16. Il temporale

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Vorrei sapere se ha paura del temporale, ma a giudicare dal modo in cui tenta di dissimulare la sua reazione di sgomento ogni volta che un tuono irrompe nell'atmosfera e risuona sordo, probabilmente negherebbe o tenterebbe di fare lo stoico

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Vorrei sapere se ha paura del temporale, ma a giudicare dal modo in cui tenta di dissimulare la sua reazione di sgomento ogni volta che un tuono irrompe nell'atmosfera e risuona sordo, probabilmente negherebbe o tenterebbe di fare lo stoico. Forse è superfluo chiederglielo.

Un altro lampo squarcia il cielo grigio e precede di poco il fulmine che si abbatte al suolo; stavolta più vicino a noi, data l'intensità di suono maggiore. Rowoon sussulta senza la minima possibilità di controllarsi. Anch'io, come lui, ho uno scatto involontario e del tutto naturale di fronte ad un tale fragore; ma se per me si tratta di un momento eccitante e anche divertente, per lui non è affatto così. La sua espressione spaurita ed il viso contratto in una smorfia di terrore e disgusto non lasciano spazio ad alcun dubbio.

Ridacchio intenerita e piena di affetto da rivolgergli: «Non avere paura, ci sono qua io», gli dico rassicurandolo.

Rowoon abbassa lo sguardo su di me, sgrana gli occhi come se il suo segreto fosse venuto allo scoperto e trovo sempre più ironico che un gigante forte e coraggioso come lui venga vinto da tuoni e fulmini.

«Ehi, io non ho paura, tranquilla!» Il sorriso fintamente disinvolto e la scrollata di spalle a nulla servono, perché non appena altri tuoni rimbombano nelle nostre orecchie, Rowoon mi stringe forte a sé, non per proteggermi, ma per cercare rifugio. Sembra un bimbo che si ripara tra le braccia morbide e sicure della mamma. Per diversi secondi provo un'intima gioia nell'acquisire la consapevolezza che per lui io rappresenti un porto sicuro, un ricovero dalle intemperie della vita. È questo ciò che dovremmo essere l'una per l'altro. È così che dovrebbe essere concepito l'amore. Almeno io la penso così.

Lentamente gli massaggio la schiena e gli ripeto che va tutto bene. Il suo cuore batte all'impazzata, ma si ammansisce con parole dolci e carezze confortevoli.

«Okay, lo ammetto. Ho una paura matta dei temporali», dice con voce tremante.

Sorrido, anche se lui non può vedermi, perché ancora nascosto tra i miei capelli, nell'incavo del mio collo.

«Non l'avrei mai detto, amore.»

Rowoon mi tiene salda e mormora appena: «Non prendermi in giro, ti prego.»

Scuoto lievemente il capo e lo tranquillizzo: «Non ti prendo in giro. Quella anomala qui sono io.»

Sentendomi parlare così, s'incuriosisce e scostandosi per guardarmi, si distrae parzialmente dalla costante ansia di sentire arrivare un altro tuono.

«Perché anomala?»

Sorrido ancora di più: «Sono felice che tu me lo abbia chiesto.»

Rowoon mi ascolta attento ed io proseguo nella mia spiegazione: «Ho sempre amato i temporali, la pioggia soprattutto. Trovo che siano fenomeni estremamente affascinanti. Fin da piccola li adoravo. Mia madre non si è mai capacitata del fatto che io stessi tutto il tempo attaccata alla finestra della mia cameretta solo per godere dello spettacolo dell'acqua che cadeva dal cielo o dei fulmini che disegnavano il cielo come venature sul marmo.»

Love in Montmartre (Rowoon)Where stories live. Discover now