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Una scarica di bruciore mi attraversò destandomi dal mio sonno.

Stavo sognando di stare al caldo e al sicuro tra le braccia di Tae, di sentire le sue mani accarezzarmi dolcemente mentre la luna splendeva nei nostri sguardi. Tae era la mia isola sicura.
Non lo consideravo più solo il mio migliore amico. No, era qualcosa in più, lo era sempre stato, ma solo dopo tutto il male e la sofferenza che avevo accumulato mi ero accorto seriamente di quanto fosse essenziale per la mia sopravvivenza.
Io ero perdutamente innamorato del mio migliore amico e la paura di non essere ricambiato mi aveva spinto a restare al sicuro nella relazione con Taemin e quando avevo finalmente scoperto che ciò che più desideravo era possibile, ero stato catapultato in un incubo senza fine, trovandomi costretto a dire addio alle mie fantasie.

Taemin mi amava e col tempo avrei potuto dimenticare ciò che provavo per Tae e dedicarmi completamente a lui evitando di rovinare con degli stupidi sentimenti l'amicizia che mi legava a colui che era il mio migliore amico, ma ciò non era stato possibile e anche a quel legame che era puro, avevo dovuto dare un taglio.

Una mano mi accarezzò il viso facendomi sussultare.

"Non toccarmi, ti prego" incominciai a piangere involontariamente mentre cercavo di coprirmi il viso allontanando quella mano. Volevo restare nel mio sogno, nella mia isola sicura senza dover aprire gli occhi mai più per affrontare quell'orribile incubo.

"Jiminie che succede? Sono io, Nam, sei al sicuro tranquillo" cercò di afferrarmi la mano che lanciai all'indietro urlando e spalancando gli occhi terrorizzato.
Nam?
Perché era a casa mia?
Era stato Taemin a farlo entrare? Impossibile. Dove mi trovavo allora?

"No ti prego, non toccarmi, stai lontano da me. Dove siamo?" Mi portai il lenzuolo fin sotto il mento mentre mi appiatii contro lo schienale del letto iniziando a singhiozzare. Voltai lo sguardo spaventato in ogni direzione. Era la camera di Tae.
Come ero arrivato fin qua?
Cosa mi era successo?
Perché la testa faceva così male?

La porta si spalancò improvvisamente rivelando quattro paia di occhi allarmati.
Jin con le lacrime agli occhi si lanciò su di me cercando di abbracciarmi, ma io acceccato dal terrore mi lanciai giù dal letto andando a ranicchiarmi in un angolo della stanza.

"N-non t-toccarmi. Ti p-prego. N-non t-toccatemi". Sono sporco, non insudiciatevi, statemi lontano, al sicuro.

"Jiminie siamo noi i tuoi amici. Spiegaci cosa ti è successo" Nam si inginocchiò di fronte a me prestando molta attenzione a non sfiorarmi.

"Dov'e Taemin?" Li fissai curioso e spaventato allo stesso tempo.

"Non lo so Jimin, ci hai chiamato ieri notte e ti abbiamo trovato così" intervenne Yoon.

"No... no... no... non dovevo uscire. Si arrabbierà ne sono certo. Non ditegli che sono qui. Devo andare a casa subito" iniziai a tremare mentre i ricordi della notte passata iniziavano a ricomparire nella mia testa.
Il telefono iniziò a squillare facendomi sussultare ulteriormente.

"È Taemin" affermò Hoseok mentre osservava lo schermo prima di posare il suo sguardo su di me. Riattaccò.
Taemin si era accorto della mia assenza, come avrei potuto giustificarmi? Cosa potevo inventarmi per evitare di subire la sua rabbia? Ero finito, non avevo vie di fuga.

"No che cosa hai fatto? Dammelo dammelo, devo richiamarlo subito" Iniziai ad urlare spaventato per le conseguenze che quel gesto insignificante per loro avrebbe potuto invece essere decisivo per me. Si sarebbe arrabbiato ulteriormente perché gli era stato chiuso il telefono in faccia. Odiava essere ignorato, soprattutto dal sottoscritto.

l'amore si nasconde nei piccoli gesti / Vmin /Where stories live. Discover now