Un nuovo inizio: Bahrain

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"Grazie per aver viaggiato con Turkish Airlines. Benvenuti in Bahrain. Godetevi la vostra vacanza!" una voce dall'altoparlante dell'aereo riportò alla realtà Grace che, per la prima volta metteva piede in quella città che, negli anni precedenti, aveva solo visto in televisione. O meglio, non aveva mai visto la città in sé per sé, ma solo il circuito di quella città, il circuito in cui corrono le auto di Formula 1, ma soprattutto il suo amico di infanzia, Charles Leclerc.

Grace ancora non credeva che fosse lì e non credeva che a breve avrebbe cominciato a lavorare per Sky Sport F1, ma non dagli studi, come stava già facendo. Stavolta avrebbe seguito la Formula 1 dal vivo, al fianco delle sue colleghe Federica e Mara e quello, per Grace, era il sogno della vita che si stava avverando.

Da sempre era stata appassionata di Formula 1, sin da bambina. Nata a Monaco, Grace Bernard non poteva non innamorarsi di quello sport. La casa dei suoi genitori sorgeva a pochi passi dal circuito cittadino più famoso e la sua casa attuale, in quel di Montecarlo, in Avenue de la Costa, aveva lo stesso vantaggio. Suo padre, Philippe, le faceva vedere le gare in televisione sin da bambina e, quando la gara si teneva a Monaco, la portava nel box Ferrari e l'amore per quello sport, così come quello per quella scuderia era scoppiato tutto d'un tratto e non era mai più andato via.

A renderla ancora più innamorata della Formula 1, era stato il suo migliore amico, Charles Leclerc, che con Grace aveva condiviso tutti gli anni scolastici, fino a quando la sua carriera non era decollata. Grace lo aveva sempre seguito quando poteva, già da quando correva nei kart. Poi la grande occasione con la Ferrari e, da allora, quando Charles poteva, la portava con lui, mentre continuava a studiare per diventare giornalista. E, infine, la grande occasione era arrivata anche per lei: tirocinio a Sky Sport F1 e, lo scorso anno, mentre Max Verstappen vinceva il campionato di Formula 1 a soli 24 anni, lei veniva assunta a tempo indeterminato a 26 anni e, finalmente, avrebbe potuto seguire tutte le gare da vicino.

E quel giorno era arrivato, in un freddo mercoledì di marzo, Grace aveva preso il volo prenotato per lei, da sola, perché le sue colleghe erano partite qualche ora prima di lei, ed era arrivata nel Bahrain, dove, effettivamente, non faceva per niente freddo.

Non appena era scesa dall'aereo, Grace aveva cominciato a togliere la giacca ed era rimasta con un maglia a mezze maniche rossa, mentre benediceva il momento in cui aveva scelto di mettere dei pantaloni morbidi e non dei jeans. Una volta afferrata la valigia al nastro bagagli, aveva raggiunto l'esterno e aveva incrociato lo sguardo di Charles che era lì ad aspettarla.

Le aveva promesso che sarebbe andato a prenderla e Charles, le promesse, le aveva sempre mantenute. E quella era una delle cose che aveva sempre amato di Charles. Era sempre stato di parola e il successo non gli aveva montato la testa. Ma più di tutto, si era innamorata degli occhi di Charles. Gli occhi di Charles che avevano lo stesso colore del mare di Monaco, quel mare che lei riusciva a vedere ogni volta in cui si affacciava alla finestra di casa sua. Eppure non aveva mai confessato a nessuno dell'amore che provava per Charles, nemmeno a lui. Grace non voleva rovinare la loro amicizia perché era una delle cose più speciali che avesse. E per questo, aveva cercato di farsela passare, ma ogni volta che incrociava il suo sguardo, qualcosa le si muoveva dentro e non poteva fare niente per fermarlo.

"Ma guarda un po' chi sono riuscito a portare in Bahrain" Charles allargò le braccia per stringerla forte .

"Ci sono arrivata con le mie forze, tu non mi hai mai portata in Bahrain" Grace si allontanò e gli sorrise, poi lui le prese la valigia e si incamminarono insieme verso l'auto con cui Charles era venuto a prenderla. E lei, ancora non aveva realizzato di essere lì, così come non l'aveva realizzato Charles che più la guardava più pensava se fosse vero che Grace fosse al suo fianco e che l'avrebbe accompagnato in questo primo weekend della nuova stagione di Formula 1 e negli altri a venire.

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Quando Grace e Charles arrivarono in albergo, la giovane giornalista aveva subito chiesto di fare un riposino in camera. Tra Milano e il Bahrain c'erano solo due ore di fuso orario, ma Grace aveva accumulato così tanta stanchezza dal giorno precedente che aveva solo bisogno del letto. Per raggiungere il Bahrain, aveva dovuto viaggiare fino a Düsseldorf da Milano, città in cui si trovava per sistemare le ultime cose con i suoi colleghi di Sky F1 prima della partenza. Dalla Germania, poi, aveva preso il volo per Istanbul all'una di notte e aveva messo piede in Bahrain alle 6.15 del mattino, ora locale. Non si capacitava nemmeno lei come avesse fatto a reggere quel viaggio lungo ed estenuante, ma sapeva ne sarebbe valsa la pena. E non si capacitava nemmeno lei di come Charles fosse stato così preciso ad un orario quasi improbabile per entrambi.

Charles l'aveva accompagna in camera dopo aver effettuato il check-in, in quell'albergo a cinque stelle, in cui alloggiavano tutti, ma proprio tutti. Tutti quelli che lei aveva sempre visto dalla televisione e, qualche volta, da più vicino solo perché Charles l'aveva portata con sé, ma non aveva mai avuto il coraggio di avvicinarsi. Quella volta, però, sarebbe stato tutto diverso, li avrebbe dovuti avvicinare per lavoro, sarebbe entrata in quel modo che l'aveva affascinata sin da piccola, in quel modo fatto del rumore dei motori, di tanta adrenalina. Quel modo fatto della sua rossa per cui avrebbe tifato relativamente in silenzio, per evitare di essere troppo imparziale. Quel mondo di cui faceva parte anche Charles del quale non avrebbe mai potuto fare a meno.

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Quando Grace sentì suonare la sveglia e vibrare il telefono tra le mani, capì di essersi addormentata. Aprì gli occhi a fatica e, l'ora sul cellulare, seppur leggermente sfocata, segnava le 13.30. Aveva dormito circa 5 ore e mezza e tra poco meno di un'ora si sarebbe dovuta recare al circuito per un briefing con i suoi colleghi. L'indomani sarebbe stato giovedì e il primo weekend di F1 avrebbe cominciato a prendere vita.

Grace poggiò il cellulare sul letto e si strofinò gli occhi con le mani prima di poter cominciare a ragionare sui prossimi passi da compiere. Poi riprese, nuovamente, il telefono e sullo schermo notò una notifica che non aveva visto prima. Era un messaggio Whatsapp di Charles e, in un millesimo di secondo, lo stesso che può regalare una pole position a discapito dell'avversario, sbloccò lo smartphone e aprì la sua chat: 'Sono così felice di averti qui con me' le aveva scritto il suo amico e sul viso di Grace spuntò uno di quei sorrisi che le spuntava solo quando vedeva la Ferrari vincere un Gran Premio.

Negli ultimi mesi si stava convincendo che quello che provava per lui stava andando a scemare, ma in effetti non era così e non sarebbe mai scemato del tutto. E la conferma era quel sorriso spuntato dopo aver letto quel messaggio. Un semplice messaggio che per lei significava tanto e, tanto significava anche per Charles la risposta che gli aveva inviato Grace.

Il pilota aveva atteso quella risposta per diverse ore, le aveva mandato quel messaggio poco dopo averla lasciata fuori la sua camera, ma sapeva che Grace sarebbe crollata non appena avesse messo la testa sul cuscino e, quindi, aveva provato anche lui a dormire, visto che si era svegliato presto per andarla a prendere, ma senza riuscirci del tutto. L'ansia per l'inizio della nuova stagione cominciava a farsi sentire, sapeva che sarebbe stata diversa rispetto alle precedenti perché la F1-75 progettata dalla Scuderia Ferrari aveva dato ottimi risultati nei test pre-campionato e quello lo rendeva euforico. Tanto quanto lo rendeva euforico il messaggio che gli aveva appena mandato Grace: 'Non immagini nemmeno quanto sia felice io di essere qui, di poterti vedere ad ogni gara da vicino e di poterti sostenere (in silenzio). Altrimenti se mi beccano, sono fregata' e proprio come Grace, anche Charles aveva sorriso, uno di quei sorrisi che aveva solo quando saliva sul gradino più alto del podio, come era accaduto a Monza nel 2019 e anche in Belgio, lo stesso anno. Aveva sorriso proprio come sorrideva quell'emoji che Grace aveva messo alla fine del messaggio prima di bloccare il cellulare per fare una doccia. In poco tempo riuscì a mettersi in tiro per raggiungere Federica e Mara, le sue colleghe che si occupavano come lei di Formula 1, e nel momento in cui loro la strinsero tra le braccia e, poco dopo, varcarono la porta d'ingresso dell'albergo per raggiungere il circuito, capì che tutto era reale, che non stava sognando e che, finalmente, aveva avuto la sua occasione.

Sei te l'ultima curva, INSUPERABILE //Leclerc-Verstappen// Formula 1Where stories live. Discover now