61. La Guerra: Conseguenze.

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TW: aggressione fisica implicita.

Quando Ellie aprì gli occhi, il suo corpo si ritrovò a contatto con il pavimento duro e freddo, e si accorse di non avere più il mantello e la maschera addosso, ma solo il suo vestito nero e gli stivali.

Il cuore le raggelò quando il suo sguardo incontrò quello di Tom, chino con i gomiti sulle ginocchia, e seduto su una sedia di legno di fronte a lei.

Le mani dell'uomo erano imbrattate di sangue.

No. No. No.

Si trovavano a Grimmauld Place, nello studio di suo padre.

Ellie voltò prontamente lo sguardo verso il divano alle sue spalle.

Nagini era lì. Pronta a godersi lo spettacolo.

"Mio Signore..."

Voldemort si alzò di scatto, stringendo la mascella, e afferrò Ellie con tanta foga da sollevarla completamente da terra.

Lei lanciò un grido di sorpresa, mentre veniva messa a sedere sulla sedia di legno al centro della stanza.

Ellie si ritirò istintivamente quando le mani di Tom le sporcarono il vestito di sangue fresco nei punti in cui lui l'aveva afferrata.

"Mh. Devi perdonarmi, Elladora." si passò il palmo e il dorso di entrambe le mani sulla giacca per pulirsi.

"Quella puttana ha posto parecchia resistenza." disse, più a sé stesso che a lei.

Chi era la donna? Cosa le aveva fatto?

"Mio Signore, sono così dispiaciuta. Siamo stati colti di sorpresa, io..." mentre la voce di Ellie tremava nonostante lei cercasse di trattenersi, la mascella di Tom venne attraversata quasi da un brivido di rabbia.

"Siete. Stati. COLTI DI SORPRESA!" le gridò in faccia con tanta forza da far quasi tremare la stanza.

Lei rimase in silenzio, essendo ben consapevole che una parola di troppo le sarebbe potuta costare la vita.

Voldemort si rabbuiò improvvisamente, sfoderando la bacchetta.
"No. Dispiace a me, Elladora."
"Non avrei mai immaginato di trovarmi costretto a punirti per le tue azioni." fece una pausa, osservando la ragazza lentamente.

"Ma non posso, capisci? Non posso permetterti di fallire senza conseguenze." strinse la mascella.

Fissò improvvisamente la punta della sua bacchetta.
"Tuo fratello era uno dei miei soldati migliori." "Svelto, scaltro, letale."

Le scrutò il viso, come se in quel momento stesse osservando Regulus.
"E tu sei esattamente come lui." le sfiorò lo zigomo con le nocche della mano destra, ed Ellie lottò con tutta sé stessa per non ritirarsi e gridare, gridare, gridare.

"Tuttavia, ho dovuto punire anche lui, un paio di volte."

Sospirò, poi le mappò il corpo con gli occhi scuri.
"Non voglio rovinare il tuo viso perfetto, mia dolce e meravigliosa creatura."
"Non avere paura di questo."

Ellie avrebbe voluto vomitare. Dimenarsi.
Qualunque cosa per allontanarlo da lei.

Ma non lo fece, e restò immobile.

Tom soffermò lo sguardo sulla parte delle sue gambe rimaste coperte dalla gonna del vestito.

Puntò la bacchetta proprio in quel punto.
"Lì non le vedrà nessuno." sentenziò, sussurrando.

Ellie non capì subito cosa intendesse dire.

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Narcissa continuava a lanciare sguardi in direzione della porta della Sala delle Riunioni, pregando di vedere sua cugina entrare con le sue gambe, viva e vegeta.

wires || remus lupinWhere stories live. Discover now