21. La Strage di Nagoya, Parte 1

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La ragazza dalla chioma bionda era in piedi davanti all'alto edificio dalla struttura simile a un dojo con più piani sovrapposti, in uno spiazzo alle spalle di un vicolo che dava sulla folla ronzante del quartiere di Sakae, il cuore pulsante della città di Nagoya. Al di là dell'imponente quanto curiosa struttura, sotto la quale attendeva con sguardo torvo, si intravedeva uno scorcio di quella che era la ruota panoramica di Sky-Boat: una delle attrazioni principali del frequentato quartiere d'intrattenimento.

Accaldata, nel suo completo nero in giacca e cravatta, si guardava attorno con i suoi occhi dal taglio tirato e l'intenso colorito arancione chiaro. Era affiancata da due giovani uomini, anch'essi abbigliati con abiti formali come i suoi, che apparivano impassibili in volto.

Uno, alto e dal fisico asciutto, portava capelli corti e neri pettinati verso destra in un piccolo ciuffo, sopra un paio di iridi celestine.

L'altro, seduto su di un basso muretto fatiscente, era bassino e costantemente pervaso da un'aria flemmatica, come se con la mente si trovasse da tutt'altra parte, con uno sguardo pigro negli occhi rossi in mezzo ai quali cascavano ciocche ribelli di un blu molto acceso.

Erano tutti e tre in trepidante attesa per l'evento importante che di lì a poco si sarebbe tenuto, sebbene la ragazza fosse colei che dava maggiori segni di impazienza.

"Insomma, quando arriva il capo? Io voglio vederla, è da troppo che manca qui a Nagoya." borbottò con voce elettrizzata quest'ultima, le lunghe ciocche bionde lievemente sospinte dal vento. "E pensare che qui si trova la sede principale, non in quel tugurio di cittadella dove si è stabilita!"

"Rilassati, Yami. Sarà qui a momenti, non c'è motivo di avere fretta. È sempre stato il tuo difetto, per questo commetti così tanti errori banali durante le missioni." tentò di acquietarla l'uomo alto.

"Però alla fine riesco sempre a portarle a termine con successo, Junpei." si difese Yami, contrariata. "E poi non farmi la ramanzina, lo sai che non sopporto chi è spocchioso. Soprattutto se si tratta di un uomo che vuole insegnare come comportarsi a una donna, lo trovo disgustoso. Inoltre..."

"È partita, ora non si ferma più..." pensò Junpei, stranito. "Comunque sia, datti una regolata, mi metti ansia. Akiko-sama arriverà." la troncò sul nascere.

"Dopotutto, è in quel tugurio di cittadella che sono concentrate le Anime della Luce, è normale che sia spesso lì." aggiunse il terzo, in tono basso e strascicato, senza alzarsi dal suo abbozzato sedile pietroso.

Yami si limitò a lanciargli un'occhiata truce che lo fece trasalire.

Miko Minamino, a discapito delle apparenze, in realtà era un tipo che si spaventava facilmente. E in particolare Yami era in grado di fargli accapponare la pelle solo con lo sguardo. Non che gli avesse mai fatto nulla, di solito era semplicemente lui a crearsi più problemi di quanti realmente ne esistessero, e ciò valeva per qualunque ambito.

"Non farci caso, Miko, non ce l'ha con te. È solo euforica per il meeting tra i leader delle maggiori sezioni. È da settimane che ripete di non voler essere la causa di brutte figure per il capo." lo rassicurò Junpei con una mano salda sulla spalla, dato che l'aveva visto diventare letteralmente blu dallo spavento.

"Oh, tranquillo." ribatté Miko con un sorriso indecifrabile. "Sono abituato a innervosire le donne solo incrociando lo sguardo con loro." affermò, gli occhi splendenti illuminati dalla luce del sole.

"Non fare uscite del genere con tale nonchalance... Oltretutto, perché sei sembrato figo mentre lo dicevi?"

Un urletto stridulo di Yami costrinse entrambi ad alzare lo sguardo. E così la videro: magnifica come sempre nella sua compostezza, quasi una divinità ai loro occhi. Indossava un abito elegante simile al loro, ma su di lei pareva risaltare il triplo, conferendole un aspetto a dir poco regale. I capelli biondo chiaro erano acconciati in una coda alta dietro la nuca, con due ciocche laterali che ricadevano lungo la fronte ad accentuare il fascino del suo viso pulito.

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