Oh mio Dio Ed

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Erano passati due mesi, la nostra storia proseguiva a gonfie vele, eravamo sempre insieme, nulla poteva dividerci.
"Eddy, domani non ho proprio voglia di andare a scuola, vorrei andare in qualche posto lontano da tutto questo schifo",dissi mentre mi aiutava con la matematica.
"Kim cosa è successo ?" mi domandò con tono preoccupato.
"Niente amore, voglio soltanto passare un po di tempo insieme, da soli...",risposi rassicurandolo.
"Va bene ; domani ti porto al mare..."
"Al mare ?! Ma Edward è appena cominciato l'autunno...",dissi ridendo.
"Lo so! Ma domani diventerà agosto solo per la mia regina" e con fare buffo mi fece l'inchino facendomi ridere a crepapelle.
Per farlo smettere gli lanciai un cuscino, quello con la nostra foto.
"Oh mio Dio ma siamo noi! Che belli che siamo... lo tieni ancora?! Questo ora è diventato mio lo sai vero?"
"Okay... ma in cambio tu cosa mi dai",domandai scherzando.
Lui si avvicinò e si chinò dandomi un bacio, prima sulla fronte, poi sugli occhi, poi sul naso, poi sulle guance e infine sulla bocca.
Lo tirai verso di me con forza e salì a cavalcioni su di lui mettendogli le mani al collo.
Lui mi prese di peso e iniziò a togliermi la maglia, poi mi guardò in cerca di consenso e io non potevo fare altro che accettare quei dolci baci e lasciarmi andare con lui: il ragazzo della mia vita, l'unico che con un solo sguardo era capace di scatenare un tornado di emozioni dentro di me. La sua mano si destreggiava con sicurezza ed esperienza nelle mie mutandine.
Ero un sassolino in balia di un mare in tempesta.
Le nostre intimità si toccavano e io non potevo fare altro che cedere a tutto quello.
Avevamo fatto l'amore; ero la ragazza più felice del mondo: io, lui, la mia camera, nel mio letto, un sogno divenuto realtà. La mia prima volta; quante volte pensiamo a come possa essere questo momento, a cosa possa accadere, io l'avevo immaginato tante volte ma nessuna, era stata bella come quella che avevo vissuto.
Il citofono suonava, andai in panico...
"Eddy sbrigati, presto presto presto! I tuoi vestiti dove sono ?"
"Eccoli, eccoli, calmati !"
"È mia madre, dai leggi, scrivi fai qualcosa! "
L'ansia aveva preso il sopravvento, non volevo che mia madre pensasse che io e Edward stessimo insieme, almeno non in quel preciso momento.
Eddy mi osservava divertito mentre sistemavo il letto e mettevo in ordine la camera, quando finii andai in cucina, salutai mia madre e presi due bicchieri di succo.
"Perché due, c'è Giulia ?",mi domando con aria sospetta.
"S-s-sono con Eddy, un mio amico; mi sta aiutando con degli esercizi di matematica",spiegai balbettando.
"Il tuo amico Eddy? Capisco",disse con un mezzo sorrisetto; la soluzione era scappare via ora, subito.
"Vado in camera; ciao a dopo "
Eddy era imbambolato dinanzi a delle foto che mi ritraevamo all'eta di 4 anni.
"Ehi ma che bella bimba che eri!"
"Eri? Vaffanculo",dissi mettendo il broncio.
"Bimba insolente! Ora sei bellissima ", affermò accarezzandomi.
" Sì sì certo... adulatore!"
"Ma è la verità!"rise e mi baciò.
Bussarono alla porta, "ragazzi scusate se vi disturbo" disse mia madre e di scatto ci alzammo staccandoci.
"Eddy, giusto !?  Vuoi restare a cena con noi? " affermò mia madre con tono civettuolo. Sarei voluta sprofondare negli abissi o forse no...
"Ehm... ne sarei onorato" ribadì Ed imbarazzato.
Mentre chiamava a casa per avvisare che avrebbe cenato con noi,mia mamma mi fissava; mi voltai verso di lei e le sorrisi: "Perché lo hai fatto?" domandai.
"Fatto cosa Kim?" fece finta di non capire.
"Invitare Eddy a cena".
"Perché? Non siete amici?" domandò scherzosamente
"Dai mammaaa!"esclamai annoiata.
"Niente più bugie, okay? Sono cose normali Kim!" disse con fare premuroso.
"Okay,okay, ho capito, messaggio ricevuto",affermai puntando gli occhi al cielo.
La cena fu deliziosa, petto di pollo gratinato con insalata e per dolce red velvet, il mio preferito.

"Ti amo Kim".
"Anche io. Appena arrivi chiamami" dissi baciandolo.
"Arrivederci signora Jenna; grazie per la cena, era tutto buonissimo", si complimentò Eddy salutando mia madre.
"Torna quando vuoi" rispose mia madre distrattamente, mentre era intenta a capire come si facesse ad inoltrare una foto alla sua migliore amica.

La sveglia suonava all'impazzata, ma ero felice, a breve sarei andata al mare.
Accendo il telefono e mi ritrovo il suo messaggio "Buongiorno amore mio, grazie di tutto, grazie d'esistere, grazie per esserti donata a me in tutto e per tutto. Farò in modo di non farti pentire!" .
La gioia si era impossessata di me quella mattina, risposi al messaggio e corsi a prepararmi. Indossai un golfino grigio a coste, un jeans, le converse bianche e il mio chiodo nero di pelle, mi truccai e scesi ad aspettarlo.
Pochi minuti e arrivò, salì in macchina, gli diedi un bacio sulle labbra e collegai il mio account spotify all'auto per un po' di buona musica.
Il vento soffiava leggero tra i capelli, il mare era agitato ma non mi importava, tutto era dannatamente romantico.
Accesi una sigaretta e lui poco dopo fece lo stesso, poi andammo in un bar e prendemmo una cioccolata calda con delle deliziose ciambelle al burro. Il tempo scorreva veloce e purtroppo era arrivata l'ora di tornare a casa.
"Oggi vieni a vedermi giocare a calcio?" mi chiese Ed.
"Va bene" aspettò che salissi e se ne andò. Arrivata a casa, mangiai un panino veloce, accesi la tv ma più che altro per non sentirmi sola e chiamai la mia migliore amica, Giulia.
"Kiki! sei viva?"mi disse con fare sorpreso.
"Giuly! Nemmeno tu ti fai sentire mai..."
"Ehi quella che mi ha abbandonata sei tu" risi a crepapelle.
"Mai! Oggi andiamo a vedere la partita di calcio? Eddy gioca "
"Ed, Ed e ancora Ed, quand'è che ti stacchi un po'?"disse con tono divertito, ma sapevo che lo pensava per davvero.
"Dai Giulia!"risi e cercai di convincerla.
"Va bene solo per te!".
Parlammo del più e del meno e poi andammo a prepararci.
Dopo la partita 0-1, Edward era arrabbiato, odiava perdere. Andò nello spogliatoio a cambiarsi e come d'abitudine lui era sempre l'ultimo, ma quella volta tardò di parecchio e iniziai a preoccuparmi vedendo tutti i suoi amici uscire.
"Kim io devo andare, mi aspettano" disse facendomi l'occhiolino, si riferiva all'amico di Ed che la stava aspettando in macchina.
"Fai la brava" raccomandai.
In pochi secondi Giulia si dileguò e io cominciai ad avere freddo e allora decisi di andare a vedere dove si fosse cacciato.
"Ed... amore...Eddy...dove sei?..." entrai nello spogliatoio e di Edward non c'era traccia, andai nel bagno e sentivo l'acqua scorrere, e nel voltarmi lo vidi steso a terra che faticava a respirare.
"Oh mio Dio Ed" urlai e le lacrime mi solcavano il volto, non riuscivo a capacitarmi perché stava accadendo tutto questo proprio in quel momento. Gridavo aiuto, ma nessuno mi ascoltava, lo baciai con forza e chiamai l'ambulanza.

SEQUEL ||ELISABETH JOHNSON||

When I Was HappyWhere stories live. Discover now