13-PIPER 🔴

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Sono venuta in questo posto schifoso solamente perché ho voglia di divertirmi. Piter mi ha lasciata a casa da sola, quindi io per vendicarmi sono riuscita a sfuggire a quegli uomini ritardati che ha messo come guardie, ho rubato una delle sue macchine e sono venuta qui. 

E' uno dei suoi locali. 

E so che mi troverà presto.

Ho solamente una voglia matta di farlo arrabbiare.

Inizio a ballare cercando di non pensare a lui, ma fallisco miseramente. Sento le mani di un uomo sul mio corpo, la sensazione fa schifo in un modo incredibile, ma non me ne frega niente. Mi chiede se ho voglia di bere qualcosa e io accetto, naturalmente lo seguo per accertarmi che non mi metta dentro qualcosa di strano, già non sono abituata agli alcolici. Prende il più forte e io inizio a bere come se non ci fosse un domani. Lo bevo quasi tutto, poi lo allontano. Torniamo a ballare. Sto reggendo bene, e devo continuare a reggere finché non vedrò Piter. Devo fargli vedere cosa si perde, cosa si è perso in tutti questi anni. I miei occhi sono fissi sull'entrata.

Ed ecco che poco dopo lo vedo entrare nel locale, chiede ai suoi uomini di cercarmi. L'uomo mi porta su una specie di palco e balliamo li. Piter mi vede subito e si avvicina minacciosamente.

L'uomo comincia a toccarmi molto di più di quanto faceva prima, e inizia ad affibbiarmi nomi - puttana! - mi chiama - che puttanella del cazzo! - sto per tirargli un pugno in faccia ma Piter è a un passo da noi e lo fa lui per me. 

- chiamala ancora puttana e considerati un uomo morto! - gli dice tirandogli altri due cazzotti - ehi, amico non sapevo fosse con te - 

- beh, ora lo sai ... - mi prende per un braccio e mi tira via - con te sistemiamo i conti ora - mi dimeno e lui per risposta mi butta come un sacco di patate sulla sua spalla, facciamo per uscire, abbiamo tantissimi occhi puntati addosso e io rinuncio a farmi mettere giù quando mi da una pacca sul culo. - ti giuro che stavolta non la passi liscia - mi dice questo prima di lanciarmi letteralmente in macchina.

*************

- ti avevo detto di non avvicinarti ad altri uomini - Piter mi porta ancora sulla sua spalla,  si dirige verso la sua camera da letto, una volta entrati mi butta sul letto - e tu che fai? la troia, per di più con uno schifoso pervertito! - è incazzato nero, lo si capisce dallo sguardo - ah, perché tu cosa sei? - gli rispondo a tono, non si deve permettere di trattarmi così. Si volta e io lo guardo : la schiena fa trasparire la sua forza, le spalle larghe sono accentuate dalla canotta nera, i pantaloni grigi avvolgono le sue gambe lunghe. Il suo corpo è creato per ammaliare qualsiasi ragazza e per farla cadere ai suoi piedi. La stessa cosa è successa anche a me, molti anni fa, e forse sta riaccadendo. E mi vergogno di questa mia debolezza. Si volta e mi fissa spudoratamente - non indossi il reggiseno - è una affermazione, non una domanda, il suo sguardo si incupisce ancora di più. 

Si incammina verso di me. 

No, no, no.

Mi alzo dal letto e indietreggio, fino a urtare contro la parete. 

- non vuoi che mi avvicini - dice chiaro, freddo, risoluto - preferisco di no - il suo sguardo perde quel lato duro e freddo che lo accompagna sempre, si addolcisce e io faccio tre passi precisi verso di lui. Non so cosa mi spinga a farlo. So solamente che prima quando mi ha buttato in macchina, ho iniziato ad avere paura, questa è aumentata quando ha iniziato ad accelerare, non ho mai avuto paura della velocità, ne sono sempre stata innamorata, ma con lui in quello stato, avevo paura, una paura folle. 

Si avvicina anche lui, arriva a pochi centimetri dal mio corpo. Allunga una mano verso il mio ginocchio, esita un istante, come a chiedermi il permesso, ma io non ho le forze di resistergli non questa volta. Appoggia entrambe le mani sulle mie cosce, e io rabbrividisco a questo suo tocco. Accarezza il tessuto del vestito e risale ancora. Le sue mani scorrono fino alla cerniera dell'abito, che apre. Questo cade subito a terra, lasciandomi mezza nuda. 

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