Sacrifici per un futuro migliore ⚠ 🔞

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Ariel finalmente finì anche la scuola secondaria superiore, durata tre anni. Le fu lasciato un certificato, necessario per poter sostenere l'esame di accesso alle università brasiliane, che superò con ottimi voti.

Ma per iscriversi all'università servivano i soldi, era suo fratello che si occupava della contabilità di famiglia, e si rifiutò di pagarle le tasse universitarie.

«Se vuoi andare a all'università devi guadagnarti da vivere, io non ti darò nemmeno un centesimo... almeno che non verrai a lavorare nel mio ristorante. Appena raggiungerai la quota che ti serve per pagare le tasse, potrai fare quello che vuoi. Allora accetti?» le propose Gonzalo.

Ariel non aveva altra scelta, così accettò la proposta di suo fratello, anche se ormai era diventata maggiorenne, era ancora a carico della sua famiglia.

Il ristorante si chiamava Canvas Bar & Restaurante. Offriva una autentica cucina italo-brasiliana, era aperto tutti i giorni a cena. Era composto da tavoli rotondi con poltrone molto comode, un bancone del bar lunghissimo con sgabelli girevoli in legno, in alto era posizionato un pannello super LED di oltre 150 pollici. Tutte le sere c'era la musica dal vivo, era un luogo ideale per chi voleva rilassarsi a fine giornata.

Ad Ariel non dispiaceva lavorare nel ristorante di suo fratello, era un posto molto accogliente e si incontrava sempre gente nuova. Incontrava anche clienti troppo invadenti, che le chiedevano di passare la notte insieme, naturalmente Ariel rifiutava con disprezzo.

«Hei piccola, mi vieni a fare compagnia?» le chiese un cliente.

Ariel stava pulendo un tavolo quando sentì quelle parole, si girò verso il cliente e lo guardò in cagnesco.

«Ma come si permette, con chi crede di stare a parlare? Mi faccia lavorare in santa pace per favore!» Gli sbraitò.

L'uomo non si fece intimorire, era un tipo molto sicuro di sé, con i capelli biondi che davano sul bianco e occhi azzurri.

«Scusami non volevo offenderti, volevo solo parlare con te. Non sono un maniaco, come quei depravati che ti dicono parole volgari» le manifestò l'uomo. Ariel notò che era anche piuttosto affascinante, era un uomo su una cinquantina di anni.

Ma non voleva parlare con nessuno, era lì per avere i soldi che le servivano per l'università.

«Mi scusi signore, forse ho frainteso le sue parole. Io non la conosco, non ho nessuna intenzione di parlare con gli sconosciuti... sono qui per lavorare!»

«Sei proprio sicura di non conoscermi... Ariel?!» le puntualizzò l'uomo.

«Come fa a sapere il mio nome? Io non la conosco signore»

«Ho sentito che il proprietario ti chiamava, Ariel Santos. È questo il tuo nome, tuo padre si chiamava Daniel giusto?»

Ariel guardando quell'uomo provò una forte tensione, quel suo sguardo magnetico le era famigliare. Si sentì imbarazzata e corse in cucina, senza neanche salutarlo. Vedendolo andare via, provò una strana sensazione.

Suo fratello Gonzalo, notò l'imbarazzo di sua sorella mentre guardava l'uomo che se ne andava.

«Ritorna a lavoro, non ti mettere a guardare i clienti! Specialmente a quello, non devi proprio avvicinarti a lui!» le rimproverò.

«Perché chi è quell'uomo? Lo conosci?» Gli domandò Ariel incuriosita.

«Sì, lo conoscevo tanto tempo fa. Ma sono cose che non ti riguardano. Ogni tanto viene qui, paga e se ne và»

«Ok scusami, volevo solo sapere chi fosse!»

«Ti ha detto qualcosa o ti ha fatto qualche avance per caso?» le domandò Gonzalo infastidito.

La ragazza invisibileWhere stories live. Discover now