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Una volta ripreso il completo controllo del suo respiro e della realtà circostante, Nora fece qualche passo in avanti, appoggiandosi al tavolo che aveva vicino per non perdere l'equilibrio, per poi accovacciarsi a terra alla sinistra di Steven e Layla, ora l'uno di fronte all'altra.
"prova a vedere se c'è un'altra uscita, ci penso io" disse a Layla, facendola smettere di parlare e facendole aggrottare le sopracciglia, dato che la voce della bionda era ancora ridotta a poco più di un sussurro.
"d'accordo, sicura di stare bene?"
"si, devo solo riprendere un po' di fiato" sorrise lievemente mentre Layla si stava già alzando in piedi. Nora poi si concentrò su Steven, anche lui con una espressione preoccupata: "cos'è successo davvero?" chiese, in modo che solo lei lo potesse sentire, ma Nora scosse la testa e cambiò discorso senza rispondere: "Steven quella cosa, non è una da cui scappi e basta, e so che tu non vuoi fare del male a nessuno, perché non vuoi dare il corpo a Marc? che cosa ti hanno detto quei falsi detective? Hanno parlato di Dubai? Norvegia? New York?-"
"devi per forza nominarle tutte?" domandò retoricamente Marc dallo specchio, tornando nel suo tono acido, e Nora lo ignorò, continuando: "oppure hanno parlato dello scavo in Egitto?"
dall'espressione di Steven, la donna capì di aver fatto centro. Steven, infatti, mentre veniva portato in quel quartiere, aveva sentito quei detective parlare del curriculum di Marc come mercenario, in particolare, di un sito di scavi in Egitto,  dove gli archeologi sono stati legati e uccisi con uno sparo alla nuca, a mo' di esecuzione.
"c-c'eri anche tu?"
"no, ma Marc è il mio migliore amico, e fino a prima che sparisse mi facevo raccontare alcune cose"
"anche tu sei una mercenaria?"
"No, ma fino a quando ero a Giza sapevo che alcune volte bisogna minacciare o uccidere qualcuno per far si che ti lasci in pace" esclamò Nora con la voce più bassa, cupa.
Steven fece due più due: "per questo te ne sei andata..." realizzò, e Nora fece in tempo ad annuire prima che la porta si aprisse di scatto, lasciando entrare quello strano sciacallo. i due scattarono in piedi e cominciarono a indietreggiare, mentre Layla, per un qualche assurdo motivo, non vedeva o sentiva niente di quell'essere.
"sciacallo!" gridò Steven in preda allo shock.
"lasciamelo dire, sembra più un Anubi versione zombie" se ne uscì Nora prima di cercare di affrontare quel mostro, fallendo miseramente e venendo scaraventata fuori dalla finestra poco prima di Steven, il quale cadde in perfetta posizione da supereroe, in un completo elegante e completamente bianco, con una maschera aderente a tutto il volto e gli occhi ora erano di un bianco-azzurro luminoso.

 Nora nel frattempo era stata messa di nuovo a terra, dato che la caduta le aveva causato una commozione celebrale che ci stava mettendo più del previsto a guarire. Quando riprese a vedere lucidamente, Steven era a terra in mezzo alla strada, un autobus turistico dietro di lui e un'auto che per poco non lo investiva. prima di questo però, c'era quello strano coyote che si stava avvicinando a Layla mentre lei era distratta. 
Il più velocemente possibile, Nora si alzò in piede e saltò addosso a quella creatura, cercando di rompergli l'osso del collo, ma come risultato ottenne solo un piccolo rodeo concluso con lei a pochi centimetri di distanza dalle fauci del coyote;
"è stato un bel pugno, va detto- esclamò Marc a Steven mentre questo si rialzava con fatica appoggiandosi ai vetri dell'autobus, facendo indietreggiare tutte le persone -guardati attorno. Qualcuno si farà male se non mi lasci intervenire" Steven si guardò indietro, a quel punto, Nora  prese un tubo di scarico della macchina che aveva dietro di se con l'eccessiva forza che aveva in corpo grazie alla famosa collana, la infilò nella bocca della creatura e inarcando la schiena si diede la giusta spinta per colpirlo e farlo indietreggiare e allo stesso tempo per aiutarla a mettersi in piedi.

"non lo so, lei se la sta cavando bene" esclamò Steven meravigliato, così come lo era anche Marc, anche lui era già più abituato a vederla combattere.
"si...ma non reggerà molto con la botta in testa che si è presa prima, le serve una mano"
"e va bene, d'accordo fallo, prendi il controllo, per adesso" esclamò esasperato l'inglese, per poi lasciare spazio a Marc, che non appena prese il controllo cambiò quello che indossava, da quel completo all'armatura guaritrice del tempio di Konshu, le cui armi tenute sul petto erano delle lame a forma di luna dorate, nonché il simbolo della sua sottomissione al dio, mentre il resto del costume era formato dalle stesse bende che gli antichi egizi usavano per la mummificazione, tutto coperto da un lungo mantello con cappuccio, tutto sui toni del grigio.













𝖠𝖬    𝖨    𝖣𝖱𝖤𝖠𝖬𝖨𝖭𝖦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora