20. La Ragazza Straniera, Parte 5

43 7 201
                                    

Le fitte al braccio sinistro di Shoko erano lancinanti. 

Con un solo calcio dalla potenza esorbitante, l'osso si era spezzato come fosse un ramoscello calpestato nel bosco, e adesso era praticamente fuori uso. L'unica consolazione che l'uomo aggredito trovò fu che quantomeno non era capitato al braccio con cui impugnava la sua arma. Nonostante la situazione pressoché disperata, avrebbe potuto tentare una difesa. Marta, però, nel suo sguardo avido e con il volto in ombra era spaventosa.

"Quello non era un calcio normale... sono sicuro di aver visto una sorta di gas verdino attorno alla sua gamba, simile a quello che mi è capitato di notare attorno alla mia pistola certe volte." rifletté Shoko, rialzandosi in piedi sfruttando la forza delle sole gambe, arrancante.

"Oh? Ma guarda un po', sei ancora vigile. Dopotutto, sei pur sempre quello Shoko Satomi, la leggenda vivente tra i killer. O almeno ciò che ne resta." sogghignò Marta, a denti stretti.

"Perché, Marta? Mi hai ingannato, in realtà non c'è nessuna resistenza a Teary Spiral, è così?" chiese Shoko. Si sentiva tradito, e ciò alimentava in lui una certa rabbia interiore, quella che così a fatica era riuscito a soffocare negli ultimi mesi in seguito alla vicenda con Oussama Ahlil.

Marta sfoggiò una risata plateale.

"Ti pare che un'organizzazione nell'ombra come la nostra possa avere una qualche cellula segreta a contrastarla? Se nessuno è a conoscenza della tua esistenza, sarà impossibile che ti si ribellino!" esclamò.

Shoko digrignò i denti e serrò le palpebre sui gelidi occhi grigi.

"Anche il mio passato con Akiko? Anche quelle belle parole sul sentirti simile a me per il fatto che non possedevi veri ricordi felici? Il rimpianto per essere cresciuta senza affetto in quei servizi segreti? Tutte menzogne?" tese i muscoli del braccio destro, emettendo un sordo scricchiolio.

Marta parve esitare, per appena un istante l'aria maligna di scherno abbandonò il suo viso per fare posto a un'intrinseca indecisione.

"Le voci che ti ho raccontato su di te restano vere. Per quanto riguarda la seconda parte, le persone come me non possono amare. Sono stata cresciuta per uccidere, dispensatrice e foriera di morte. In ragione di ciò, non posso accostarmi ai colori della vita. Mi renderebbe solo debole e intralcerebbe i miei doveri." affermò ritrovando la decisione. Ma la sua voce sembrava robotica, frutto di una ripetizione mnemonica, mentre esprimeva quei concetti. "Peccato, Shoko Satomi. Eri un tipo affascinante... forse sarebbe potuta andare diversamente in altre circostanze. Ma ora ho bisogno dei tuoi poteri." 

L'aura verdina attorno ai palmi delle sue mani rivolti verso l'alto divampò, accrescendo la sua massa in modo esponenziale. Marta scattò in avanti per mettere definitivamente fuori combattimento il nemico. 

Questo si gettò sulla sinistra appena in tempo per evitare che un gancio devastante dell'assalitrice gli spaccasse anche la spalla sinistra. La parete vicino alla quale si era riparato andò in frantumi sotto la forza sovrannaturale scaturita dalla guerriera. Shoko approfittò del denso fumo che venne alzato dall'impatto per celarsi alla vista di Marta e sgattaiolare in corridoio. 

"Dove sei, topino? Non puoi scappare in nessun buco nel muro, io ti troverò sempre!" udì canticchiare la ragazza. Ma Shoko non intendeva fuggire e basta.

La sua pistola era già puntata sulla fronte dell'avversaria. Lo strano fumo verde si addensava attorno a essa, eppure Shoko non aveva idea di come manifestare il potenziale celato dentro di sé. Decise dunque di optare per un unico proiettile per mettere fine alla faccenda. Era combattuto al riguardo ma, considerato lo svantaggio, non aveva scelta. 

Light Souls CityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora