Sentiva gli sguardi addosso, occhi puntati come lame e pensieri odiosi che rimbombavano nella testa degli altri.
Una compassione forzata e poi cuori spenti e pieni di nullità, occhi di disapprovazione, occhi colmi di disprezzo. Alcuni bagnati di una stanca felicità, altri di caldo orgoglio, ogni tanto poteva scorgere sguardi amorevoli, sguardi di complicità innocente.
Riusciva a decifrare le persone in ogni angolo di loro stesse, con le dita a volte sentiva di sfiorare una conoscenza che quasi non sentiva umana.
Ma lui no. Lui era intoccabile, i suoi occhi indecifrabili persino agli angeli, lei non capiva, non capiva perché fosse così difficile decifrare una persona così prevedibile. Perché lei aveva capito come funzionava la sua nullità, ma ancora le era sconosciuto cosa attraversava la testa di lui mentre la guardava, cosa pensava veramente e perché scorgeva quei suoi pozzi macchiati d'oro a fissarla così intensamente.
intoccabile.
questa era la parola giusta.
perché lei non riusciva a decifrare nulla in lui, e così lo vedeva lontano, come se fosse un ombra.
un ombra di cui lei era innamorata.
