CAPITOLO LII.

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Takeshi: figlio di Shinichiro e Wakasa
Masamune: figlio di Izana e Kakucho
Shun: figlio di Yuzuha e Mikey
Ren: figlio di Koko e Akane
Shiki: figlio di Smiley e Andre
Sho: figlio di Angry e Midorin
Hayato: figlio di Ran e Crystal
Hideki: figlio di Rindou e Crystal
Akiteru: figlio di Mitsuya e Hakkai
Dafne: figlia di Draken ed Emma
Sakura: figlia di Takemichi e Hina
Fumi: figlia di Pah-chin
Aki: figlio di Pah-chin (sono gemelli)
Haru: figlio di Peh-yan
Toma: figlia di Kazutora e Yoko
Edward: figlio di Baji e Chifuyu
Daisuke: figlio di Kisaki e Hanma
Koutaro: figlio di Takemichi e Hina
Arthur: figlio di Draken ed Emma
Yoichi: figlio di Mitsuya e Hakkai
Myo: figlio di Takemichi e Hina
Mandy: figlia di Draken ed Emma

LUGLIO

- Fa davvero strano non essere al mare in questo periodo...- mormorò Hina, guardando fuori dalla finestra.

- Con tutto quello che è successo sarebbe stato l'ideale, ma è anche impossibile che accada- sospirò Takemichi.

La loro famiglia era stata, in un certo senso, fortunata: la tragedia li aveva colpiti solo di striscio.

Naoto, anche se sotto il controllo di supervisori, data la mancanza di prove che lo etichettavano come possibile corrotto aveva già ripreso a lavorare; poteva occuparsi solo di cose molto semplici, e sempre tenuto d'occhio, ma almeno si era rimesso in pista.

Sakura era parecchio triste per la mancanza di Fumi, che stava passando un periodo con la madre, e Koutaro passava il tempo a tirare su Daisuke, che odiava sempre di più la sua famiglia.

Ma in confronto ad altri, gli era andata parecchio bene.

Hina e Takemichi erano sempre state persone piuttosto semplici, non avevano mai preteso troppo, avevano avuto una vita tranquilla.

Eppure, non rimpiangevano l'uragano che quel gruppo aveva portato nella loro vita: avevano incontrato persone speciali, trovato nuovi amici, si erano divertiti tutti insieme, e adesso avrebbero affrontato quel dolore tutti insieme.

- Ce solo una cosa che rimpiango di aver fatto- sussurró Takemichi, mentre sentiva i passi di qualcuno che correva.

Yamagishi entrò all'improvviso in cucina.

- Ho sentito dei rumori fuori. Non è venuto nessuno ad arrestarci vero?!- esclamò.

- Per la quinta volta da quando ti sei svegliato dieci minuti fa: no, siamo vicino a una strada, i rumori sono normali- affermò Takemichi, mentre anche Suzuki entrava nella stanza.

- Tutto a posto? Qualcosa di sospetto?-.

- Ragazzi, non è un film di spionaggio- ridacchiò Hina.

- Con tutto quello che è successo, sempre meglio essere prudenti!- esclamò Kazushi.

Takemichi alzò gli occhi al cielo: voleva bene ai suoi amici, ed era stato lui a proporre loro di stare per un po' a casa sua, visto quello che stava succedendo.

Ma non aveva fatto i conti con il loro lato rompiscatole.

Maledisse mentalmente Takuya che si era preso l'unico sano del gruppo.





























- Takuya, grazie ancora per aver deciso di ospitarmi- disse Akkun, raggiungendo l'amico che, in cucina, era intento a preparare la colazione.

- Figurati. Tua moglie è via no? Ti saresti sentito solo- commentó il biondo.

- Abbastanza... Anche se sono felice che in questo periodo sia partita per lavoro. Kisaki non è arrivato a me, ma contando che è capace di fare di tutto mi sento più sicuro a saperla lontana- dichiaró Akkun.

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