Penso di essere incinta

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Stanza 320 piano 3, passai le cinque ore più tortuose e lunghe della mia vita. Eddy aveva un problema al cuore e non me ne aveva parlato. Appena uscì il dottore dalla sala operatoria, tutti gli andammo incontro, la madre di Ed era distrutta.

"Allora dottore come sta?" chiedemmo tutti.

"Calma, dobbiamo mantenere la calma, è tutto ancora da verificare, al momento è stabile, dobbiamo aspettare domani mattina" affermò allontanandosi. I miei occhi non ne potevano più di lacrimare,avevo paura di perderlo. Però dopo qualche ora dall'operazione si svegliò,ce la fece, Eddy era forte come l'amore che provavo per lui. Ritornò ad essere quello di prima e io finalmente ad essere felice.

Nonostante non mi sentissi bene, andai a casa sua e per strada passai dinanzi una pasticceria, entrai pensando di comprargli una torta; era una crostata ricoperta con fragoline di bosco.
Poi passai a ritirargli le cuffie che avevo prenotato al negozio di elettronica e proseguii per andare da lui.
Suonai il citofono, salii le scale e, ad accogliermi una volta arrivata c'era una splendida signora con gli stessi occhi di Edward molto elegante e raffinata: sua madre. Una volta raggiunto Eddy nella sua stanza, mi fissava curioso, scrutava i pacchetti che avevo in mano, stava morendo dalla curiosità, lo conoscevo bene.
"È arrivato babbo natale?" mi domandò ridendo e salutandomi con un dolce bacio.
"Tieni questi sono tuoi" dissi sorridente; aprì il primo pacchetto e trovò le cuffie che tanto voleva.
"M-m-ma Kim !!!" Era stupefatto, non credeva ai suoi occhi; era felice glielo si leggeva negli occhi.
"Anche questo" dissi contenta di averlo reso felice
"Ancora? Kim lo sai che solo io posso farti i regali" disse mentre scartava la torta.
"Dai sbrigati, non parlare a sproposito".
Ero contenta perché dopo tutti problemi che aveva affrontato , si meritava il meglio.
"Crostata, crostata, crostata!"
Sembrava un bambino in un negozio di giocattoli.
"Ti piace ?"domandai
"Ti amo piccola" mi baciò e mi sporcò il naso con la panna, rideva con gusto per l'aspetto buffo che avevo.
"Ed, stronzetto malefico che non sei altro! Come hai osato?"
"Mia regina, volevo solo ringraziarti"
Mi baciò ripulendomi, poi mangiammo la torta insieme alla madre e dopo andammo a fare un giro in città.
Finalmente, di nuovo il mio adorato Edward, se gli fosse accaduto qualcosa quel maledetto pomeriggio al campo di calcio sarei morta, come avrei potuto vivere senza i suoi baci, senza le sue morbide carezze, senza di lui.

Era qualche giorno che non stavo bene fisicamente, dolori forti alla pancia, mal di testa duraturi, nausee mattutine e oltretutto un ritardo che più passavano i giorni più mi preoccupava.
Non ne parlai con Ed, non lo dissi a nessuno, avevo paura di essere incinta, avevo solo 16 anni cavolo, non poteva succedere!
Dovevo parlare con qualcuno e l'unica che poteva sostenermi e darmi conforto era lei, la mia adorata Giulia.
"Pronto!? Giuly mi senti?"
"Tesoro, scusami avevo l'aspirapolvere acceso" disse con un tono stanco, si era data alle faccende domestiche, lei amava pulire casa.
"Come stai ?"domandai.
"Io b-bene, ma perché hai questo tono così.... non saprei dirti come. Cosa ti succede Kim ?! Dimmelo lo sai che prima o poi lo scopro".
Mi mise in allerta con tono minaccioso.
"Niente, mi manchi! È tanto che non ci vediamo; da quando stanno facendo i lavori di manutenzione a scuola poi, ancora di meno..." affermai malinconica.
"Dai oggi ti passo a prendere.... shopping ti va ?", mi chiese
"...Ehm a dire la verità volevo invitarti a casa, ho tante cose da raccontarti..."affermai con tono insicuro, Giulia se ne accorse e riprese a preoccuparsi "Va bene Kim, dai sputa il rospo cosa ti è successo ? Mamma? Papà? Tuo fratello da Londra ? Edward?" disse dandomi le opzioni.
Sorrisi. "Dai Giulia, ci vediamo oggi e ti racconto tutto, okay ?"
"Okay, ma resta il fatto che tu non me la racconti giusta... devo preoccuparmi?", continuò a domandare
"Ti voglio bene Giulia, appena puoi vieni" dissi per staccare la chiamata, avremmo potuto continuare così a vita; lei ne è capace.
"Ti voglio bene anche io; a dopo".
Mi mandò un bacio.
Accesi la tv, pranzai , lessi qualche pagina del nuovo libro che mi aveva regalato Ed e poi finalmente arrivò Giulia.
Ci abbracciammo forte per svariati minuti, sembrava non ci vedessimo da mesi, ero felice di essere con lei, l'unica persona con cui avrei parlato in quel momento era proprio la mia migliore amica.
"Kim sei pallida, stai mangiando?", sembrava mia madre ma nonostante tutto l'adoravo, era una sorella per me.
"Si Giulia, è ovvio, cosa c'è in quel sacchetto?", domandai curiosa
"Ehehe indovina.... yogurt a nocciola con fragole!", disse contenta, era il mio yogurt preferito; come si fa a non amarla !?
Ci sedemmo sul divano, mangiammo lo yogurt fino all'ultimo cucchiaio e mentre accendevamo una sigaretta, decisi di dirglielo: si era il momento giusto o forse...
"Topa... devo dirti una cosa" dissi abbassando la testa
"Finalmente, sapevo che c'era qualcosa..."disse soddisfatta.
"Penso di e-e-essere i-inc-cinta" rimase immobile, con la sigaretta sospesa in aria; sembrava non respirasse più, mi fissava soltanto senza proferire parola.
"T-tu cosa? Cioè sei incinta proprio incinta?"
Non mi credeva, pensava che le stessi facendo uno scherzo, sinceramente anche io l'avrei voluto...
"Si Giulia hai capito bene" affermai.
"Sei impazzita ? Non so che dirti: la mia migliore amica è incinta a 16 anni. E ora ?".
Giuro che se ci fossimo trovate in un'altra situazione sarei morta dal ridere.
"Ti auguro il meglio lo sai, ti considero come una sorella ma capiscimi... diventerò zia dunque?"
Lo disse per non rendermi triste ma sapevo che lei era preoccupata. Poi riprese a parlare. "Tua madre lo sa? A Edward glielo hai detto?" cominciò il quizzone.
"No, tu sei la prima! Ho paura Giulia, la paura mi sta mangiando viva, la loro reazione mi spaventa... ma se è vero che sono incinta devo farlo prima o poi e avevo pensato di parlare con Eddy stasera...".
Mi abbracciò forte, mi fece sentire protetta, finché non venne Ed a casa e lei andò via.
'Okay, mantieni la calma Kim. Calma, calma, calma' mi dicevo ma l'ansia si faceva sentire sempre di più, iniziai a tremare, ero agitata.
"Amore mio, come ti senti oggi?", domandò Ed baciandomi,
"Sto bene tranquillo", risposi agitata. Dovevo parlargli.
"Che ti succede piccola? Sei strana! ...Ehi ma stai tremando" disse abbracciandomi.
"Ascolta Ed dobbiamo parlare, se non lo faccio ora non so cosa succede" dissi facendomi coraggio.
"Kim dimmi, cosa è successo?"
"Io...io" non ci riuscivo
"Oh mio Dio, mi hai tradito" disse disperato portandosi le mani alla testa.
"No Ed, cosa dici!? Io...penso di essere incinta, i-io ho un ritardo" L'ho detto davvero! Pensavo tra me e me.
"Cosa?" Edward alzò il tono di voce e io alzai gli occhi al cielo, non potevo piangere ancora, dovevo trattenermi.
Eddy abbassò lo sguardo, era confuso.
"E' per questo motivo che non ti sentivi bene, perché non me ne hai parlato prima?",mi chiese.
"Cosa sarebbe cambiato? Sei capace di ritornare indietro nel tempo?", dissi arrabbiata.
"Scusa, non penso mai a quello che dico". Mi abbracciò baciandomi la fronte, lo amavo alla follia, ma avere un bambino a 16 anni non rientrava nei miei progetti di vita e poi Ed si stancherà di me; ha 20 anni,mi lascerà sola...questo era un pensiero che mi graffiava l'anima.
"Piccola ti prego non piangere più, per favore e poi non è ancora sicuro no!? " domandò tentando di rassicurarmi
"No, infatti devo fare un test al più presto"
Ci incamminammo verso la prima farmacia che trovammo aperta, non avevamo il coraggio di entrare, ci guardavamo intorno, poi Eddy mi prese la mano e me la strinse forte, mi schiarii la voce e facendomi coraggio chiesi alla farmacista un test di gravidanza; lei ci guardava come se provasse pena, con lo sguardo sembrava volerci confortare. Vaffanculo farmacista del cavolo!
Tornammo a casa mia, entrai in bagno e dopo aver fatto il test lo guardavo in continuazione andando avanti e indietro quasi a consumare il pavimento, poi leggevo e rileggevo il foglio delle illustrazioni pur sapendo perfettamente come funzionasse un test; la mia vita dipendeva da due lineette: positivo la mia vita sarebbe cambiata per sempre, negativo la mia vita sarebbe rimasta quella di una semplice sedicenne che ha tanto ancora da vedere.
Edward reclamava bussando alla porta. POSITIVO. Incominciai a piangere; non ero pronta! Ne feci tanti di test per essere sicura che non fosse solo un incubo dal quale mi sarei svegliata a momenti.
"Kim ti prego aprimi! Allora cosa c'è scritto sul test? Kim? Amore? Perché non mi rispondi?"
Continuava a chiamarmi ma io non avevo la forza di rispondergli, ma avvertendo la disperazione che vi era nelle sue parole, gli aprii. Ero lì, impalata, con il test tra le mani. Ed appena mi vide affogò in un mare di lacrime , senza aver visto il test già capì, era tutto chiaro la nostra vita non sarebbe stata più la stessa. Mi avvolse in un accogliente abbraccio, nel quale mi persi.
Mi svegliai qualche ora dopo, ci eravamo addormentati,distrutti dal pianto; appena aprì gli occhi realizzai tutto, Eddy venne in camera con una tazza di camomilla e un cioccolatino, mi baciò la fronte e si sedette accanto a me. "Kim, ti giuro sull'amore che provo per te, che mi prenderò le mie responsabilità; ti sarò accanto qualsiasi cosa accada, amerò questa creatura come amo te o se fosse mai possibile di più" era sincero, lo disse quasi piangendo, non lo avevo mai visto così.
"È nostro figlio Eddy e senza di te non saprei veramente come fare".
"Certo amore, stasera però resto qui a dormire non mi va di lasciarti sola, tua madre e tuo padre torneranno lunedì e dovremo parlargli".
"Si Edward, dobbiamo farlo, non mi va di mentirgli; non lo meritano".
"Dai ora guardiamo un po' di Tv e poi dormiamo ".
Mi regalò uno dei suoi baci più dolci e dopo poco si addormentò.
Le ore sembravano non passare e il sonno non arrivava, mi alzai e andai in cucina, presi l'ennesima camomilla della giornata e mi sedetti sul divano, Ed si svegliò e mi seguì, eravamo seduti talmente vicini da sentire i nostri battiti, i nostri sguardi si incrociarono più volte mentre fissavamo entrambi il vuoto; dentro di me ero felice perché tra poco tempo avrei messo al mondo un'altra vita e sapevo che anche Ed lo era.
Poggiò la testa sul mio seno e mi accarezzò la pancia, presi il suo volto e lo portai alla mia bocca, lo baciai a lungo; sarei morta sulle sue morbide e leggere labbra.
Il mattino seguente, dopo esserci addormentati sul divano, mi svegliai e gli preparai la colazione.
"Buongiorno amore mio".
"Buongiorno piccola" mugugnò con il tono ancora assonnato.
Gli porsi la tazza di caffè ancora fumante, il cornetto e insieme facemmo colazione.
"Oggi arrivano mia madre e mio padre, dobbiamo rassettare la casa, cucinare qualcosa per il loro ritorno e decidere come dirglielo; aiutami ti prego, rimani anche tu" dissi stremata dalla situazione.
"Amore, ovvio! A pulire casa ci penso io, a cucinare... beh è meglio che lo faccia tu e poi Kim, non preoccuparti, so che non è semplice, entrambi non vorremmo essere in questa situazione però siamo qui insieme, più forti che mai. La colpa è di entrambi, non siamo stati attenti e ora dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Prima che nostro figlio o figlia nasca, cercherò lavoro, ma continuerò anche con l'università, sono al secondo anno e sai bene che sono bravo, non mi costerà molto fare entrambe le cose. Non so cosa farò ma qualunque cosa accada, io ci sarò!"
Le sue parole mi sollevarono.
"Ti amo" mi baciò e mi sorrise.
"Ti amo anch'io".

When I Was HappyWhere stories live. Discover now