24. Cicatrici.

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Siamo sotto casa, è arrivata l'ambulanza da pochissimo, ci sono anche i miei genitori .

«Com'è successo?» Chiede il ragazzo dell'ambulanza.

«Eravamo in giro e per recuperare il suo cane si è tagliata con una lamiera, per sbaglio» Risponde Nila.

Lo amo questo ragazzo, anche se non ci crederanno mai.

Infatti mio padre ha fatto una faccia come per dire: "Non ci credi neanche tu a quello che dici".

Sono in ambulanza con mia madre, Nila invece ci raggiunge con mio padre.

Siamo arrivati in ospedale da poco, l'ambulanza è arrivata quasi venti minuti dopo. Mi  hanno fasciato il braccio con molte bende, per stoppare il sangue nel tragitto.

Nila e mio padre sono fuori dall'ospedale, non sono potuti entrare per il Covid. Sono da sola con mia madre perché sono ancora minore, stiamo aspettando le infermiere.

Il ragazzo dell'ambulanza mi fa gesto per andare da lui. Mi alzo dalla sedia e gli vado incontro.

«Posso chiederti una cosa?» Mi chiede.

«Si» Gli rispondo abbassando lo sguardo.

«Dimmi la verità, te li ha fatti il ragazzo questi tagli?»

«Assolutamente no!» Gli rispondo fulminandolo con lo sguardo.

«Anche perché, se sono stati fatti con una lamiera trovata in strada, se era arrugginita puoi prenderti le infezioni, noi dobbiamo sapere la verità»

«Si vede che non sono stati fatti accidentalmente, ma volontariamente. Se non ne vuoi parlare fa niente, ma farlo, non porta a niente. Io non dico niente all'ospedale, potrebbero metterti addirittura in psichiatria, ma te pensaci» Mi dice e se ne va senza aspettare una mia risposta.

Ma tutto bene?
Come possono pensare che sia stato lui?
Una dottoressa mi sta chiamando; è il mio turno.

Sono sdraiata sul letto dell'ospedale, le infermiere mi stanno controllando il braccio.
«Sai cosa sono questi puntini bianchi?» Mi chiede un infermiera.

Scuoto la testa.

«È lo strato derma. Il taglio è così profondo da lasciarlo intravedere.» Mi risponde con un sorriso.

Ma vuole mettermi più ansia?

«Dovete cucirmi?» Gli chiedo con espressione confusa.

«Eh, tesoro...per forza» Mi risponde osservando il mio braccio.

«Non potete mettere la colla? O qualsiasi altra cosa?» Chiedo preoccupata.

«Possiamo provarci, ma rimarranno molto evidenti le cicatrici » Mi risponde cercando di unire i due lembi della ferita.

Da quel giorno non ho più toccato una lametta.
Me ne sono pentita molto, queste cicatrici le avrò per sempre, e sono anche tanto evidenti.
Quando giro per strada con una maglia a maniche corte, mi ritrovo chiunque ad osservarmi il braccio, ed è abbastanza disagiante.

Mollo tutti i miei pensieri e mi siedo alla scrivània.

❝ Non dimenticherò mai tutto questo dolore, le buone notizie che non arrivano mai, e se arrivano, sono solo false speranze.
Le cose a cui mi dovrò abituare per forza, accontentarmi di vederti solo ai colloqui per un'ora, accontentarmi di soli venti minuti di chiamata sempre se mi daranno l'autorizzazione prima o poi, accontentarmi di non poterti avere al mio fianco nelle feste, e neanche al mio diciottesimo.
Mi spezza il cuore. Ti amo iubire.❞

L'amore oltre le sbarreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora