Capitolo 3

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Non appena Mattia si trovò davanti l'amico e la ragazza ancora mezzi avvinghiati nel bacio, non perse tempo a mettersi in mezzo.

"Chri mi gira da morire la testa, possiamo andare via?"- chiese provocando lo stupore di entrambi e guadagnandosi uno sguardo fulmineo dell'amico.
"Per favore" - aggiunse rendendosi conto di sembrare veramente un bambino capriccioso, ma non riusciva proprio a fare altrimenti. La visione di quel contatto tra i due lo aveva infuocato di gelosia ed evidentemente non era assolutamente in grado di gestirla.
Christian fece rimbalzare il suo sguardo dalla ragazza all'amico finchè soffermandosi su quello di lei disse: "Scusami tanto, davvero. Passami il cellulare che ti lascio il mio numero, magari ci ribecchiamo una di queste sere...io sto qua tutta l'estate."
Lei, se pur scocciatissima, annuì e gli passò il cellulare.
Nel frattempo Eleonora si trovava alle spalle dell'amica con uno sguardo indispettito che Mattia decise di ignorare completamente.
"Ci sentiamo allora." - fece Christian dopo averle restituito il cellulare, lasciandole un bacio sulla guancia.

Non appena furono abbastanza lontani dalle due, il moro chiese all'amico come stava e vedendolo particolarmente scosso decise di non fargli una scenata per l'occasione che gli aveva fatto perdere. Non sapeva però che Mattia non stava veramente male fisicamente, ma stava invece ribollendo di gelosia. Non avvertirono neanche gli altri che erano in pista a ballare perchè Mattia camminava con grandi falcate senza neanche aspettare l'amico, che decise allora di inviare solamente un messaggio vocale sul gruppo per avvertire gli altri e praticamente inseguire il biondo che camminava così velocemente da starlo lasciando indietro.

"Frà, ma perché corri? Ti conviene camminare piano se ti gira la testa." - disse alzando la voce il moro per farsi sentire.
Mattia rimase in silenzio.
Christian allora allungò il passo tanto da riuscire a beccare il suo braccio e trattenerlo per costringerlo a girarsi.
"Oh, ma che hai? È stato il cocktail? Ne hai bevuti altri mentre io ero con Rebecca?" - chiese Christian.
Nel sentire il nome della ragazza Mattia replicò, nella sua mente, le immagini che aveva visto poco prima e sentì le orecchie andare a fuoco dalla gelosia.
"No, non ho bevuto niente mentre tu limonavi con la signorina che ti ha sbavato dietro tutto il tempo." - rispose con tono antipatico.
"Ma sei incazzato? Ti piaceva lei? Scusami bro, ma anche a me piaceva la bionda in realtà...solo che lei è rimasta folgorata dai tuoi occhi evidentemente, te l'ho lasciata per quello, mica per altro. Non voglio trovare l'amore della mia vita questa estate, voglio solo divertirmi, una vale l'altra." - disse Christian.
"Mamma mia se sei coglione, ti facevo più gentiluomo." - lo rimproverò Mattia sciogliendosi finalmente un po'.
"Purtroppo è un mio difetto, cambio atteggiamento solo quando amo veramente." - si difese Christian.
"Chissà chi sarà la fortunata allora." - disse Mattia a bassa voce riprendendo a camminare.
Christian rimase in silenzio, stava cominciando a porsi delle domande. Vedeva l'amico veramente troppo strano e non sapeva da cosa potesse dipendere, ma qualcosa gli suggeriva che lui fosse parte della motivazione.
Non aveva, però, il coraggio di chiedere.

~

Arrivarono poco dopo in Accademia, entrati in camera Mattia si lasciò cadere sul letto facendo un tonfo.
"Come stai?" - chiese Christian.
"Insomma." - rispose sinceramente.
"Posso chiederti cosa c'è che non va? Sei strano da stamattina e forse anche da prima." - chiese il moro appoggiandosi al muro con le mani dietro la schiena e guardando l'amico disteso sul letto che aveva gli occhi puntati sul soffitto.
"È complicato, lascia stare."
"Non mi va di vederti così, mi sembri perennemente teso, in allerta, a tratti incazzato e a tratti triste. Che succede? Questa sarà probabilmente l'estate migliore della nostra vita, voglio godermela con te. Se c'è qualcosa che non va parliamone adesso e risolviamo tutto." - disse Christian con dolcezza.
Mattia non parlò.
A quel silenzio Christian reagì sedendosi sull'angolo del letto e poggiando la sua mano sulla gamba dell'amico.
"Oh, che c'hai?" - aggiunse.

Fratelli o poco più - ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora