cinquanta

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<Stai fermo> rido prendendo il viso di Alex con una mano, mentre con l'altra gli metto due margherite sulle orecchie. L'arrivo di marzo ha portato l'aumento delle temperature e la conseguente crescita dei primi fiori nel giardino della casetta. Io ed Alex siamo seduti sull'erba, ognuno dei due con il suo prezioso quadernetto degli inediti, avvolti nelle nostre felpe dorate. 
Abbiamo scritto appunti in silenzio per la scorsa ora e adesso ci siamo presi un po' di tempo per noi. 
<Aspetta> ridacchio ancora, prendo il telefono dalla tasca posteriore ed apro la fotocamera immortalando quest'attimo. Osservo la foto e, spontaneamente, sorrido; gli occhi marroni del mio ragazzo sono stretti in sue fessure e le fossette gli segnano le guance. 
<Fa vedere> prova a prendermi il telefono ma lo fermo, mettendomi a smanettare con quest'ultimo; <Che stai facendo?> 
<Abbi pazienza> sospiro io; <Ecco fatto> esclamo dopo pochi istanti, passandogli il telefono bloccato. Quando si illumina nuovamente nota la sua faccia come blocco schermo e mi guarda inclinando la testa su una spalla e ridacchiando. 
<Sembro un hippie> 
<Magari nella tua vita passata lo eri, che ne sai> 
<Sei proprio scema> mi prende per la vita e, sdraiandosi sul soffice tappeto verde, mi porta con se facendomi accomodare su di lui. 
<Dammi il tuo telefono> dico porgendogli la mano sulla quale poggia il dispositivo da me richiesto. Attivo la fotocamera senza sbloccarlo e, alzandolo sopra le nostre facce, osservo i nostri volti vicini. Sorrido, così come lui, appiccicando la guancia alla sua e scattando poi la foto. Guardo quell'insieme di pixel che ci ritrae stesi su un prato; siamo così simili ma così diversi allo stesso tempo: entrambi con gli occhi marroni che nascondono tanto dietro di loro, le fossette sulle guance e le lentiggini sul naso che ci recano un aria quasi infantile, i capelli castani quasi della stessa identica tonalità. Luigi una volta ci ha detto che visti così potremmo sembrare fratello e sorella; allora ho riso alla sua affermazione ma guardando questa foto adesso, capisco il senso della sua frase. Scuoto la testa sorridendo a questo pensiero: sarebbe stata la mia rovina essere la sorella di Alex, come avrei fatto ad averlo continuamente attorno e non poterlo baciare? 
<Sei proprio bella> mormora lui, osservando la foto sullo schermo. Gli lascio un bacio sulla guancia che però non lo soddisfa, difatti mi prende il viso tra le mani e mi lascia uno, due, tre baci a stampo sulle labbra. 
Mi sdraio ancora, con il suo braccio che mi circonda le spalle e guardo le nuvole sopra di noi, così leggere e limpide. 
<Non ci credo che siamo al serale, insieme> bisbiglio dopo un momento di silenzio; <Sembrano passati giorni dal 19 settembre, invece sono già sette mesi> 
<Sono contento di essere qui con te, non potrei chiedere di meglio> sorrido amaramente alle sue parole, sentendo l'ennesima paranoia salirmi da dentro. Negli ultimi giorni ho pensato molto a quello che sta succedendo: siamo al serale, ed è un traguardo bellissimo, ma questo vuol dire che ogni settimana uno o due di noi dovranno uscire; e se dovesse toccare a me? 
Ormai la sfida si fa sempre più accesa; tutti qui dentro hanno un gran talento perciò non si può mai stare tranquilli. Se mi dovessi trovare al ballottaggio con chiunque credo che le possibilità sarebbero cinquanta e cinquanta; in questi mesi ho imparato a credere di più in me stessa e nelle mie capacità, tuttavia so riconoscere il talento e tutti qui dentro ne hanno, e anche parecchio. 
Arrivare in finale è sempre stato il mio sogno, da quando ero bambina e passavo il sabato sera a vedere Amici con mamma, papà, nonna e nonno; spero di arrivarci, magari con Alex. 
<Cosa?> chiede il castano guardandomi, io aggrotto le sopracciglia non capendo; <A cosa pensi?> 
Sbuffo; <Possibile che mi becchi ogni volta, come fai?> piagnucolo.
<Ormai ti conosco troppo bene> ridacchi vittorioso lui; <E poi quando pensi fai sempre quell'espressione> 
<Quale espressione?> 
<Fissi lo sguardo in un punto indefinito e ti mordicchi il labbro> lo guardo affascinata; nessuno aveva mai notato le piccole cose di me, i comportamenti o le abitudini e il fatto che Alex lo faccia mi fa sentire in un qualche modo speciale. 
<Mi dici a che pensi?> chiede ancora il ragazzo, accarezzandomi lentamente i capelli. 
<A quello che sta succedendo> dico semplicemente facendo spallucce, lui annuisce guardandomi fisso; <Mi prometti una cosa?> chiedo poi mettendomi a sedere. 
Lui fa lo stesso e si pone a gambe incrociate davanti a me, appoggiandomi le mani sulle ginocchia; <Dimmi> 
<Mi prometti che, se io dovessi uscire prima, arriverai in finale anche per me?> mormoro guardandolo. 
<Tu ci arriverai in finale, ci arriveremo insieme> risponde lui, prendendomi le mani. 
<Ma se dovessi uscire prima io-> ripeto; <Mi prometti che arriverai in finale anche per me?> 
<Ti prometto che ci proverò, contenta?> chiede mentre annuisco; <Tanto ci arrivi anche tu> bisbiglia abbracciandomi. 
Con la faccia ficcata nell'incavo del suo collo sorrido, lasciandogli un bacio umido poco sotto all'orecchio; <Se lo dici tu> 
<Oh veci> esclama Albe uscendo dalla porta di vetro; <Maria ci vuole sulle gradinate> ci informa appena ci giriamo a guardarlo. 

Aiutata da Alex mi rialzo ed andiamo a prendere posto sulle gradinate dove tutti gli altri sono già radunati; prendo posto vicino a Luigi, con Alex alla mia destra. Ho notato che i due ultimamente non parlano più come al solito ma nessuno di loro mi ha detto nulla, quindi ho lasciato perdere qualsiasi supposizione, magari sono solo stati occupati. 
<Ciao scemi> ci saluta la conduttrice.
<Ciao Maria> la salutiamo anche noi. 
<Allora il serale sta iniziando, vi ho già spiegato come funzionerà, quindi ci sono i primi guanti> annuiamo seguendo il suo discorso; <Secondo voi per chi è la prima busta?> chiede. 
<Canto o ballo?> chiede Luca dalle mie spalle. 
<Canto> risponde la donna. 
<Sissi> azzarda Christian ma riceve un 'no' in risposta. Dopo varie ipotesi prendo parola io, proponendomi come possibile destinataria della sfida; <Si, sei tu> 
<Posso indovinare?> chiedo ricevendo risposta affermativa; <Dalla Pettinelli, contro Albe> 
<Vai a prenderla> dice. Velocemente recupero la busta rossa e, rientrando in casa, leggo qualche parola e il mittente per farmi un idea. 
<Te l'ho detto che siamo noi due vecio> rido indicando il bresciano, vicino a cui mi siedo per fargli leggere con me la lettera della sua professoressa. 
<Leggo; "Come ho già ribadito durante tutto il corso del pomeridiano, trovo che Rebecca abbia un tono abbastanza orecchiabile ma manca totalmente di interpretazione, ritmo e tenuta di scena. Qualsiasi pezzo viene trasformato in un brano completamente diverso per far in modo che sia alla sua portata, trasformando qualsiasi canzone in un suo remake, neanche troppo entusiasmante tra l'altro. Albe, al contrario, ha mostrato di essere versatile, di saper tenere il palcoscenico e di essere originale, sempre. Per questo ho deciso di mettere in sfida loro due su un medley di tre canzoni tra le più in voga del periodo, ovviamente sarà tenuto conto anche della presenza scenica e del groove complessivo dell'esibizione. Buon lavoro, Anna Pettinelli."> Maria termina di leggere mentre io richiudo la busta, sospirando; <Che pensi?> 
<Penso che dopo sette mesi sono ancora qua a spiegare che ognuno ha il suo modo di fare musica e che non tutti devono per forza essere moderni o "in voga" come dice lei; però sentiamo ste canzoni> affermo facendo spallucce mentre Albe mi posa un braccio sulle spalle per darmi supporto. Lui capisce molto bene il mio punto di vista dato che, molte volte, mi sono ritrovata a parlarne con lui e l'ho trovato d'accordo con me perciò so che può capire il perché del mio sconforto.
Il medley che viene presentato sul televisore del soggiorno sono Loca di Aka, Peaches di Justin e Lady di Sangiovanni; praticamente un altro universo rispetto al mio. Mentre Albe canta allegramente le canzoni trascinandomi con se in un movimento a ritmo di musica io sospiro e sorrido, passandomi una mano sul viso. Non ho idea di come affrontare questa sfida; so solo che non voglio tirarmi indietro, un po' perché le sfide fanno parte del programma e possono farmi crescere, un po' perché non voglio darla vinta ad Anna. 
<Ma secondo me ce la fai vecia> dice il riccio guardandomi. 
<Vabbè per cantarle si, mi preoccupa più che altro la tenuta del palco perché comunque non è una cosa che mi appartiene o comunque mi appartiene ma a modo mio, non so se si è capito> 
<Più o meno> ride Sissi dal gradino più in basso, accanto ad Alex che mi ha guardata per tutto il tempo. 
<Quello che voleva dire è che lei ha un modo suo di stare in scena, che è diverso dal tuo, da quello di Albe, e da quello di tutti, giusto?> annuisco alle parole di Maria. 
<Comunque lo voglio provare> dico poi; <Non voglio mollare subito> 
<Andiamo avanti perché ce ne sono altri> dice la bionda continuando a comunicare le sfide per i miei amici. La maggior parte sono di ballo, da parte della Celentano, per Serena, Dario e Chri, tre dei soggetti da lei più criticati quest'anno. 
<Ce n'è un ultimo di canto> afferma Maria; <Alex vai tu a prenderlo> 
La sfida è tra lui e Luigi; i concetti ripetuti da Rudy nella lettera sono sempre gli stessi: che Alex non si muove, ha sempre le stesse espressioni, eccetera; cose sentite e risentite anche per lui. La canzone su cui si dovranno sfidare è Sex Bomb, e si confronteranno in una prova performer dove dovranno cioè partecipare attivamente all'esibizione e non limitarsi a cantare. 
<Ma non penso che sia un pezzo così tanto vicino a Luigi, cioè sicuramente è fuori dal mio ma non penso che sia nemmeno completamente centrato nel suo mondo> spiega il castano dopo una breve conversazione tra lui, Luigi e Maria. 
<Io penso che la farei> risponde, invece, il mio amico con gli occhiali. 
<Okay, ma non mi puoi dire che è completamente nel tuo> controbatte Alex dal gradino più basso.
<Però non ti direi neanche no, non la farei> 
<Comunque non credo possa battermi così su questa cosa, sicuramente è più vicina al suo ma penso che non sia impossibile> conclude il mio ragazzo alzandosi e prendendo a camminare davanti alle gradinate dopo che Maria ha chiuso il collegamento. Mi alzo anch'io, avvicinandomi al lui che sospira rumorosamente passandosi una mano sulla faccia. 
<Tutto okay?> chiedo a bassa voce; lui annuisce ma mi prende per mano e mi trascina in camera mia chiudendosi la porta alle spalle. Una volta soli mi stringe in un abbraccio, immersi nella penombra della stanza, e nasconde il viso nell'incavo del mio collo mentre io gli accarezzo i capelli. 
<Non la prendere così, provalo prima> dico riferendomi al guanto appena ricevuto. 
<Non è per quello> mormora lui, andandosi a sedere sul mio letto, seguito a ruota da me.
<Per cosa allora?> chiedo ma lui scuote la testa e non parla, al che lascio un sospiro affranto; <Alex io ti voglio aiutare ma come faccio se non mi parli?> posandogli le mani sul viso faccio incontrare i suoi occhi con i miei. 
<E' per Luigi> mormora.
<In che senso?> 
<Ultimamente ci siamo dati un po' contro> 
<E perché?> 
<Non lo so in realtà, un po' perché io non riesco a spiegare il mio punto di vista e un po' perché lui non lo capisce credo> dice facendo spallucce. 
<Ma ci hai parlato con lui?> 
Lui scuote la testa, negando; <Ogni volta che proviamo a parlare finiamo col litigare peggio di prima, quindi meglio lasciar perdere> 
<Perché non me l'hai detta prima sta cosa?> 
<Perché lui è il tuo migliore amico e non volevo che ci andasse di mezzo il vostro rapporto, per colpa mia> bisbiglia tristemente, torturandosi le dita tra loro. 
<Non è colpa tua> lo rassicuro io; <Sono sicura che risolverete, il nostro trio non può mica finire così> ridacchio contagiando anche lui. 
<Basta che questo duo resti intatto, il resto può anche crollare> sussurra sulle mie labbra; sorrido alle sue parole, sempre così poetiche. Gli poso un bacio leggero, restando poi a guardarlo mentre pian piano si rilassa sotto al mio tocco leggero, con un braccio attorno alla mia vita e la testa appoggiata sul mio petto. 
Prendo il telefono, con l'intento di trascorrere la mia mezz'ora a scrollare un po' la home di Instagram e magari rispondere a qualche messaggio, ma appena sblocco il dispositivo mi fermo ad ammirare la bellezza del castano che fa da sfondo allo schermo. 
Mi perdo a guardare quegli occhi marroni che, anche se stretti in due linee sottilissime, hanno la capacità di rapirti totalmente. Apro le note appuntando qualche verso che mi è venuto in mente proprio in questo istante. Ormai Alex è diventato la mia fonte d'ispirazione, quando non so di che cosa parlare nelle mie canzoni mi basta guardarlo e come per magia milioni di pensieri mi iniziano a scorrere dentro. E' come se avessi la necessità di scrivere di lui, raccontare di noi, per far sapere a tutti quelli che ascolteranno quanto lo amo. Adesso li capisco tutti quei poeti che hanno passato la vita intera a scrivere del loro grande amore, che hanno dedicato a qualcuno la loro arte, il loro bene più prezioso. Li capisco perché, adesso, io sono come loro: completamente rapita dagli occhi di una persona; dipendente dal suo sorriso, dai suoi baci e dalle sue carezze; sentire come se l'unico posto giusto nel mondo fosse tra le sue braccia e avere l'incondizionato bisogno di farlo sapere a tutti, quanto ami questa persona. 
Ho parlato di lui alla mia migliore amica durante ogni chiamata che abbiamo fatto, mi ha definita poco dolcemente una sottona ma non ho potuto darle tutti i torti; alla fine Alex mi rende proprio così. 

Entro in casetta distrutta della lezione di due ore con Elena, la puntata si avvicina sempre di più e la preparazione dei guanti di sfida sta diventando tosta, di uno in particolare. Ho provato ripetute volte, anche insieme ad Albe stesso che si è gentilmente proposto di darmi una mano; ammetto che ci sono stati dei minimi miglioramenti, anche se non è nulla di esaltante, ma comunque penso di essere arrivata ad un buon punto anche se ci ho quasi rimesso i polpacci. 
Mi butto sul divano, a fianco di Luigi che era già seduto con la testa buttata all'indietro e gli occhi chiusi. 
<Ciao> lo saluto, solleva la testa guardandomi, per poi ributtarla all'indietro una volta che ha capito di chi effettivamente si trattasse. 
<Ciao pulce> 
<Che hai?> 
<Sono stanco> 
<Anch'io> sospiro appoggiando la testa alla sua spalla; <Ho provato con Elena per tre ore per quel guanto> 
<Non vedo l'ora di vederti in veste di performer> ridacchia lui, ricevendo un pugnetto sulla spalla. 
<Tu piuttosto, come va con i guanti?> 
<Bene, devo dire, non sto trovando particolari difficoltà> 
<Mh, meglio così> mormoro, mangiucchiando una pellicina vicino all'unghia del pollice; <Ho parlato con Alex> dico dopo un momento di silenzio.
<Sarebbe strano se non ci parlassi> ridacchia lui. So che sta cercando di evitare il discorso, glielo si legge in faccia, ma con me non attacca. Lui potrà conoscermi bene, ma anch'io lo conosco come le mie tasche ormai. 
<Dovreste parlare> 
<Pensi che non ci abbia provato?> chiede retorico; <Parlare con il tuo ragazzo è come conversare con un muro, quando è convinto di qualcosa non lo smuovi neanche morto> 
Sospiro appoggiando il mento sui palmi; <So che Alex può essere- difficile; ma voi due vi siete sempre capiti> 
<A quanto pare non ci capiamo più> fa spallucce lui. 
<E a te non importa?> so che Luigi ed Alex si vogliono bene, anche se non l'hanno mai detto a voce alta. Tengono tanto l'uno all'altro e vederli così mi dispiace tanto; sono due delle persone più importanti della mia vita al momento e l'ultima cosa che voglio è vederli litigare per delle dinamiche inutili create in un programma televisivo per fare audience. Sono testardi entrambi, e fin troppo orgogliosi, così tanto che preferirebbero perdere la loro amicizia piuttosto che chiedersi scusa ma io non lo permetterò. 
<Si, però ci sto facendo l'abitudine> 
<Siete due idioti- preferite davvero perdere un'amicizia piuttosto che chiedere scusa?> 
<Se avessi sbagliato chiederei scusa> continua lui, convinto della sua idea. 
<Luigi le discussioni nascono in due, la colpa non può essere solo ed esclusivamente di Alex e lo sai anche tu> sbuffo esasperata. 
<Magari a volte invece è possibile> ipotizza lui, ricevendo uno sguardo storto da parte mia; <Il punto è che tu non puoi essere oggettiva, è il tuo fidanzato> dice poi. Lo guardo alzando le sopracciglia, leggermente infastidita dalla sua affermazione.
<E tu sei il mio migliore amico, Luigi> gli ricordo; <L'ultima cosa che voglio è vedere le due persone a cui tengo di più una contro l'altra, quindi non fate i bambini capricciosi e risolvete questa cosa> 
<Lo stesso discorso l'hai fatto anche a lui o mi sto subendo la ramanzina solo io?> chiede stizzito. 
<Ci ho parlato con lui e ci sta male, anche se non lo ammetterà mai, sai com'è fatto> gli prendo la mano sospirando per l'ennesima volta; <Non voglio vedervi litigare Gigi> sussurro poi. 
Lui chiude gli occhi, prendendo un respiro profondo; <Ci parlerò> ammette poi; <Per te> dice poi facendomi sorridere sotto i baffi. 
<Bravo Luigino> rido scompigliandogli i capelli; <Ti voglio bene, tanto> dico poi abbracciandolo stretto. 
<Anche io, pulce> dice ricambiando la stretta. Ecco, io e Luigi siamo proprio così: passiamo dal parlare di cose serie, a fare battutine senza senso, a discutere all'abbracciarci dicendoci che ci vogliamo bene; il tutto nel giro di cinque minuti. E' il fratello maggiore che non ho mai avuto, ma che ho sempre desiderato. Ricordo che quando mamma mi chiedeva se avessi voluto un fratello o una sorella io rispondevo sempre di no, la guardavo e le dicevo "Voglio un fratello maggiore"; lei rideva e mi diceva che non era possibile, allora io mi arrabbiavo perché lo volevo avere a tutti i costi. Se adesso dovessi immaginare quell'ipotetico fratello mai avuto sarebbe identico a Luigi: i suoi stessi capelli scuri, gli occhietti vivaci e il sorrisetto furbo, contornato dalle guance sempre un po' arrossate. Gli voglio un bene che va oltre ad ogni confine, e spero di non perderlo una volta usciti da qui; con Gigi ci ho scambiato un pezzetto di cuore. 

spazio autrice 
Ciao amici! Come state? 
Altro capitolo di passaggio ma vi prometto il prossimo sarà più -come dire- intenso? 
Per il momento vi saluto e vi lascio fare delle supposizioni; noi ci vediamo domani con il prossimo. VI VOGLIO BENE <3

Combinazioni di parole// Alex WWhere stories live. Discover now