𝙘𝙝𝙖𝙥𝙩𝙚𝙧 𝙛𝙤𝙪𝙧 - 𝙛𝙧𝙤𝙢 𝙯𝙚𝙧𝙤 𝙩𝙤 𝙝𝙪𝙣𝙙𝙧𝙚𝙙

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Sento il respiro sul collo, mani esperte viaggiare lungo il corpo come fosse un luogo da esse già conosciuto, sento i suoi baci bruciare a contatto con la mia pelle increspata dai brividi  ...  ho perso la cognizione del tempo, la percezione del mondo esterno, la consapevolezza di chi io sia. Nella stanza confinata, isolata da una porta blindata, i nostri corpi annegano nella passione in una danza ch'è soltanto nostra. Tutto grida al proibito, all'errore che si sta compiendo. Ma cosa c'è di sbagliato in due cuori che si desiderano? In due bocche che si divorano? In quattro occhi che si smarriscono gli uni negli altri?

Il ticchettio dell'orologio rimbomba all'interno delle quattro mura, il suo frastuono mi fa sobbalzare. Esso segna le 4 in punto, ma in assenza di finestre non so dire se al di fuori da questa prigione vi sia il sole o la luna. "Zhelanie.." una voce mostruosa, tutto all'infuori che umana, chiama il mio nome nell'ombra. Sono ancora avvinghiata a lui, allo sconosciuto, la quale pelle è divenuta gelida. I suoi occhi sono due lastre di ghiaccio e le labbra sono sottili, i tratti duri e malevoli.
"Lasciami.. lasciami.." supplico tra le lacrime.

Avverto la paura, il terrore.
Non riesco a liberarmi di tali sensazioni.
Non riesco a liberarmi di lui.

Lo sento muoversi dentro di me, insistentemente e con prepotenza tale da recarmi dolore. Provo a circondargli il collo con le mani ma seppur io stia stringendo, nulla sembra scalfirlo. "Ti prego.." lo supplico "Devi resistergli" la voce grave e rauca fa vibrare ogni tratto di pelle, illividita dalle morse letali di colui che adesso si fa forza contro le mie gambe. Il suo bacino colpisce ripetutamente il mio, la sua intimità si fa più spazio al mio interno. Non riesco a vederlo in volto, poiché lunghe ciocche bionde ne ricoprono la bellezza.

Come può un angelo essere così brutalmente letale?

"Ti prego.." lo supplico ancora "Combattilo!" tremo nell'istante in cui le movenze delle sue parti inferiori acquisiscono potenza, battendo contro le mie ormai sfinite "Ti prego.." piagnucolo indifesa "Zhelanie!" "TI PREGO!".

Balzo dal divano, rovinando sul tappeto con la testa chiusa tra le mani. Le guance sono solcate dalle lacrime e le gambe si dimenano in cerca di stabilità. Sento il clacson di un'auto che, a giudicare dalla luce che penetrando dalla finestra illumina il mio salone, è parcheggiata sul marciapiede di casa mia. Premo il viso contro le gambe per soffocare le grida, ingabbiate comunque dai singhiozzi che risuonano veementi nel petto.

"Zhelanie, sei in casa?"
trasalisco appena, portando subito lo sguardo sulla porta chiusa "Zhelanie, andiamo, non dirmi che mi hai dato buca!" la voce di Billy sembra quasi delusa e qualcosa, nella mia testa, mi consiglia di restare in silenzio ad aspettare che il ragazzo si arrenda e vada via. Mi accorgo di essermi addormentata nell'attesa che il riccio passasse a prendermi per la festa di questa sera alla quale io stessa l'ho invitato con la famosa sigaretta in sospeso. Adesso me ne pento. "Lani?" "Io sto.. sto arrivando!" dico a voce un po' più alta in modo tale che possa sentirmi, alzandomi con cautela dal pavimento freddo "Mi lascerai qui fuori ad aspettare?" una nota maliziosa ne tradisce la quiete "Sono pronta, Billy, dammi un minuto!".

Passo in rassegna le mani sulla gonna sgualcita dagli incubi, correndo verso la scarpiera dalla quale recupero un paio di Frauit estive in pendant con l'abbigliamento scelto per l'occasione. Mi concedo un'ultima sistemata all'acconciatura e poi, poco fiduciosa, mi dirigo alla porta la quale maniglia abbasso con timore.

Il profumo di Billy probabilmente lo può fiutare anche la Signora Smith all'ultimo isolato, ma a me non dispiace. Egli indossa una camicia bordeaux che copre in modo parziale con una giacca nera di pelle abbinata ai pantaloni che aderenti. Una delle sue mani finisce sul mio fianco, gesto che gli permette di avvicinarmi a sé e lasciarmi un lungo bacio appena vicino alle labbra. La sua voce calda si complimenta riguardo il mio aspetto, ma ho ovvie ragioni per ritenere che i suoi apprezzamenti abbiano secondi e terzi fini. "Grazie, Billy, anche tu stai molto bene" egli mi sorride, tenendomi poi la mano per scortarmi alla sua auto.

the anagram of rozeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora