"Cercami"

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Il weekend di Jeddah era trascorso più velocemente di quello del Bahrain o, almeno, era sembrato così a Grace. Nonostante per la monegasca non fosse iniziato nel migliore dei modi, era riuscita a tirarsi su di morale e a svolgere il suo lavoro al meglio. Max era riuscito a tranquillizzarla dopo quel mercoledì burrascoso e le era stato molto vicino nei giorni successivi. Si era preoccupato, anche se non sapeva il reale motivo per cui Grace era scappata dal paddock. E a Grace quelle sue attenzioni avevano fatto piuttosto bene. Vederlo al suo fianco, senza fare domande, senza intromettersi, le aveva dato una grande dimostrazione. Nonostante la gara e i vari impegni pre-gara, Max aveva sempre trovato un momento per lei, a differenza di Charles che non si era degnato di parlarle dopo la discussione che i due avevano avuto nell'hospitality Ferrari. Si erano ignorati per tutto il weekend, ma la monegasca non aveva accusato l'assenza del suo migliore amico: Max era riuscito a non farle pensare insistentemente alla discussione con Charles, anche se, quando si era ritrovata da sola, ci aveva pensato più del dovuto. E non era riuscita a darsi una spiegazione. O forse, non voleva darsela. Non voleva farsene un cruccio e l'olandese aveva saputo distrarla per bene. Aveva trascorso tutte le sere in camera con lei, l'aveva fatta sorridere e l'aveva coccolata, aveva provato in tutto i modi a farle tifare Red Bull, senza risultato. L'aveva fatta sentire la sua Vriendin in tutto e per tutto. E quel weekend si era concluso nel migliore dei modi per l'olandese con la vittoria della gara davanti a Charles Leclerc e Carlos Sainz.

Con Grace, Max aveva trascorso anche la serata dopo la gara e aveva festeggiato con lei la vittoria, dopo il disastro accaduto in Bahrain. Grace era stata felice di stare con lui, ma il suo pensiero era volato a Charles e al suo malessere per aver terminato la gara alle spalle di Max, dopo una dura lotta in pista. La stessa lotta che stava avvenendo dentro di lei. Così come Max aveva accusato il colpo di quel DNF nel weekend precedente, Charles l'aveva accusato quella sera. E Charles avrebbe proprio avuto bisogno di Grace al suo fianco, ma era stato troppo orgoglioso per scriverle. Non aveva avuto il coraggio di parlarle dopo quella discussione e non gli sembrava giusto scriverle senza averla prima affrontata. Per questo, dopo il consueto briefing post-gara con la scuderia, si era ritirato nella sua camera e aveva provato a dormire, senza grandi risultati, ma almeno ci aveva provato.

Quella mattina, Grace si era risvegliata al fianco di Max, come spesso era accaduto in quel weekend. I due stavano facendo di tutto per non farsi beccare da occhi indiscreti, ma sembrava non riuscissero a stare lontani e, per questo, approfittavano di ogni momento buono, anche se questo significava dover vedere l'olandese uscire dalla camera di Grace al mattino presto, per evitare di incontrare qualcuno.

"Dai Grace, parti con me" la implorò Max, un'ultima volta. Gliel'aveva ripetuto da quando avevano aperto gli occhi, ma lei sembrava non convincersi.

"Max, te l'ho già detto" - si mise di fronte a lui - "Devo andare a Milano, ho degli impegni con la redazione" spiegò la monegasca.

"Va bene" - spalancò le braccia - "Ma, mi prometti che mi cercherai una volta tornata a Monaco?" chiese lui speranzoso.

"Sarà la prima cosa che farò Max, promesso" si sporse verso di lui e gli lasciò un bacio sulle labbra. Max la attirò a sé e la strinse forte tra le sue braccia. Grace era leggermente più bassa di lui e questo la faceva sentire ancora più protetta. Max, invece, respirò tutto il suo profumo, quasi volesse ricordarlo nei giorni in cui non si sarebbero visti. Si stava abituando alla sua presenza e sapeva non sarebbe stato capace di farne a meno.

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Qualche ora dopo, Grace lasciò la camera e raggiunse Federica e Mara nell'hall dell'albergo. Le tre sarebbero dovute ritornare a Milano per organizzare i prossimi impegni e la monegasca sarebbe rimasta lì almeno fino alla mattina di mercoledì. Non appena la videro arrivare, Federica e Mara la raggiunsero a passo svelto e le afferrarono i polsi, una da un lato, l'altra dall'altro.

Sei te l'ultima curva, INSUPERABILE //Leclerc-Verstappen// Formula 1Where stories live. Discover now