai anche tu che c'è bisogno di un donatore, se ti impianteremo un'altra valvola artificiale questa storia non avrà mai fine".

Il problema più grande però, era che la valvola artificiale che era impiantata ora nel mio corpo, stava iniziando ad essere troppo piccola. Avevo bisogno di una valvola umana, una che sarebbe cresciuta insieme a me. Era da tutta la vita che mi preparavo per questo momento, ma a quanto pare, dovrò essere ancora un po' paziente.

Sorrisi spontaneamente quando una macchina mi sfrecciò davanti ad alta velocità facendomi svolazzare i capelli. Un po' d'aria... aria calda certo, ma comunque aria. Portai lo sguardo sulla macchina che continuava ad avanzare sulla strada. Era una Ferrari. Non sapevo con esattezza quale delle tante, ma il cavallino grigio che sfoggiava sul cofano nero mi faceva intuire che fosse una Ferrari. Presa dall'istinto mandai un bacio volante alla macchina, ormai lontana, in segno di ringraziamento.

Ad ogni mio passo la strada da fare si accorciava e la casa di nonna Josette era sempre più vicina, eppure mi sembrava ancora così lontano. Un opzione sarebbe potuta essere quella di prendere il bus, eppure, preferivo farmela a piedi piuttosto che entrare in quella scatoletta maleodorante. Non potevo contare sulla Jeep della nonna, visto che al momento, era in suo possesso. Se solo avessi qualche amico.

Predestinati || Charles LeclercWhere stories live. Discover now