Egli era steso su un tessuto di erba scura, quasi pungente, e ascoltava il silenzio che lo circondava.
Quella notte dimenticata da dio si era fatta spaventosamente triste; talmente triste che nel silenzio si potevano sentire, lontani, dei lenti singhiozzi.
E fu così, che quella notte egli vide le stelle piangere.
Lacrime di disperazione gli cadevano addosso e si mischiavano al fango nei suoi capelli, braccia, mani... Un po' di quello scuro fango gli andò anche nel cuore; un cuore così piccolo e debole che divenne terra.
La notte seguente egli si stese sullo stesso tessuto d'erba scura e si tagliò quei suoi dannatissimi polsi.
E questa volta le stelle non piansero.
O forse lui semplicemente non le sentì.