.misura inadatta.

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a chi mangia
ricordi e sangue

« Cosa cerchi? »

« La vertigine che mi stimola di più. »

« Perché parli con me allora?
Non siamo più. »

« Forse perché dovrei tornare a fumare le Winston Blu o le Lucky Strike Rosse all'occorrenza, spegnendo i mozziconi dentro i pacchetti dei fazzoletti. Dovrei scappare e tornare a casa - quale? - di nuovo e ancora. Dovrei chiudermi in una stanza e vomitare sul lavandino giurando di smettere e pregando di farmi uscire come Christine, dirti di ridarmi la libertà che mi hai sottratto e mangiarti la carne, ma non ha senso perché ti voglio bene e perché sei ed eri la misura di molte cose, prima di me, prima della mia misura. »

« Ti fai del male. »

« Sono qui che ti imploro, ti urlo, ti biascico, ti sussurro "leggimi, leggimi, leggiti, tutto questo parla di te": ascoltami. »

« Ti fa male. Non so neanche di che colore sia la tua voce. »

« Lo so,
ma è l'unico modo che vedo: Introiezione. »

« Quindi? Guarda le cose in orizzontale, ne vedrai altri, ma guardali fissi, come con il Sole. »

« C'è la Crisi e un silenzio simpatico che alla sera ospita il pianto. Bussa alla mia porta e dice: "mamma, mamma, guarda, il Blu è anche dentro di me", ho un figlio che non sto a sentire perché mi circoscrivo al e nel Dolore.
Non so cosa hai fatto alla mia vita, è come se si fosse rotto qualcosa prima di iniziare e che non me lo potessi perdonare, è questo che voglio espiare? Rispondimi. »

« Quanti anni ha? »

« Tre. »

« Perché? »

« Uno per me, uno per te e uno per quello che non sono più. »

« Piangi, non sono io l'Ostia che monda. Sei tu. »

« Come faccio se le lacrime si ghiacciano dentro e il ghiaccio si schianta al suolo? Dopo lo schianto non sento più niente, ballo sui cocci rotti di echi morti mentre mi parli di qualcosa che non voglio sentire. Esisti, ma ho paura di scoprire fino a che punto. Per questo parlo al tuo eco e non a te. »

« Perché ti crogioli così, fino alle viscere, in me? »

« Perché mi piacciono i film di Dario Argento e mi piace ascoltare questa Verità disumana che racconto agli altri e che si riflette in ciò che rifletto in te. »

« Non scherzare. »

« Non lo so. »

« Oppure non vuoi sapere? Guardami. »

« Come posso,
se sono cieco e tu sorda?»

sempre un grazie forte a gdemeo che mi permette di usare le sue foto (@nychtas su Instagram)

Dialoghi SgualcitiWhere stories live. Discover now