Capitolo 27

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Centocelle, 14 dicembre 2019

L'indomani mattina fu il campanello a svegliarmi: visto che suonava freneticamente, indossai la vestaglia per evitare il freddo e andai ad aprire la porta; davanti a me c'era un ragazzetto sui venticinque anni con una cartella e una penna in mano, e accanto un abete, un vero e proprio albero di Natale.
<< Buongiorno... È lei la signora Anita Cecchi? >> mi domandò.
<< Sì, sono io. Ma non credo di aver ordinato niente >> affermai, incredula.
<< Infatti è un regalo, ma lei deve solo mettere la firma che confermi che le è arrivato >> rispose, mentre mi porgeva la penna per firmare sui fogli appositi.
<< Chi è il mittente? >> gli chiesi.
<< C'è un biglietto da parte sua. Arrivederci! >> si congedò il giovane corriere, non dandomi neanche il tempo di replicare.
Sotto l'abete, imbustato in una pellicola, vi era un biglietto, che aprii e lessi:

Dicono che il verde calmi i sensi, e che diventare amici degli alberi faccia bene all'anima. Prenditi cura di lei in queste vacanze di Natale e dalle un nome!

                                              Dante

Quel gesto mi spiazzò: dopotutto avevo fatto solo un cenno al desiderio di acquistare un abete vero, e non addobbare un albero di plastica come facevano i Lojacono; mi chiedevo se il mio psicologo non avesse un debole per me; a dire la verità me lo chiedevo da diverso tempo.
Senza dire una parola, trascinai l'abete dentro casa.

                                    ***

La posizionai in soggiorno, dove vi era più luce e dove quando, appena addobbata, sarebbe stata ammirata da tutti; era piccola e aggraziata, con i rami folti e le foglie ad ago che pungevano.
<< Ciao, sono Anita. Lo so che non hai la voce, ma dicono che mi risponderai in un altro modo. Quel ragazzo che ti ha fatta venire, Dante, mi ha chiesto di darti un nome. Penso che ti chiamerò Clorinda, che vuol dire "verde"! >> le dissi, battezzandola con un nome forse un po' ovvio per lei, ma azzeccato.
Pensai che fosse particolarmente intelligente, e che se avesse potuto parlare, mi avrebbe dato un consiglio talmente saggio da mettere in riga tutto il casino che c'era nella mia testa.
<< Ora devo fare colazione e andare al lavoro, ma prima di uscire ti darò l'acqua. Prima però devo mandare un messaggio... >> aggiunsi, prendendo lo smartphone, accendendolo e scrivendo su WhatsApp a Dante:

Sei un Babbo Natale 2.0, avveri anche i desideri! È arrivata a casa, l'ho chiamata Clorinda!

Dopodiché posai lo smartphone e andai a fare colazione, pronta per cominciare la mia giornata.

                                     ***

Alla panetteria la mia creatività natalizia si scatenò, portandomi a creare forme a tema, sia di dolci che di salati; Antonio notò il mio buonumore e le mie idee.
<< Che c'è, hai deciso di invitare Venturi a Firenze per le feste? >> mi domandò.
<< Sicuramente non sa ciò che si aspetta, ma non è per questo che sono felice >> risposi, mentre impastavo.
<< Hai un altro spasimante segreto? >> mi prese in giro.
<< No, Dante mi ha regalato un'abete che ho chiamato Clorinda. Almeno lui sa che adoro il Natale >> gli spiegai, cosicché Patriarca prese a studiarmi.
<< Perché mi fissi? >> feci imbarazzata.
<< Stai attenta a Dante Mainetti. Lo sanno tutti che ha un'unica donna, sua cognata Sofia. Ormai te la sei fatta amica, ti sei fatta amica il gotha centocelliano, se dai troppa confidenza o te ne dà troppa lui, i proprietari di questo posto ti faranno a pezzi e io non credo di poterti difendere >> volle avvisarmi, con un accoramento che non capii.
<< Guarda che Dante è solo il mio psicologo, mica ci sta provando con me. E poi cos'è tutto questo eroismo nei miei confronti, non stavi uscendo con Stella? >> ribattei, pensando che la sua reazione fosse esagerata.
<< Non è eroismo, è solo un invito ad avere giudizio. A volte mi chiedo se quella gente ti avesse rivolto la parola, se non fossi andata così di moda... >> affermò, usando parole che mi suonarono molto sarcastiche.
<< Io non vado di moda. È che sono uscita da casa, dopo il divorzio. Ho cominciato a vivere come non avevo mai fatto prima... >> replicai decisa, sperando di averlo zittito per sempre.
Ma la verità era che quella sua apprensione mi aveva turbata.

Quante stelle ha il mio cieloWhere stories live. Discover now