Capitolo 15

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21 gennaio 1979

DIANA POV

Una luce fioca illumina la stanza, quando mi sveglio. I miei occhi non si soffermano sulla solita parete bianca su cui fanno bella mostra di sé manate e scarabocchi fatti da Bill e Charlie per abbellire - a detta loro - la futura stanza di Fred e George. La parete su cui si posa adesso il mio sguardo è occupata da una grande finestra, chiusa da tende oscuranti che però fanno filtrare un po' della fredda luce del mattino di gennaio.

Volto la testa dall'altra parte aspettandomi di trovare uno spettacolo decisamente migliore, ed in effetti il mio sguardo è catturato da un ciuffo di capelli biondi, l'unico particolare che riesco a vedere di Ethan, la cui testa è completamente affondata nel cuscino. Resisto alla tentazione di affondare le mani in quella nuvola soffice che sono i suoi capelli e chiudo gli occhi cercando di mettere a tacere la voce della mia coscienza che ancora si domanda cosa io abbia combinato e di riprendere sonno.

È stato solo sesso, niente di più.

Non mi aspettavo che Ethan si presentasse dai Weasley ieri pomeriggio, e per un istante ero stata tentata di negarmi. Non avevo più avuto modo di vederlo né di sentirlo dalla sera del mio compleanno, un mese fa, e non pensavo nemmeno che lo avrei più incontrato. Di lui sapevo solo che subito dopo quella sera aveva deciso di ritornare attivo nell'Ordine della fenice ed avevo dedotto che probabilmente si sentisse ormai guarito, anche psicologicamente, e che quindi non avesse più bisogno del mio aiuto da quel punto di vista. Non potevo negare di essere rimasta delusa, per lo meno mi sarei aspettata un messaggio, magari via gufo, o anche per interposta persona, in cui Ethan mi informava di sentirsi pronto a riprendere in mano la sua vita. Ma non era arrivato nulla e col passare dei giorni avevo iniziato a pensare che fosse meglio così, che risentirlo mi avrebbe comunque messa in difficoltà e che sarebbe stato meglio dimenticarlo, anche se l'attrazione per lui era forte ed era difficile non pensare al fuoco che i suoi baci roventi avevano acceso in me.

"Diana, sono settimane che ci penso e non posso più aspettare, ho bisogno di parlarti, adesso" erano state le parole di Ethan, quando ero apparsa all'ingresso della Tana.

Il mio cuore aveva iniziato a battere impazzito, al ritmo forsennato di un cavallo al galoppo, e mi ero ritrovata a respirare profondamente per cercare di mantenere la lucidità.

"Dimmi" avevo replicato cercando di mantenermi seria e distaccata.

"Non qui, andiamo a casa mia per favore. I miei hanno una riunione al Dipartimento degli Auror con tutte le cariche più alte del Ministero, durerà per gran parte del pomeriggio, quindi potremo parlare tranquillamente" spiega scoccando un'occhiata a uno gnomo da giardino che trotterella poco distante.

"Sono un po' stupidi tutto sommato, ma sono innocui, non c'è niente di male a parlare in loro presenza" avevo osservato facendo spallucce.

"Non mi riferisco solo agli gnomi, qui siete in tanti e preferisco parlare con te in un posto più tranquillo" aveva insisto lui tendendomi la mano.

"E va bene" avevo ceduto, ammaliata da quei suoi maledetti occhi e incapace di trattenere oltre la curiosità di sentire cosa avesse da dirmi. "Vado ad avvisare Molly e Selene e torno".

Una volta entrata alla Tana, avevo avuto l'impressione che né Molly, né mia sorella avessero prestato granché attenzione alle mie parole; tuttavia, non me ne ero preoccupata più di tanto. Mi ero resa conto di quanto intensamente desiderassi rivedere Ethan solo nel momento in cui me lo ero effettivamente trovato davanti, e adesso che lui era venuto a cercarmi cominciavo ad avvertire una certa fretta di ascoltarlo.

Why don't we rewrite the stars?Where stories live. Discover now