29. Città alta.

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Tra poco tempo mi vedrò con la Michelle, forse chiama Nila.
Sono un po' giù di morale.

Ogni tanto mi vengono delle paranoie, molto spesso in realtà. Ho paura che il nostro rapporto possa cambiare in questo periodo, che la distanza gli faccia capire che non sono ciò di cui ha bisogno, anche se sto provando a fare il possibile per lui.
Ma queste paranoie svaniscono quando ragiono e penso che, anche se siamo lontani, e ci dividono quelle sbarre,  il mio amore per lui è tanto grande, che arriverà fino lì.

Sto salendo nella città alta, per andare dalla mamma di Nila. Ieri sono andata a casa sua, ma oggi deve andare a prendere Angy a scuola perciò ci vedremo lì. Fa particolarmente freddo.

Percorrendo la strada passo dai vicoli.
La città alta è piena di vicoli, praticamente ci sono solo quelli, ne finisce uno e ne inizia un'altro. È una città storica, infatti ci sono molti turisti a visitarla, ma il resto degli abitanti usano i vicoli di questa città solo per spacciare o drogarsi. Cerchi della droga?
Ti basta andare lì; È pieno di spacciatori.
Passando tra i vicoli mi fermo ad osservarne uno, ma non a caso.

Gennaio 2020

Sono nella città alta, seduta su un muretto in un vicolo.
«Appena finiamo la canna andiamo a casa amore, fa troppo freddo» Dice  Nila afferrando la  canna.
Annuisco con la testa.
Arriva un colpo d'aria.
«Hai ragione, fa freddissimo!» Dico tirandomi giù le maniche della felpa in modo da coprire completamente le mani.
«Vieni qua» Dice nila facendo cenno con la testa.
Mi avvicino a lui e appoggio la testa sulla sua spalla, mentre lui mi stringe forte per non farmi sentire freddo.
«Dai andiamo a casa, stai tremando!» Dice, alzandosi dal muretto, buttando la canna ormai finita per terra.

Siamo a casa sua. Io sono sdraiata sul letto mentre Nila è al piano di sotto a cercare una maglietta per me. Mi sento benissimo, anche se domani mattina dovrà andare a lavoro, e io resterò qui da sola ad aspettarlo.
Non sono mai stata a dormire da lui prima d'ora. Non perché non volessimo, ma preferivo dormire a casa mia, mi sentivo più a mio agio. E qui a casa sua avremmo dovuto dormire nel letto singolo, mentre da me il letto è una piazza e mezza, si dorme anche più comodi.

«Ma quanto sei bella?» Mi dice entrando nella stanza.
«Tu lo sei» Gli dico mettendomi seduta.

Si siede vicino a me, poi prende il mio telefono e  inizia a farmi delle foto.
«Nila no! Sono orrenda!» Urlo coprendomi la faccia con le mani.
«Ma se sei bellissima» Mi dice con un tono dolce, continuando a farmi le foto.
Continuo a coprirmi.
«Una, una, per favore...» Chiede con un tono dolcissimo.
Lo guardo scontando la testa per fargli capire che non mi va.
«Te lo giuro, sei bellissima patata» Aggiunge.

Alla fine in quel video ero orribile, come immaginavo.

Ma Nila è speciale. Adesso ho capito perché ogni volta che litigavamo non volevo lasciarlo andare via, perché sapevo benissimo che io ci avrei perso molto più di lui. Non troverò mai più una persona così.

Sono in una piazzetta con la madre di Nila, sto fumando una sigaretta aspettando la chiamata dal carcere.
Quando all'improvviso squilla il telefono.
Michelle mi porge il telefono e io rispondo.

«Patata?» Sento la voce di Nila, profonda come sempre, ma oggi è anche un po' incazzata.
«Amore!» Rispondo con  un tono affettuoso.
«Come stai? Tutto bene amore?»
«Ora si. Tu come stai lì dentro?»
Che domanda scontata, non mi dirà mai la verità. Mi sento stupida.
«Tutto bene, tralasciando che ho già litigato con una guardia due settimane dopo che sono entrato, non ho avuto il tempo di raccontartelo l'altra volta» Dice sbuffando.

Non litiga con i detenuti, ma con la guardia si?

«Hai litigato con una guardia? perché?» Chiedo con un tono un po' scorbutico.
«Non voleva darmi l'accendino, allora io gli ho chiesto se potesse chiederlo ad altri detenuti che stavano vicino a noi. Io non sarei potuto  andare perché ero in isolamento. Sai cosa mi ha risposto? non faccio passaggi di mani. Ma tutto bene?» E scoppia a ridere

«Amore devi trattenere la rabbia, e fare il bravo. Fallo per me. Questa non è motivazione per litigare.» Cercando di farlo ragionare.
«Lo so amore, lo sto facendo.» Dice con un tono un po' triste.
«Beh...non proprio» Gli dico scoppiando a ridere
«In effetti» Ricambiando la risata.
«Mi manchi da morire Nila» Gli dico scoppiando a piangere.

«Amore, ti prego... non piangere. Non darmi un motivo per distruggere tutto quando torno in cella»
Dice ridendo cercando di tirarmi su di morale.

Dopo un paio di minuti passati a parlare con Nila, mi ricordo che abbiamo un tempo prestabilito...
Scosto lo sguardo su michelle;  deve parlarci pure lei.

«Ti amo iubire. Passo il telefono a tua madre che angy vuole parlarti.»  Gli dico con ancora le lacrime che mi scorrono sulle guance.
«Va bene amore, fai la brava. Ti amo anche io»
Puoi dirle di ripassarmi il telefono quando mancano due minuti? Vorrei salutarti.» Chiedo.
«Va bene amore, a dopo!»
Sento lo schiocco del  bacio provenire dal telefono.
Passo il telefono a Michelle.

Sono tornata a casa già da un po', ho cenato con una bistecca e ora scrivo a Nila.

Ci siamo sentiti! Sono felice, anche se non mi piace tanto che fai già casini li dentro.
Sono rimasta delusa per delle cose, ma ora come ora non abbiamo tempo per litigare, abbiamo altro a cui pensare. Ma anche tu devi pensare ad uscire da lì, so che delle volte sarà difficile, ma pensa a me, alla tua famiglia.

Prendo il computer e mi sdraio sul letto poi metto la mia playlist depressa.

Ieri sera mi sono addormentata abbracciando il mio cuscino piangendo. Poco fa quando mi sono svegliata c'era ancora la mia playlist depressa che scorreva.

Questa è una di quelle mattinate in cui preferirei dormire dieci giorni di fila solo per non dare voce ai miei pensieri; sto letteralmente di merda.
Mi alzo dal letto ma inciampo in mezzo al disordine nella mia stanza che mi intralcia, in più è buio pesto.

Mi alzo dal letto per andare dalla finestra, poi alzo la tapparella.
Oh! Un po' di luce.
Apro la finestra e vado in balcone.
Fa freddissimo ma non sarebbe male fumarsi una canna qui.
Torno in stanza a girarla, poi prendo carta e penna e torno fuori in terrazzo.
Mi siedo al tavolino, accendo la canna e inizio a scrivere:

Buongiorno amore mio, come stai? Io così e così
Io non so cosa pensare mi manchi sempre di più e ho paura di tante cose; le mie solite paranoie.
ovviamente. Ho paura che quando uscirai non sarai piu come prima, che il nostro rapporto non sarà più lo stesso. Ti prego promettimelo che non cambierai, te lo sto chiedendo con le lacrime agli occhi

Appoggio la lettera e continuo a fumare, osservando la strada giù dal balcone. Questi pensieri mi uccidono dentro da giorni.
Immagino quanto sarebbe brutto perdere il rapporto, la nostra relazione per questo...
Non ne avrei colpa, e neanche lui in parte.
Io non posso far si che questo accada. Anche se, penso che se sia destino, succede e basta.
Ma il nostro destino in questi anni sembra che abbia voluto non farci separare. Tutte le volte in cui siamo riusciti a prendere strade diverse, alla fine, riuscivamo sempre a tornare su quella strada, la strada che ci riportava insieme. Speriamo che continui ad andare sulla stessa via.

Una lacrima cade sopra alla lettera e la bagna, come sempre. Ma questa volta mi ha stupida particolarmente. È caduta sopra al "Mi manchi".
Sarà un segno? O forse no?

Non avrei mai voluto una cosa del genere, avrei voluto che la nostra vita fosse andata diversamente.
Ma nonostante tutte le nostre scelte sbagliate, stiamo riuscendo ad affrontare le conseguenze, insieme. O meglio dire, ci stai riuscendo lui , io sono solo una cosa in più.

Fatemi sapere cosa ne pensate, votate e commentate, alla prossima ❤️

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Vi amo ciao.

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