21. «Vuoi che lo dimentichi?»

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🏎️

«Eccolo, eccolo Charles Leclerc» la voce del telecronista uscii dalle casse del telefono di Maxime.

«Partito il giro di Leclerc. Adesso è ad altissima tensione. Parte anche Carlos Sainz, poi Hamilton».

«Primo settore di Leclerc: dietro di ventisei millesimi. Molto buono e molto pulito il primo settore».

«Leclerc ora nel settore centrale, dove il più veloce di tutti è stato stesso lui nel giro precedente. Riferimento... è davanti di duecentoquarantotto millesimi! Super fucsia settore centrale per Leclerc!».

«La undici e la dodici, aspettiamo poi Verstappen che si è lanciato adesso al primo settore».

«Arriva Leclerc all'ultima scican, dove si è girato nel giro precedente, forse con più calma».

«Adesso piede fino all'asfalto! Il tempo da battere: 1,19.073, arriva Leclerc sul traguardo... POOOOLE, POOOOLE, POLE POSITION! POLE POSITION PER CHARLES LECLERC!».

«Ti sei incantato Maxime?» chiesi con una nota di divertimento nella voce al mio datore di lavoro, che sedeva al mio fianco. Era ormai la quarta volta che guardava quel video da quando eravamo saliti sul taxi.

«Fenomenale» lo esalò Maxime scuotendo il capo «Ha sempre avuto la dinamite nel piede quel ragazzo».

Mi venne spontaneo ridacchiare nel momento stesso in cui Maxime fece ripartire ancora una volta il video. Mi voltai verso il finestrino del taxi, mentre la voce del telecronista rimbombava ancora una volta nelle mie orecchie.

Si in effetti era strato molto bravo. Avevamo visto le qualifiche nell'ufficio del mio capo, e seguito l'ultimo giro con il fiato sospeso. Eppure Charles non ci aveva delusi, nonostante si fosse girato all'ultima curva prima di eseguire il giro della pole.

Non avrei mai pensato di dirlo, ma le cose tra me e Charles Leclerc sembravano andare bene. Insomma non che ci fossimo visti dopo quella sera. Mi ero svegliata la mattina presto e senza neanche salutarlo mi sono diretta in aeroporto, insieme al mio capo, che proprio come me doveva dedicarsi al suo kartodromo.

Avevamo lavorato in questi giorni, mentre nonna Josette era rimasta lì in Spagna con Pascale e i suoi figli. Maxime si era confidato con me, facendomi stringere il cuore per tutte le lodi che aveva dedicato a mia nonna. A quanto pare nonna Josette si era davvero affezionata a lui, e le cose andavano bene anche tra loro due.

Per quanto riguardava Charles, mi ero presa la briga di rassicurarlo. Una volta preso posto sull'aereo non avevo perso tempo nel scrivergli un messaggio:

"Sto tornando a Monaco. Prima che tu possa anche soltanto pensarlo, lasciami dire che non sono scappata, anzi. Sono andata via presto, e non volevo svegliarti. Tornerò in Spagna domenica mattina insieme a Maxime, te lo prometto".

Dopo quel messaggio ne era arrivato uno suo, al quale ne aveva risposto uno mio, fino ad oggi. Ci eravamo scambiati messaggi per ogni ora del giorno. Ma comunque nessun accenno al bacio focoso che ci eravamo scambiati.

Avevo ripensato molto a quel bacio. Solo un pazzo avrebbe avuto il coraggio di non ripensarci. Se chiudevo gli occhi e mi leccavo le labbra quasi riuscivo ancora a percepire il suo sapore. Ricordavo perfettamente tutte le sensazioni che ero stata in grado di provare in quei pochi minuti.

Predestinati || Charles LeclercNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ