Capitolo 20

1K 56 19
                                    

Una volta in camera il più piccolo si lasciò andare sul materasso, mentre Christian era indaffarato nel cercare chissà cosa dentro la sua metà di armadio.

"Come mai vi stavate abbracciando?" - chiese Mattia alludendo a ciò che era successo poco prima con Alex.
"Lo stavo ringraziando perché ieri si è preso cura di noi, perché?" - rispose Christian tranquillamente, continuando a rovistare tra i vestiti.
"Mmh..." - fece Mattia.

"Perché?" - a quel punto Christian si girò per guardare l'altro - "Sei geloso?" - aggiunse.
"Geloso? Chi?" - chiese forse con tono troppo acuto il latinista.
"Sì geloso Mattia, tu...proprio tu." - gli spiegò il moro.
"Ma smettila..." - sbuffò il più piccolo che venne tradito da un leggero imbarazzo che gli imporporò le guance.
"Si sei geloso!" - continuò Christian ridendo e puntandogli l'indice contro.

Mattia decise che non voleva più tirarsi indietro.

"E anche se fosse?" - gli chiese con tono provocatorio.
"Beh dovresti ridimensionarti Mattia, non sei il mio unico amico." - rispose Christian calcando particolarmente l'appellativo di amico, curioso di vedere come avrebbe reagito l'altro.
"Quindi per te sono solo un amico?" - incalzò Mattia, mantenendo un sorriso sul volto.
"Ah questo devi dirlo tu Matti, siamo solo amici? Io mi sono già esposto e mi hai tirato un palo di dimensioni indefinibili giusto qualche ora fa."

Nonostante la delicatezza del discorso che stavano affrontando, lo stavano facendo, forse per la prima volta, con il sorriso. Scherzando. Prendendosi quasi in giro e minimizzando il dolore che si erano procurati a vicenda fino a quel momento, e non per superficialità.

Ma perché di farsi le guerra erano stanchi entrambi.

"Ci vai giù pesante oggi Christian." - scherzò Mattia, sapeva quanto in fondo il moro avesse ragione. Ma allo stesso tempo non sapeva cosa ribattere, come spiegare quel cambio di rotta improvviso e inaspettato pure per sé stesso.

"Sono più bravo ad andarci giù o a darci dentro, Mattia?" - chiese provocatorio il più grande.

Mattia di riflesso spalancò la bocca, sconvolto.

"Christian!" - lo rimproverò coprendosi il viso con le mani, per nascondere il rossore che sapeva stesse risaltando sulle sue guance con prepotenza.
"Che c'è bimbo?" - chiese con tono fintamente ingenuo.
"Stai cercando di farmi pentire della mia scelta?" - domandò il biondo.
"Non ho neanche bisogno di impegnarmi Mattia, sei già più che pentito senza bisogno del mio aiuto." - lo prese in giro mentre cominciava ad avvicinarsi a lui.

Ma Mattia aveva ancora gli occhi chiusi e le mani sul volto, quindi non percepì la sua vicinanza fin quando non sentì le mani dell'altro sulle proprie.

"Guardami." - gli ordinò il moro scoprendogli il viso.

Mattia non aveva più le mani a proteggerlo come fossero uno scudo, ma continuava a tenere gli occhi serrati per paura di incontrare quelli dell'altro e fra crollare tutte le sue difese.

Fece no con la testa.

"Mattia, guardami." - insistette Christian, spostandogli dolcemente qualche ricciolo biondo che gli ricadeva sulla fronte.

Quel tono di voce andava totalmente in contrasto con la delicatezza del suo tocco, e forse per quello Mattia rabbrividì e aprì gli occhi.

Blu, tremendamente blu.

"Ti sei pentito?" - chiese con tono più dolce il moro.
"No...non lo so." - balbettò Mattia.
"Va bene, lo scopriremo con il tempo." - concluse Christian lasciandogli un tenerissimo bacio sulla fronte che aveva liberato poco prima.

Mattia rimase un po' sorpreso, non si aspettava un epilogo del genere. Non si aspettava tanta comprensione e, per questo, si sentì tremendamente in colpa.
Si sentì in colpa per l'atteggiamento che aveva avuto nei suoi confronti, quando era Christian a chiedere di procedere con calma, a chiedere tempo e comprensione che lui non aveva saputo concedergli, per egoismo. E gli aveva fatto la guerra, portandolo ad autodistruggersi per il dolore e il senso di colpa.

"Scusami tanto Chri." - disse con tono flebile, mentre l'altro era già di spalle intento nuovamente a cercare qualcosa di indefinito nell'armadio e lui si era alzato per avvicinarglisi.
Ma sentendo quelle parole si girò con lo sguardo confuso.
"Per cosa?"
"Per averti messo fretta e per averti giudicato, per averti fatto passare per quello senza palle...quando, tra i due, quello senza palle sono io..." - confessò Mattia con gli occhi bassi.

Christian lo abbracciò, in un abbraccio che sapeva semplicemente di perdono.

"Non fa niente." - disse mentre gli accarezzava i capelli.

Una volta che si furono staccati dall'abbraccio Christian decise di riportare il clima leggero di poco prima, perché era ciò di cui aveva bisogno.

"Comunque su una cosa sono d'accordo...non hai le palle..." - fece una pausa aspettandosi un intervento da parte di Mattia, che invece rimase solo a guardarlo storto. - "Non hai le palle di dirmi che, quella con me, è stata la migliore scopata della tua vita." - aggiunse allora il più grande.

Mattia scoppiò a ridere.

"Lo so che è una dura verità da accettare Christian, ma posso solo dirti che sopra ci so stare meglio io." - lo provocò.

Christian strabuzzò gli occhi.

"Ma cosa stai dicendo?!" - si agitò l'altro.

Era così buffo, pensò Mattia.

"Perché sei così stranito? Cos'è? Non riesci ad immaginarmi sopra? Come credi che facessi con le ragazze Christian?"

E Christian a quella cosa non ci aveva mai pensato, non aveva mai pensato a Mattia con una ragazza e, soprattutto, non in quel contesto. Eppure era da ingenui pensare che non avesse mai avuto esperienze di quel tipo.
Solo...solo che sentirglielo dire gli aveva fatto un effetto strano, sentiva qualcosa ribollire nello stomaco.
Ma, nonostante tutto, cercò di ricomporsi e mostrarsi sicuro di sé dissimulando il fastidio che stava in realtà provando.

"Dubito comunque che tu possa saperci fare più di me." - lo provocò.
"Finché non provi non potrai dirlo." - gli disse Mattia avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra.
"Mattia!"
"Eh?" - chiese il biondo, in un sussurro mentre si dedicava con estrema dedizione a baciargli il collo.
"Sei un diavolo." - lo rimproverò il più grande, mentre cominciava a sentirsi gelatina sotto il tocco sapiente e sicuro dell'altro che gli stava stringendo i fianchi mentre continuava a stuzzicargli il collo.
"Smettila di provocarmi..." - cercò di dire in maniera poco convinta il bergamasco.
"Altrimenti?" - chiese il barese mentre gli succhiava un lembo di pelle con veemenza.
"Altrimenti la teoria del 'dobbiamo andarci piano' sono costretto a mandarla a fanculo." - sospirò il più grande, mentre inclinava la testa di lato per lasciare all'altro più spazio.
"Non abbiamo mai detto che la teoria si riferisse a quello che facciamo tra le mura di questa stanza." - rispose il biondo inarcando un sopracciglio.

Christian percepì quelle parole come fossero una vampata di calore diretta sul suo corpo, prepotente. E reagì spingendo Mattia sul materasso e mettendosi a cavalcioni su di lui, mentre sul viso del più piccolo spuntava un ghigno di soddisfazione e desiderio.

"Dimostrami con i fatti che è vero quello che sostieni a parole." - gli ordinò Christian sulle labbra, mentre gli teneva il mento tra due dita.

// oggi doppietta di capitoli, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio!

Fratelli o poco più - ZenzonelliWhere stories live. Discover now