Capitolo 30

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"Ti tiro su io." - lo rassicurò Christian, sorreggendolo da sotto le ascelle per permettergli di raddrizzarsi in piedi.

In silenzio si mossero verso l'ascensore che li avrebbe portati al loro piano, il peso di Mattia gravava tutto sul corpo di Christian e quest'ultimo camminava a passo esageratamente lento per evitare di far affaticare il più piccolo.

Arrivati davanti la porta della loro camera, Christian imbarazzato gli chiese se potesse porgergli le chiavi. Perché quando, incazzato, si era trasferito nella camera di Alex, aveva lasciato la sua copia all'interno della stanza, come a voler esternare che non aveva nessuna intenzione di metterci nuovamente piede dentro.

Mattia si rattristò immediatamente, ma annuì e recuperò le chiavi dalla tasca destra, appoggiandosi ancora di più sul corpo del moro.

Christian aveva il cuore in bilico.

In bilico tra il dolore e la delusione che non riusciva a sopportare e l'apprensione e l'affetto che provava nei confronti di Mattia, soprattutto in quel momento in cui non stava bene.
Sentiva l'esigenza di prendersene cura, nonostante il biondo non lo avesse fatto con le sue emozioni nei giorni passati. Per un motivo o per un altro si era arreso all'allontanamento impostogli da Christian, erano stati deboli e non risolutivi i suoi tentativi di approcciare con il bergamasco. E Christian ne soffriva perché, se fosse stato il contrario, lui avrebbe mosso mari e monti pur di recuperare all'istante il rapporto con Mattia.
Perché ci teneva così tanto, ma così tanto...che quel tanto era diventato inesorabilmente troppo.

Una volta dentro la camera, il moro si preoccupò di adagiare l'altro sul letto con delicatezza, gli sistemò i cuscini sotto la testa e si movimentò per cercare una bottiglietta d'acqua e tutti i comfort che pensava potessero servirgli vicini.
Si muoveva come una trottola all'interno di quei pochi metri quadrati senza mai fermarsi e senza mai poggiare i suoi occhi su quelli del minore.

Mattia si rese conto che era un comportamento dettato dal nervosismo e provò a richiamare la sua attenzione.

"Chri...hei, fermati." - gli disse con tono dolce.
"Ma sto cercando il telecomando, così puoi guardare la tv mentre aspetti il medico e non ti annoi...ma dove cazzo è finito sto merda di telec-"
"Chri!" - Mattia cercò di fermare il fiume di parole, e parolacce, che stava uscendo dalla bocca del moro.
"Chri, calma...non ho bisogno di nulla. Ho solo bisogno che tu ti sieda accanto a me in questo momento." - aveva una vocina così piccola e dolce che Christian pensò di piangere per la tenerezza, ma si maledisse subito mentalmente.

Non poteva, non doveva provare tenerezza.

Mattia lo aveva fatto soffrire, troppo.

Ma, ancora una volta, come ipnotizzato dal canto di una sirena, obbedì ai suoi ordini.

Si sedette sul bordo del letto, attento a non toccare il corpo del più piccolo, perché se fino a due minuti prima se lo era spiaccicato addosso era soltanto perché non poteva fare altrimenti.
Giusto? Giusto.
Ma adesso che motivo c'era di stargli così vicino, che motivo c'era di toccare la sua pelle così morbida e profumata che tanto gli era mancata? Non c'era nessun motivo.
Giusto? Giusto.

"A che stai pensando?" - chiese il minore interrompendo il flusso di pensieri, o per meglio dire paranoie, del più grande.

Christian ci pensò su un attimo.

"A quanto meriteresti che io ti mandassi a fanculo seduta stante." - rispose cercando di mostrarsi incazzato, ma risultando più che altro arreso.
"Lo sai che non l'ho baciata perché mi sono invaghito di lei, vero?" - gli chiese dolce.
"No, non lo so. Ovvio che non lo so. E non so neanche se ti crederei se me lo dicessi." - rispose nervoso il moro.
"Te lo sto dicendo adesso, e ti sto chiedendo di credermi."
"Perché dovrei crederti? Quanti altri motivi possono esserci per baciare una ragazza?" - Christian era davvero stanco di tutta quella situazione.
"Il suo ex la stava importunando e lei non riusciva a liberarsene, si è avvicinata a me cercando un aiuto, un conforto. E il mio cuore mi ha suggerito di baciarla, per far desistere quello stronzo che l'aveva strattonata e infastidita tutta la sera contro la sua volontà. So che non dovevo farlo, che è stata una mancanza di rispetto verso di te e che avrei potuto trovare altre mille soluzioni. Ma è stata la prima cosa che mi ha suggerito di fare la mia testa." - Mattia parlava con tono calmo.
"Ti sei contraddetto." - gli fece notare Christian.
"Quando?" - chiese confuso il minore.
"Prima hai detto che è stato il tuo cuore a suggerirlo, poi la tua testa. Qual è la verità?"
"È indifferente Chri, intendevo dire che è stato il mio primo impulso. È partito dal mio cuore perché sentivo la voglia di aiutarla, e dalla mia testa perché ho ragionato sul fatto che lei aveva bisogno del mio aiuto." - gli spiegò cercando di essere più chiaro.
"L'hai fatto per questo?" - chiese Christian ancora poco convinto.
"Sì, l'ho fatto solo per questo." - rispose sicuro Mattia.
"E il tuo stomaco come ha reagito quando l'hai baciata?" - Christian, nonostante la spiegazione del biondo, non riusciva seriamente a nascondere la gelosia. Nonostante il gesto altruista e gentile dell'altro, provava ancora nervosismo e gelosia.
"Che vuol dire?" - chiese Mattia confuso.
"Cos'hai sentito - nello stomaco - quando l'hai - baciata." - scandì bene le parole, credendo di rendersi in questo modo più comprensibile.
"Mi stai chiedendo se ho sentito le farfalle nello stomaco baciando una sconosciuta che stava solamente cercando di liberarsi del suo ex?" - chiese Mattia quasi ridendo, come se lo stesse prendendo per il culo.
"Non sfottermi stronzo, rispondi." - lo rimproverò piccato il bergamasco.
"Non ho provato assolutamente niente Chri, niente." - asserì.

Christian lo stava scrutando cercando anche un minimo segno di incertezza o cedimento nello sguardo del più piccolo. Ma le iridi azzurre lo fissavano con una convinzione talmente forte che si sentì bruciare.

"Non so ancora se ti credo." - sbuffò sincero il moro.

Aveva sempre avuto problemi a fidarsi di chiunque, anche i suoi amici più stretti. Si fidava solo ed esclusivamente della sua famiglia...e di Mattia, fino a che non ha saputo che le sue labbra carnose, rosse - ed estremamente morbide ed invitanti - si fossero posate su quelle di qualcun altro.

Mattia gli prese la mano, se la rigirò tra le proprie e lasciò un bacio umido sul suo dorso.

"Vorrà dire che rimarrò qui ad aspettare che tu sia sicuro di credermi."

// oggi vi regalo un capitolo bello lungo. Ricompensatemi con qualche commentino, voglio sapere cosa ne pensate.🫶🏻

Fratelli o poco più - ZenzonelliOù les histoires vivent. Découvrez maintenant