39

39 4 0
                                    

Ero uscito di casa infuriato.
Non riuscivo a capacitarmi di come Jimin continuasse ad incolparsi per qualcosa più grande di lui e di come difendesse quel lurido porco.

Arrivai al locale, nonostante la passeggiata che avevo deciso di fare, l’incazzatura non mi era passata anzi era addirittura aumentata.

Sentivo un peso nel petto, nel ricordarmi di ogni singola cosa che avevo sentito durante quella chiamata e di come ero stato impotente e inutile. Non avevo potuto aiutare il mio Chim quando aveva avuto più bisogno di me.

Il respiro si fece pian piano sempre più pesante, il macigno sul petto sembrava pesare sempre più, qualcosa iniziava a stritolarmi il petto. Un attacco di panico ecco cosa stavo avendo. Cercai di chiudere gli occhi e di provare a calmarmi. Un attacco adesso era proprio l’ultima cosa che doveva succedere. I dipendenti si sarebbero spaventati e avrebbero chiamato Jin che come al solito sarebbe andato in apprensione e di conseguenza avrebbe fatto preoccupare anche tutti gli altri, compreso Jimin.
Jimin, il suo viso preoccupato si affacciò nella mia mente. Il mio Chim stava male al momento e farlo preoccupare per un dannato attacco di panico era l’ultima cosa che doveva fare.
Mi portai una mano sul petto e concentrandomi su come si respirava correttamente cercai di calmarmi e prevenire il peggiorare dell’attacco. Piccoli ma profondi respiri.
Sempre più lentamente, fino a quando sentì il mio corpo rilassarsi e tornare alle sue normali funzioni.

Una mano mi accarezzò dolcemente la schiena. Mi voltai incrociando lo sguardo premuroso di Ni-ki.

Taehyung tutto bene? Sei pallido!”

Meglio ora, è stato solo un momento

entriamo e siediti un attimo. Vuoi che chiamo Jin?” mi chiese preoccupato mentre infilava il suo braccio sotto il mio pronto a sorreggermi.

No, non c’è n’è bisogno. Ora sto molto meglio, mi siedo giusto un secondo e poi vi aiuto” Sorrisi cercando di tranquillizzarlo.

Ni-ki era veramente un ragazzo d’oro ed ero sempre più convinto che se la mia testa e il mio cuore non fossero stati occupati da una certa persona, avrei reso i suoi desideri realtà.

Era ormai pomeriggio quando vidi entrare dalla porta principale il nostro solito gruppo di amici. Nam e Hobi mi fissarono con rabbia, Yoon e Jungkook con comprensione, ma lo sguardo di Jin mi lasciò perplesso, mi fissava divertito.

Cosa accidenti ci facevano qua? Dovevano essere a casa mia ad occuparsi di Jimin.

Non feci in tempo a pensarlo che l’ultimo sguardo che incrociarono i miei occhi fu proprio quello colpevole ma guardingo di quest’ultimo.
Era uscito di casa.
Non riuscivo a credere di come sembrasse piccolo, ma allo stesso tempo così sexy con addosso i miei indumenti.
Se fossimo stati da soli gli sarei saltato addosso, ne ero certo.
Mi rimproverai da solo mentalmente per la mia stupidità, Jimin aveva bisogno di spazio e io dovevo tenere a bada i miei pensieri poco casti anche se lui mi stava deliberatamente mettendo alla prova mentre si mordeva il labbro inferiore senza distogliere lo sguardo dal mio.

Mi voltai verso Ni-ki che passava in quel momento e mi avvicinai a lui mettendogli una mano sul fianco mentre gli sussurravo all’orecchio di prendere lui le ordinazioni dei ragazzi.
Volevo evitarli il più possibile.
Mi sentii osservato e voltandomi li vidi guardarmi tutti con occhi spalancati tranne Jimin.
Quel diavolo del mio migliore amico mi stava fissando con gli occhi assottigliati e le guance gonfie.
Un impulso irrefrenabile di correre a mordergliele si fece spazio nella mia mente fino a quando la mano di Ni-ki non mi accarezzò il braccio superandomi.
Lo osservai avvicinarsi a loro sorridendo.
Notai gli occhi di Jimin fulminare prima me, poi Ni-ki e poi nuovamente me, come ad ammonirmi.
Mentre Ni-ki chiedeva loro cosa desideravano Jimin sbuffò e non rispose, ma lo guardò malissimo.
La mia piccola pulce era per caso gelosa? Un moto di orgoglio mi fece sorridere desiderando metterlo alla prova per vedere se la mia supposizione era esatta.
Mi sentii quasi in colpa per Ni-ki che sarebbe stato vittima del mio esperimento, ma dovevo sapere, ne andava della mia sanità!
Ni-ki tornò al bancone sorridendo ma un po' amareggiato per lo sguardo che Jimin gli aveva rivolto.
Gli scompiglia i capelli sorridendo e sussurandogli all’orecchio di non preoccuparsi, il mio sguardo valutò fulmineo il mio gruppo di amici per sondare le reazioni dal mio comportamento. Nessuno mi stava deniando di attenzione tranne lui. Lui mi guardava.

l'amore si nasconde nei piccoli gesti / Vmin /Where stories live. Discover now