CAPITOLO QUATTRO

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Louis passò le settimane successive chiuso in ufficio a disegnare, produrre e progettare l'edificio. Non che fosse propriamente una sua scelta. O meglio lo era per vari motivi: non aveva molto altro da fare e casa sua lo rattristiva e non doveva pensare a Jack per nessuna ragione al mondo. Non doveva e non poteva. Questo perché ogni volta che ci pensava voleva prendere qualcosa e scaraventarla per terra facendola rompere in mille pezzi. Riusciva ad evitare i suoi messaggi ed era bravo eh, quando aveva il telefono in mano e riceveva un messaggio da Jack faceva un respiro molto, molto profondo e lo ignorava senza problemi. Il tempo di utilizzo del telefono era diminuito drasticamente perché ormai utilizzava tutte le sue forze per stare davanti al pc e ai modellini che stava preparando. L'unico motivo per cui usava il telefono era ascoltare la musica. Louis era estremamente legato alla musica anche se, in quegli ultimi anni se ne era allontanato tanto. Da quando aveva cinque anni aveva amato imparare a suonare il pianoforte e a unire momenti belli e momenti tristi ad essa. Aveva imparato che una canzone apparentemente felice, se ascoltata davvero, era estremamente dolorosa. E che era giusto ascoltare una canzone che potesse tirarti su di morale o una che ti facesse ballare quando tutto andava male. La musica nella vita di Louis c'era stata quando si era rotto il ginocchio e sua mamma gli mise nelle cuffie una canzone di una band sconosciuta alle orecchie di Louis oppure c'era quando si laureò e con Liam misero la loro canzone preferita degli Arctic Monkeys. Ora c'era mentre soffriva da solo lì in Italia. La riproduzione casuale fece partire improvvisamente 'All I Want'.

'Dio.' Imprecò. 'Non sento questa canzone da anni.' Sussurrò tra sé e sé. Non ascoltava quella canzone da quando si frequentava con Jack i primi tempi e ascoltava quella canzone ripetendosi tra sé e sé di aver trovato la persona giusta. Eppure, non era così. Aveva trovato quella che avrebbe definito la batosta più grande della sua vita.

'All I want is a good guy
Are my expectations far too high?'

E mentre Olivia cantava quella canzone e quelle parole gli battevano in testa non riuscì a fare a meno di pensare ad Harry. Non lo vedeva da decisamente molto, molto tempo e non gli stava neanche più dando problemi per la costruzione dell'edificio. Che si fosse finalmente messo l'anima in pace? Louis negò con la testa attaccando un piccolo pezzo del modellino in cima all'edificio per creare la piccola serra botanica. Nella sua mente però, continuava a risuonare l'idea che ad Harry piacesse Olivia Rodrigo. Era la sua cantante preferita da anni ed era assurdo come l'unica cosa in comune con quell'ammasso di ricci fosse l'unica cosa che nel periodo più buio della sua vita lo facesse stare bene.

Ma prima di farlo continuare a pensare troppo, la musica si fermò e il telefono iniziò a suonare. Era un numero che non aveva in rubrica. Poteva essere Jack? Insomma, sarebbe stato più che comprensibile che lo chiamasse con un numero nuovo. Ma poi notò che il numero iniziava con il prefisso italiano e si rilassò, schiacciò sul telefono e, un po' scettico 'Pronto?'

'Louis!' chiunque fosse allungò la s tanto da sembrare un serpente. 'Senti, volevo solo dirti che non ti vedo in giro da un po' e non mi piace per niente questa situazione. Oggi io e gli altri andiamo sul lago, Zay ha una specie di barca da fare invidia a quella dei migliori attori di Hollywood. Almeno per noi. Vorresti venire?' Niall. Niall era un uragano in quel momento nella sua vita. 'Niall, come hai avuto il mio numero?' chiese sorridendo e stiracchiandosi alzandosi dalla sedia dello studio su cui era stato seduto tutto il pomeriggio. 'Amicizie, molte amicizie potenti. Che mi hanno detto che se mi dici di no te la faranno pagare cara.' Rise al telefono mentre faceva cadere qualcosa a terra e tra i denti chiedeva scusa. 'Non spaventarti, non è vero. Semplicemente sono riuscito ad avere il tuo numero chiamando il tuo ufficio. Mi hanno detto che lavoravi da casa oggi.'

Louis sbadigliò, erano le otto di mattina e lui aveva dormito poco più di venti minuti accasciato sul tavolo della scrivania, pensò vagamente che se solo avessero detto al Louis adolescente che non avrebbe dormito fino a tardi la mattina, probabilmente sarebbe rimasto scioccato, soprattutto se gli avessero detto che lo faceva a causa del lavoro! 'In realtà io sono molto stanco e-'

When Words Fail, Music SpeaksWhere stories live. Discover now