00. La Fuga

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Sicilia, Borgo la Torre, 3 gennaio 1862

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Sicilia, Borgo la Torre,
3 gennaio 1862.

Nuvole scure ricoprivano il cielo nascondendo, agli occhi degli amanti, la luna nel suo massimo splendore, le stelle e lo sguardo di chi dall'alto vegliava su tutti.

Caterina camminava a passo svelto per le stradine del borgo e niente sembrava arrestarla. Il desiderio di raggiungere il castello e stringere il suo amore tra le sue braccia superava ogni ostacolo o paura.

Piccole gocce picchiettavano ritmicamente sulle fronde di alberi di aranceti e gelsi, altre ricadevano al suolo che lentamente si faceva più fangoso, altre ancora sulla staccionata in legno che divideva la stradina dalle campagne limitrofe, creando così una sinfonia surreale quasi magica; la fanciulla sorrise all'idea che la musica non l'abbandonasse mai, neppure quando ella stessa stava dicendo addio a tutto, questa l'accompagnava scandendone i passi.

Il cuore scalpitava frenetico e lo stomaco sembrava attanagliato da una morsa, lo stava facendo davvero: stava voltando le spalle alla sua famiglia per amore. Nonostante i timori e l'ansia, la sua fragile mente umana continuava a sussurrare: "Killian, aspettami".

Killian, il suo amore proibito.
Killian, il suo desiderio più grande.
Killian, lo sbaglio che avrebbe ripetuto all'infinito.

Nulla, neanche il destino avrebbe potuto separarli e tanto meno la morte.

Promessa in sposa a un giovane nobiluomo che seppur stimasse non amava, ella, infatti, aveva scelto di sacrificare tutto pur di essere felice. Non era solo svegliarsi la mattina con il sorriso impresso sulle labbra, poiché poteva ritenersi più fortunata delle altre, era molto di più...
Essere felice, felice veramente, secondo la sua concezione significava avere cuore e mente che, all'unisono, pregavano Dio per ringraziarlo del meraviglioso dono dell'amore; era sentire la gioia esplodere nel petto, come un artificio che riempiva l'aria dopo lo scoppio. Sentiva ogni fibra del suo corpo venir riattivata, come se avesse dormito per anni e solo in quel momento esso fosse libero di muoversi, quasi potesse librarsi in volo.
Caterina non sapeva cosa sarebbe accaduto una volta partita con Killian, ma nulla le importava.
Aprì il suo ombrello per evitare di bagnarsi, poiché quelle poche gocce di acqua stavano evolvendo in un violento temporale, e si consolò pensando che almeno il rumore dei suoi passi si sarebbe attutito. A poche centinaia di metri scorse il castello.

Faceva davvero freddo quella notte, una folata di vento gelido la fece tremare nonostante l'adrenalina che le scorreva dentro non le lasciasse percepire la reale temperatura. Caterina levò lo sguardo verso il cielo, come il suo amore le aveva suggerito, nella speranza di vederlo.

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Lost SoulWhere stories live. Discover now