Capitolo 25

541 50 24
                                    

"Matti ma dove lei hai messe le mie scarpe?" - chiese Christian esasperato, dopo aver cercato le sue puma dappertutto.
"In balcone!" - urlò il più piccolo dal bagno.
"Quanta pazienza mi serve." - disse tra sé e sé il bergamasco.

La sua lezione di hip hop stava per cominciare ed era in ritardo per colpa di quella testolina bionda che aveva la mania di spostare tutto a suo piacimento.

"Sto andando, ci vediamo dopo!" - disse a voce alta per farsi sentire dall'altro che era ancora sotto la doccia.
"A dopo." - gli arrivò alle orecchie la sua voce ovattata a causa dello scrosciare dell'acqua e della porta chiusa.

~

Finita la giornata di lezioni, Christian tornò in camera distrutto e pronto a gettarsi sul letto e sprofondarci dentro.
Ma appena aprì la porta notò che sul letto non c'era spazio neanche per una formichina, tutto il materasso era sovrastato dai vestiti di Mattia che era intento a cercare qualcosa nell'armadio.

"Cosa cerchi esattamente nell'armadio se tutti i tuoi vestiti sono sul letto?" - chiese in tono ironico Christian.
"Cerco qualcosa di meglio, che non mi faccia sembrare più brutto di quel che sono." - si lamentò Mattia.

Christian sospirò sconfitto.

"Ma lo vuoi capire che sei bello come un principe?"- gli chiese dolce mentre si avvicinava a lui da dietro.
"Certo, il principe chiuso nel corpo del ranocchio."- disse il barese desolato, appoggiando la testa all'anta dell'armadio in segno di disperazione.
"Matti, guardami." - gli impose.

Nessuna risposta.

"Amò? Guardami." - aggiunse con più convinzione.
Nel sentire quell'appellativo Mattia si sentì tremare le gambe e avvampare fino alla punta delle orecchie. Ma si girò.
"Eh?" - fece timido mentre si voltava per fronteggiare l'altro.
"Sei un principe dentro e fuori, fidati di me."

Mattia si imbarazzò così tanto che infilò la testa nel petto dell'altro cercando di nascondersi.

Stavano insieme ormai da qualche settimana, più o meno segretamente. Ma il piccolo non aveva ancora fatto l'abitudine a quel tipo di rapporto, a quella dolcezza e a quell'amore che l'altro gli stava donando del tutto inaspettatamente.

Christian lo strinse forte a sé.

"Ma, scusami, mi sfugge una cosa. Perché stai cercando dei vestiti da mettere così disperatamente? Devi andare a qualche appuntamento galante?" - chiese, facendolo allontanare leggermente dal proprio petto per guardarlo in viso.
"Stasera usciamo." - asserì Mattia.
"Usciamo? Ma te sei fuori, io sono stanco morto."
"Ma dai Chri, gli altri sono tutti d'accordo...non mi va di restare qua in Accademia a non fare nulla."
"Tu esci, io resto qua a riposarmi."
"No, non ti lascio solo." - disse convinto il biondo.
"Tranquillo, esci e divertiti...io so stare anche da solo, non ho mica 10 anni."

Mattia lo scrutò per qualche attimo, cercando un segno di cedimento...ma non appena si rese conto che era irremovibile si arrese.

"Okay, ma solo per questa sera."
"Solo per questa sera." - confermò il più grande lasciandogli un bacio tra i capelli.
"Mi aiuti almeno a scegliere cosa mettere?" - chiese quasi piagnucolando il più piccolo.
"Jeans e camicia bianca, semplice." - disse con ovvietà Christian, mentre cercava un piccolo spazietto per buttarsi sul materasso.

Mattia sbuffò poco convinto e prese tra le mani un paio di jeans chiari che cominciò ad indossare quasi come una penitenza, proseguì poi con la camicia bianca e, dopo averne chiuso ad uno ad uno i bottoni, si guardò allo specchio.

"Bah, niente di che." - si lamentò.
"Spero tu stia scherzando, sei così figo che io te li toglierei seduta stante quei vestiti di dosso per farti chissà cosa...e tu dici niente di che...sei assurdo." - lo rimproverò Christian scuotendo la testa.
"Va bene, scusami, ho capito. Vado e non ti rompo più le palle." - si avvicinò a lui e gli lasciò un dolce bacio a stampo sulle labbra.
"Dormi bene." - aggiunse.
"Non fare troppo tardi tu piuttosto, domani mattina hai lezione alle 8."
"Sì papà." - lo prese in giro il barese.
"Vaffanculo." - rispose Christian lanciandogli un cuscino a dosso, mentre l'altro si dirigeva verso la porta.

Fratelli o poco più - ZenzonelliWhere stories live. Discover now