sessantasei

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Il sole filtra dalla tenda chiara e mi sbatte in faccia, disturbando il mio sonno profondo. 
Mi stropiccio gli occhi con le mani e tento di stiracchiarmi, sentendo però un peso sull'addome che mi impedisce di compiere troppi movimenti. Apro gli occhi, sbattendo le palpebre ripetutamente per abituarmi alla luce, e non appena gli oggetti tornano ad essere nitidi metto a fuoco la figura dormiente di Alex al mio fianco. Metà della sua faccia è sprofondata nel cuscino, ha la bocca semi aperta e gli occhi chiusi, un'espressione rilassata stampata sul viso. Mi giro a fatica cercando di non svegliarlo e mi volto totalmente verso di lui; lo guardo da vicino cogliendo ogni dettaglio del suo viso nonostante io lo conosca a memoria, tanto che potrei fargli un ritratto senza nemmeno averlo davanti. Le lentiggini sulle sue guance e sul naso si sono fatte un po' più evidenti, a causa del sole; passo i polpastrelli sull'angolo della sua mandibola cercando di calcolarne ad occhio i gradi, ma ho sempre fatto schifo in geometria. 
Gli lascio un bacio sul naso, poi uno a stampo sulle labbra e lo sento mugugnare qualcosa che non assomiglia ad una parola vera e propria; sorrido a pochi millimetri da lui e poi continuo a baciargli qualsiasi parte di viso mi capiti a tiro -le guance, il naso, la bocca. 
Penso che finalmente è tornato tutto dove deve stare; questo mese senza di lui è stato interminabile e lo so che può sembrare esagerato, ma è stato così. 
La distanza, mi ha sempre spaventata e so che spaventa anche lui. In casetta era tutto facile, stavamo insieme tutto il giorno tutti i giorni, se avevo voglia di stare con lui mi bastava girare l'angolo e trovarlo seduto sul divano oppure sul suo letto; fuori invece è tutto diverso. 
L'ho sperimentato in questo mese in cui sono stata sommersa dalle cose da fare e ho a mala pena avuto tempo di cenare con i miei genitori la sera, o passare a salutare le nonne un giorno si e uno no. Se è stato difficile con la mia famiglia, come sarà con lui? 
Entrambi avremo le nostre cose da fare, diversi impegni che ci collocheranno in luoghi lontani e stare insieme sarà sempre più complicato; non vorrei pensarci, forse non dovrei nemmeno, ma il solo pensiero che qualcosa di così stupido come la distanza me lo porti via mi logora lo stomaco. 
<Buongiorno> sento dire da una voce impastata dal sonno. 
<Buongiorno> ripeto, lasciando andare quel pensiero, e concentrandomi su di lui e sul momento. Mi posa una mano sulla guancia e mi attira a se lasciandomi un bacio dolce sulle labbra. 
<A che pensavi?> chiede staccandosi di poco, spostandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio. 
Scuoto il capo; <a niente> 
Chiude gli occhi in due fessure; <sicura?>
<Sicurissima> affermo mostrandomi convinta e baciandolo ancora. Mi alzo in fretta dal letto, sfuggendo alla sua presa e giungo davanti alla grande finestra con cinque passi, apro le tende bianche e il paesaggi di Roma mi si presenta davanti, lasciandomi a bocca aperta e col fiato sospeso. Il Colosseo è perfettamente visibile dal sesto piano di questo palazzo e il solo che ci batte sopra lo rende ancora più magico; le pietre antiche sembrano quasi scintillare sotto i raggio di luce e tutto il complesso sembra galleggiare in una dimensione a sé che lascia fuori tutto il resto. Un po' come me e Alex quando ci chiudiamo nella nostra bolla, e tutto il resto sparisce. Il castano mi raggiunge da dietro, allacciandomi le braccia attorno alla vita e tirandomi a se; mi sposta i capelli da un lato lasciandomi il collo scoperto da una parte, appoggia il mento sulla mia spalla e mi lascia una scia di umidi baci dall'orecchio fino alla base del collo. 
Sento il respiro farsi più pesante all'istante, chiudo gli occhi mentre mi mordo il labbro; mi fa sempre lo stesso effetto indipendentemente dal tempo che passa. 
Mi fa girare verso di lui, infila le dita sotto all'orlo della sua maglietta che mi arriva fin poco sotto al fondoschiena e stringe la presa sulla mia pelle; <quando sto con te non capisco più niente> mormora vicino al mio orecchio, prendendomi il lobo tra i denti. 
<Mi fai perdere il controllo- all'inizio un po' ti odiavo per questo, mi spaventava il sentirmi così vulnerabile, impotente, quasi fragile> continua a parlare mentre cammina in avanti, io avanzo camminando all'indietro finché non sento il materasso del letto sbattermi conto le gambe. 
Accenno un sorrisetto guardandolo dritto negli occhi; <mi piace farti perdere il controllo> sussurro sulle sue labbra. 
Prende a baciarmi con foga, sollevandomi per le cosce e facendomi allacciare le gambe al suo busto; mi adagia delicatamente sul materasso e mi sovrasta col suo corpo, reggendosi con le braccia ai lati della mia testa. Frettolosamente mi leva di dosso l'unico indumento che copre il mio corpo e lo getta in un angolo ai piedi del letto che non riesco a vedere, i suoi occhi scorrono dal mio viso alle mie gambe, soffermandosi sul seno coperto da un reggiseno nero con le spalline in pizzo.
Prendo con l'indice la collana di perle che porta al collo e lo attiro a me; <vuoi fissarmi per tutto il tempo?> 
Ridacchia sulle mie labbra; <non sarebbe male però preferisco sfruttare meglio il nostro tempo> riprende a baciarmi spostandosi man mano sempre più in basso, passa per il petto e arriva fino all'addome poco sotto all'ombelico. 
Rialza lo sguardo, fissandomi dal basso; <la nostra prima volta senza telecamere in mezzo ai piedi> dice mentre con gli indici abbassa l'intimo nero, facendolo scorrere fino alle mie caviglie per poi gettarlo a terra insieme alla sua maglietta. 
<Ti è mai interessato?> domando ridacchiando. 
Finge di pensarci un attimo, stringendo gli occhi in due fessure; <mh- no> dice poi. 
Mi lascia un bacio sul basso ventre e poi, posando le mani sulle mie cosce mi divarica le gambe, infilando la testa tra di esse e prende a torturare il mio punto più sensibile con la lingua aiutandosi con le dita. Mi sembra di morire, in senso positivo. Getto la testa all'indietro, inarco la schiena e stringo in un pugno le lenzuola bianche. Continua a giocherellare con il mio clitoride per attimi in cui mi sembra di toccare il cielo con un dito. Smette proprio quando sto per raggiungere l'apice, lasciandomi con un gridolino di piacere incastrato a metà gola. Riporta il viso all'altezza del mio, lasciandomi un altro paio di baci a stampo sulle labbra; lo spingo posandogli la mano sul petto già nudo e mi metto a cavalcioni su di lui. Gli sfilo i pantaloni della tuta che indossa e lo lascio in boxer, attraverso cui si nota già la sua eccitazione. Con l'indice scorro la linea centrale dei suoi addominali, ammirando ogni centimetro del suo corpo che mi era mancato fin troppo. La sua pelle che scorre sotto le mie dita, l'odore familiare del suo corpo, cose senza di cui non sarei saputa restare senza per troppo tempo. Gli bacio la pelle del petto, mordicchiandolo leggermente, mentre con le dita sfioro il suo rigonfiamento sentendolo sussultare di poco. Lo guardo sorridendo, soddisfatta di fargli ancora lo stesso effetto; ammetto di aver avuto paura di non provocargli più la stessa reazione, ho pensato che dopo essere stato un mese senza di me avesse capito che in realtà non sono nulla di insostituibile ma il suo corpo in questo momento mi sta confermando l'esatto opposto. 
Getta la testa sul cuscino, strofinandosi le mani sulla faccia quando infilo la mano dentro all'indumento facendo scorrere le dita attorno a tutta la sua lunghezza. Lo sento imprecare qualcosa a bassa voce seguito dal mio nome, che detto da lui suona benissimo; ansima strizzando gli occhi mentre aumento di poco la velocità facendolo aspettare più del dovuto. Lo stuzzico, accelero e rallento apposta per non permettergli di raggiungere l'apice, mi comporto da vera stronza insomma. Quando sfilo la mano dai suoi boxer ricevo un'occhiataccia come risposta seguita da un sei una stronza pronunciato con un sorrisetto stampato sulle labbra. 
Si alza e cerca freneticamente qualcosa dentro alla tasca esterna della valigia nera, io rimango a guardarlo sdraiata a pancia in su sul letto, sorretta sugli avambracci per scorgere da lontano i muscoli della sua schiena che si contraggono ad ogni movimento; quando trova finalmente quello che cerca si rialza tornando verso di me e sventolando in aria una bustina argentata. 
Mi lascia un bacio leggero, che a mala pena percepisco, e poi si sdraia di nuovo sovrastando totalmente il mio corpo; <è l'ultimo> mormora vicino al mio viso, il suo respiro mi sbatte sulla pelle. 
Glielo sfilo dalle mani osservando attentamente gli angoli squadrati; <dovrai fare rifornimento> bisbiglio guardandolo. 
Annuisce cercando di recuperarlo ma glielo impedisco spostando la mano; <faccio io> dico spingendolo  leggermente per farlo sdraiare al mio fianco. Mi rimetto a cavalcioni su di lui mentre mi guarda scartare il preservativo dall'involucro riflettente; si morde duramente il labbro quando prendo ad infilarglielo facendo scorrere le dita lentamente dalla punta della sua lunghezza in giù. 
<Okay hai fatto abbastanza> dice rimettendomi sotto di lui; <adesso tocca a me> 
In un gesto veloce entra in me spingendo una, due, tre volte sempre più a fondo nella mia intimità; le mie dita gli tirano leggermente i capelli per poi spostarsi sulle sue spalle e sulla sua schiena dove lascio dei tratti arrossati con le unghie in preda ad un piacere incontenibile. Ansimo, incapace di fare qualsiasi cosa, mentre lui mi lascia dozzine di baci sulle labbra, sul collo e sul seno dove si sofferma a torturare uno dei miei capezzoli con i denti. 
Man mano che spinge più a fondo provo una sensazione di pienezza che mi era mancata terribilmente in questo mese; sentirlo dentro di me, i nostri corpi che si uniscono in un incastro perfetto e che combaciano come pezzi di un puzzle, è una sensazione che niente al mondo può sostituire. 
<Ale> ansimo a denti stretti. 
Lui alza lo sguardo su di me, non cessando di affondare nella mia intimità ormai completamente bagnata; <mh?> mugugna a fatica, anche lui in preda al piacere. 
Tento di parlare almeno un paio di volte prima che la voce si decida ad uscire; <vai- più veloce> riesco a dire a tono basso, tra un gemito e l'altro. 
Sorride guardandomi e soddisfa il mio desiderio, aumentando ancora di più la velocità. Sento il mio corpo che sta per cedere; spinge un altro paio di volte prima che io senta la mia intimità stringersi e poi allargarsi di colpo, rilassandosi. Lui viene un secondo più tardi, ansimando il mio nome. Si sdraia accanto a me, con il petto che fa su e giù rapidamente; getta il preservativo da qualche parte che non riesco a capire e poi mi fa appoggiare il capo sul suo petto nudo. I nostri corpi nudi sono coperti solo dal lenzuolo bianco del letto, avvinghiati l'uno all'altro in un abbraccio indissolubile come quello di Klimt. 
Sposta una ciocca dei miei capelli dietro alla mia spalla, con le fossette ad impreziosirgli le guance; <perché mi guardi così?> chiedo sorridendo a mia volta. 
<Perché sei bella> sussurra lasciandomi un bacio sul naso; <e perché mi sei mancata> aggiunge poi, dandomi un bacio all'angolo della bocca; <e perché ti amo> continua, posando le labbra sulle mie. Ricambio il bacio, più dolce e pacato rispetto a quelli focosi di poco fa, ma altrettanto bello e prezioso. 
<Anche tu mi sei mancato, tanto> dico una volta che ci stacchiamo; <e ti-> vengo interrotta da qualcuno che bussa alla porta della stanza. Guardo il ragazzo confusa che si alza all'istante infilandosi velocemente i boxer e i pantaloni che recupera da terra; mi tiro le coperte più in su, fino al collo, per coprirmi totalmente. Va ad aprire la porta e sento la voce di una ragazza, da qui non la vedo anche allungando il collo ma non posso di certo alzarmi e presentarmi davanti a lei completamente nuda perciò resto ferma dove sono senza capire cosa stia succedendo. Dopo qualche secondo Alex ritorna dentro con un vassoio di legno chiaro tra le mani, chiudendosi la porta alle spalle; appoggia il vassoio coperto da un coperchio d'acciaio sul letto e riprende posto accanto a me. 
Sposta il coperchio, rivelando un tagliere pieno di cose da mangiare che hanno un aspetto delizioso. Ci sono frutta, pane tostato, marmellata, miele, una teiera fumante e anche dei pancakes. 
<Ieri -o meglio stamattina- quando siamo arrivati ho chiesto di far portare qualcosa da mangiare per le tredici> spiega notando la mia espressione confusa. 
<Ottima idea> dico prendendo un mirtillo e portandolo alla bocca, il sapore leggermente aspro mi pizzica la lingua ma è piacevole; <anche se potevano mandare un uomo> 
<Non ci credo> ridacchia; <dovrei essere io quello goloso, ricordi?> chiede prendendo una fetta di pane e spalmandoci sopra della marmellata rossa, credo di fragole. 
<Era carina?> domando guardandolo. 
Lui scrolla le spalle, evitando il mio sguardo; <non era male> 
Gli colpisco il braccio con un pugno facendolo ridacchiare e poi mi alzo per recuperare l'intimo nero ed indossarlo; <mi piacevi di più prima> mormora quando mi risiedo leggermente più distante da lui rispetto a prima. 
<Potevi pensarci prima di guardare quella> prendo un pancake e ci spalmo su quella che -credo- sia una crema spalmabile al pistacchio. 
Lui ridacchia ancora; <stavo scherzando> 
<Non importa, ti ha comunque visto mezzo nudo> alzo le spalle senza guardarlo. 
Mi punzecchia il fianco con l'indice, avvicinandosi col viso al mio collo lasciandomi dei baci umidi su di esso; <dai amore, scherzavo> piagnucola. 
<Mh> mormoro io, guardandolo con la coda dell'occhio. 
<Me lo dai un bacio?> domanda con un labbruccio fin troppo adorabile, ma mi impongo di non cedere così facilmente. 
Incrocio le braccia al petto dopo aver preso un altro morso; <no> 
Con l'indice prende un po' di panna montata dalla ciotola sul vassoio e me la spalma sul naso; <Alex> esclamo guardandolo male.
Lui alza le spalle, ridendo sotto i baffi; <è la tua punizione> 
<Sei proprio scemo> rido. Faccio per prendere un tovagliolo e pulirmi ma mi afferra il polso, bloccando le mie azioni; si avvicina al mio viso leccando via la panna dal mio naso. Senza che me ne accorga ne prende ancora un po' e me la lascia sul labbro superiore, poi mi guarda e scuote il capo; <sei proprio una frana> dice sconsolato. 
Sorrido alzando le spalle, è proprio stupido ma lo amo anche per questo. 
Lecca via dalla mia bocca la spuma dolce, soffermandosi più del dovuto a succhiare il mio labbro superiore. Quando fa per staccarsi lo trattengo, posandogli una mano dietro al collo e baciandolo più approfonditamente. Non ci stacchiamo finché non siamo senza fiato. 
<Alla fine me lo hai dato un bacio> dice fiero. 
Scuoto il capo, dandogli una spallata; <sta zitto> 
<Dai mangia> dice guardandomi. 
Restiamo in camera per tutto il giorno, ridendo e scherzando tra di noi. 
Avevamo valutato l'idea di andare a fare un giro per Roma ma abbiamo perso un ora e mezza nella doccia e si sono fatte le 17.00 più in fretta del previsto. Il taxi ci sarebbe passato a prendere alle 18.30 e ci avrebbe portato fino all'aeroporto dove avremmo preso il volo per Milano alle 20.00. Nell'ora e mezza che ci è rimasta abbiamo improvvisato un concerto tra di noi, cantando l'album completo di Harry Styles; abbiamo goduto della vista sul Colosseo dal balcone della nostra stanza al sesto piano, colpendoci il braccio ogni qualvolta vedessimo passare in lontananza una macchina gialla. Accoccolata sulle sue gambe abbiamo parlato del futuro; anche lui ha firmato un contratto con la 21CO ed io ne sono stata entusiasta, avere la stessa casa discografica significa passare più tempo insieme e ciò non può che farmi piacere. 
Adesso sto guardando le luci scorrere sotto di noi dall'oblò dell'aereo, ho dovuto insistere con Alex per sedermi dal lato del finestrino ma alla fine ha ceduto quando gli ho gettato le braccia al collo e l'ho baciato all'angolo della bocca. Abbiamo già deciso che i miei ci verranno a prendere all'aeroporto e dormirà a casa mia stanotte; mio papà ha fatto un po' di storie all'inizio ma ha accettato quando ha sentito l'alternativa: andare a dormire da lui o, ancora peggio a detta sua, in un hotel. Guardo il castano al mio fianco che tiene gli occhi chiusi e le cuffie nelle orecchie, non sta dormendo ma la sua espressione rilassata è la stessa che ho visto questa mattina quando mi sono svegliata.
Sento che sono davvero felice adesso; tutto sembra essere al posto giusto e fatico persino a crederci. Questa sensazione di leggerezza dentro al petto che provo da quando c'è Alex è la cosa più bella che mi sia successa da anni, e farò di tutto per farla durare a lungo. 

Farò di tutto per far durare me e Alex, la nostra storia, il più a lungo possibile.

spazio autrice
Ciao amici! Qui per dirvi che questo è il penultimo capitolo ma DON'T WORRY, sto già lavorando al sequel e sono moolto emozionata perché ho delle idee TOP. 
Fatemi sapere se il capitolo vi piace e, perché no, qualche supposizione su cosa succederà nel sequel. Ditemi anche se vorreste un piccolo spoiler -cioè il titolo, che potrebbe rivelare già qualcosa- se mi direte di si ve lo rivelerò nel prossimo capitolo.
Grazie mille per tutto, VI VOGLIO BENE, a presto <3

Combinazioni di parole// Alex WWhere stories live. Discover now