18. «Hai fatto un sogno erotico Amanda?» II

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Charles Leclerc pov's

«D'accordo sei pronto?» mi chiese Andrea, mentre alcuni cubetti di ghiaccio galleggiavano nell'acqua gelida. Annuii e mi sistemai meglio i calzini prima di immergere entrambe i piedi all'interno.

«Uno... Due... Oh Cristo!» mi lamentai quando l'acqua gelata prese a bagnare ogni parte del mio corpo «É congelata» .

«Certò che è congelata» mi derise il mio preparatore atletico «Altrimenti che crioterapia sarebbe?». Effettivamente «Ci vediamo tra poco, buon bagnetto» osservai la figura di Andrea fin quando non scomparì. Rimasi lì da solo, nel retro del motorhome. Incrociai le dita tra di loro e mi posizionai meglio, in modo da poter tirare indietro la testa e appoggiarla al sottile bordo di quella piccola piscinetta. Sembra se si poteva definire così. Certamente era meglio dei cassonetti dell'immondizia in cui certe volte si ritrovava Pierre Gasly.

Mi concessi un sospiro, mentre guardavo il cielo limpido sopra ai miei occhi, ritornando ancora una volta all'episodio di qualche ora prima.

«Chi è?» mi chiese Max indicando la ragazza a lui sconosciuta, intenta a parlare con la sua fidanzata.

«Amanda» gli confessai il suo nome senza distogliere lo sguardo da quest'ultima «La nipote della migliore amica di mia madre insomma».

«Si certo» Max annuì con un sorriso in volto «Infatti la guardi proprio come se fosse la nipote della migliore amica di tua madre» mi prese in giro con le mie stesse parole e poi riportò l'attenzione sulle ragazze «Sapevi di questa cosa?».

«No» scossi il capo incrociando le braccia al petto «Tu?»

«Siamo nella stessa situazione amico» mi spiego mentre indicava i nostri corpi con un dito, in segno di eguaglianza.

«Sarei curioso di sapere cosa si stanno dicendo con tutto quell'accanimento». Storsi il naso per il fastidio che mi arrecava quella situazione. Insomma, erano pur sempre questioni che appartenevano ad Amanda, e come regola, non dovevano centrare con me. Eppure la curiosità mi stava divorando vivo.

«Forse possiamo saperlo». Non capii esattamente cosa intendesse dire Max, però poi, quando si ritrovò a sussurrare il nome della figlioccia, le mie labbra si inclinarono in un sorrisetto. La piccola bambina ci mise un po' per riuscire ad indentificare la voce di Max, ma quando ci riuscì, non impiegò molto tempo a raggiungerci.

«Ei Penelope» Max si piegò sulle ginocchia per arrivare alla sua altezza e la circondò con un braccio «Che succede lì?».

«Che cos'è un sogno erotico?». La sua domanda ci destabilizzò entrambe. Ci guardammo negli occhi sospetti e per poco non risi in faccia a Max quando quest'ultimo cercava delle parole giuste per rispondere alla domanda della piccola. Mi inginocchiai anche io e afferrai la mano di Penelope, salvando il mio rivale da quella situazione: «Fare un sogno erotico, significa fare un sogno piacevole. Magari certe volte sogniamo un ragazzo o una ragazza, che ci piace, fare delle belle cose. Renderci felice».

«Ci sai fare» si complimentò Max alzando le mani in segno di rispetto «Dimmi quanti figli hai intenzione di fare con... la nipote della migliore amica di tua madre». Tre sarebbero stati perfetti.

Risi alla sua battuta e mi grattai imbarazzato la nuca a quel pensiero. Gli mimai un "Fottiti"  con le labbra in modo che la piccola Penelope non potesse sentirmi, e poi mi riconcentrai su di lei: «Chi è stato a fare questo bel sogno?»

«Amanda» mi rivelò la bambina consegnandomi ingenuamente tra le mani un informazione preziosa «Amanda ha fatto un sogno erotico».

Inizialmente, non ci avevo riflettuto abbastanza, poi però, nella mia testa regnava solo una domanda: un sogno erotico su chi? Lucas? Me? Qualche altro ragazzo che ha avuto l'occasione di conoscere? Insomma non che volessi fargliene una colpa, non stava a noi scegliere cosa o chi sognare, è molto probabilmente si sentiva anche in imbarazzo per questo.

Predestinati || Charles LeclercWhere stories live. Discover now