13-Playground love

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<Cazzo Lauro, vai più piano> gira bruscamente lo sterzo per evitare di prendere in pieno un pedone <che c'è bambolina c'hai paura?> stacca il suo sguardo dalla strada per posarlo su  di me  ammiccando un sorrisetto <No che non ho paura certino, stavi andando letteralmente addosso a quel povero signore> <e quindi? Al massimo me ne andavo al fresco per n'po> dice ridendo facendo ridere anche me . Dio la sua risata e il suo sorriso sono un capolavoro. Quella fossette ai lati della bocca che fanno capolino ogni qual volta che ride sono la morte mia. <comunque semo arrivati> scende dall'auto e come se fosse la cosa più normale del mondo mi apre la portiera porgendomi la mano <prego stellina>. Anche all'interno del locale, prima di sedersi, ha spostato la mia sedia per farmi accomodare. La serata sta passando velocemente, tra qualche chiacchiera e qualche provocazione. Mi ha raccontato della sua famiglia, del Fratello Federico, di papà Nicola e mamma Cristina. Mi ha parlato della sua vita e se devo dire la verità sono rimasta incantata, stando in un silenzio religioso ad ascoltare ogni singola parola e ogni singolo sospiro emesso dal ragazzo. Proprio come me, a 16 anni,ha deciso di andare a vivere da solo con il fratello che non vede da quando ha deciso di venire qui a Milano con noi. La sua maschera da "duro" si è sciolta in quel frangente rivelando Lauro al 100%.
A fine cena ha pagato tutto lui, nonostante dovesse toccare a me come da patto .
<allora sai essere anche un gentiluomo a volte> siamo appena arrivati sotto casa <a volte? Io lo sono sempre > dice con fare drammatico  <Grazie Lauro> due parole, due parole molto semplici che non so neanche io che senso abbiano, ma sono le uniche che riesco a pronunciare. <ma grazie de che?> è confuso e glielo si legge in volto <Per avermi accompagnato Lauro,per la serata e per la cena. Mi costa dirlo ma sono stata bene.> <anch'io> mi è bastato sentire queste due parole da lui per portami a lasciargli un tenero bacio sulla guancia per poi scendere in fretta e furia dall'auto entrando in casa per nascondermi e fiondarmi nella doccia. Forse per la vergogna del gesto inaspettato o forse un po' per provocazione.
Mi fiondo in doccia senza neanche fare caso agli altri che mi chiedono dove sia Lauro che nel frattempo era rimasto fuori la porta d'ingresso a fumare una sigaretta.

Piccolo uomo in deserti giocattolo- Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora