2. New Entry

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Il sole fece capolino nel mio letto, mi svegliai e cercai di capire che ore fossero: 07:45.

«No! Accidenti.»

Corsi fuori dal letto ad una velocità estrema tanto che, per un secondo, la vista si annebbiò. Entrai in bagno e dopo aver lavato il viso, presi lo spazzolino elettrico e lavai i denti mentre sedevo sul water. Parola d'ordine del giorno? Ottimizzare i tempi: il mio psicologo ne sarebbe stato fiero.

Alzarsi la mattina era davvero difficile e mi sentivo stanca, anche se per quanto andassi di fretta neanche si notava. Uscii dal bagno dirigendomi di nuovo nella mia camera rosa confetto e, adagiati sulla sedia davanti la scrivania, trovai un paio di jeans con una maglietta bianca e li indossai.

Dopo aver messo le Adidas in tinta con la maglia e poche gocce del mio profumo preferito, sempre più veloce di Speedy Gonzales percorsi il corridoio ed entrai in cucina.

Presi una tazza di latte freddo e mi sedetti cinque minuti dinanzi a mio nonno che leggeva il giornale. Feci un bel respiro per rilassarmi, stavo ancora facendo tardi, ma dovevo fermarmi almeno un minuto per riprendere fiato.

«In ritardo anche oggi?»

La voce autoritaria di mio nonno riecheggiò nella stanza.

«Non ho sentito la sveglia» ammisi, un po' risentita, possibile che non credeva ai miei incubi?

Lo sentii sospirare e poggiò il quotidiano sul tavolo.
«Giulia, io e tua nonna vorremmo aiutarti se tu ce lo permettessi.»

Abbassai lo sguardo rivolgendolo alla tazza.
«Nonno, è solo un periodo di stress, passerà. Dovete stare tranquilli tu e la nonna.»

«Non è proprio semplice stare tranquilli dopo che ti sentiamo urlare nel cuore della notte, quasi tutte le notti.»

Rialzai lo sguardo e fissai i suoi occhi marroni pieni di apprensione, mi sembrava più vecchio rispetto a quando misi piede nella sua casa, sicuramente tutta colpa di queste notti insonni. Le sue folte sopracciglia bianche lo facevano ancora più scuro in volto. Come voleva aiutarmi? Psicologo? Neurologo? Pillole della felicità? Beh, non sarebbe stato male guardare il mondo con gli occhi di chi riesce a vedere solo sorrisi, come in un episodio dei Simpson dove Lisa vedeva tutti gli abitanti di Springfield come delle emoji sorridenti.
Bevvi il latte d'un fiato e appena lo finii cercai di rasserenare il suo animo turbato.

«Nonno, ti prometto che se entro un mese non si risolve la faccenda andrò da uno psicologo anche qui, ma al momento sto bene. Credimi, ci sto lavorando. Ora devo andare o farò tardi» dissi, mentre mi alzai dalla sedia e mi diressi verso il lavabo per posare la tazza vuota.

Stava per riprendere il discorso, ma mi avvicinai dandogli un bacio sulla guancia.

«Scusami, se arrivo un'altra volta in ritardo la preside si arrabbierà.»

«Va bene, voglio fidarmi di te, ma fai attenzione poiché la mente dell'uomo è debole ed è facile perdere il lume della ragione.»

Gli sorrisi senza rispondere e mi avviai verso l'uscita. Presi lo zaino e le chiavi dello scooter. Il tintinnio delle chiavi fece tendere le orecchie a mia nonna che mi urlò.

«Giulia, metti il casco e vai piano.»

«Sì, tranquilla.»

«Hai mangiato?»

Vidi spuntare la testa bionda dalla porta del doppio servizio.

«Sì, vado!» Risposi, aprendo la porta di casa e uscendo.

Guardai rapida l'orologio da polso ed erano già le 8:28. La preside li avrebbe convocati di sicuro, ultimamente facevo sempre tardi, e se ciò fosse accaduto presto i miei nonni sarebbero venuti a conoscenza dei miei pessimi voti e della mia condotta un po' troppo menefreghista, fino a quel momento sul mio registro c'era la scritta NC, ovvero Non Classificata che si sarebbe trasformata in 2 entro la fine di ottobre se non fossi corsa ai ripari. Non poteva accadere, non dopo che mio nonno mi aveva quasi minacciato di andare "da uno bravo"! Prima o poi l'avrebbero scoperto, ma avevo deciso di migliorare entro dicembre, prima della consegna dei pagellini, di proseguire una vita normale e ritornare la ragazza studiosa che ero un tempo. Quella era l'intenzione, ma spesso il destino non è complice dell'uomo e non sempre gli lascia inseguire ciò che vorrebbe raggiungere e, anche se allora non ne ero consapevole, l'avrei imparato a mie spese.

Lost SoulWhere stories live. Discover now