Smut

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-Quindi vuoi davvero che io faccia con te quello che faccio con le mie puttane?-

Chiese il maggiore, dopo aver allontanato bruscamente Shoto da sé e averlo trascinato, prendendolo per un braccio, in un punto più appartato.

-Va bene. Ma non sono sicuro che ti piacerà-

Continuò, con rabbia malcelata, mentre si slacciava velocemente i pantaloni.

-Succhiamelo-

Ordinò, perentorio, inducendo l'altro ad inginocchiarsi davanti a sé.

Non sapendo bene da dove cominciare, il più piccolo iniziò a leccargli la cappella, esitante.

-Dio, hai almeno mai fatto un pompino?-

Lo derise Toya, sogghignando appena.

No, effettivamente per lui era la prima volta, ma l'aveva visto fare. Imbarazzato, scese con la lingua fino alla base, cercando di essere sensuale.

Incoraggiato da un sospiro dell'altro risalì lentamente, per poi prenderlo in bocca quanto più possibile.

-Bravo, così-

Si complimentò il maggiore, mentre gli passava una mano tra i capelli e prendeva gradualmente ritmo.

-Non posso credere che tu sia il suo preferito- disse poi, ridendo -Il suo capolavoro, ridotto a supplicare suo fratello in un vicolo maleodorante per avere una punta di cazzo.-

Rise di nuovo, mentre aumentava ancora la velocità, cominciando a spingere la testa dell'altro per avere una maggiore profondità.

Era abbastanza grosso e il più piccolo reggeva a fatica, ma il tutto diventava piuttosto eccitante per lui... Tanto che, a un certo punto, cominciò a toccarsi. Gesto che non piacque molto al più grande, che si staccò di colpo e costrinse l'altro ad alzarsi, prendendolo per la maglietta.

-Chi ti ha dato il permesso?-

Gli chiese a denti stretti, facendolo sbattere contro il muro.

-I-io... Scusa-

Fu tutto ciò che riuscì a dire Shoto, un po' impaurito ma anche molto eccitato dalla situazione.

Cosa che fece ridacchiare il moro, che amava farlo sentire in soggezione.

-Dunque, qualcuno qui è fottutamente bisognoso, non è vero?-

Riprese, in un modo sensuale, mentre iniziava a masturbarlo.

-Oh, Toya!-

Esclamò quest'ultimo, portando la testa all'indietro, mentre a stento riusciva a reggersi sulle proprie gambe.

L'altro rise, aumentando il ritmo.

-Cosa? Dimmi-

-Dai... Hai capito-

Shoto ormai gemeva rumorosamente, ma per Toya non era abbastanza.

-Voglio che mi supplichi-

-T-ti prego-

Il moro fece voltare velocemente il più piccolo, afferrandolo per i fianchi.

Si leccò due dita, per poi penetrarlo e dilatarlo con esse, in un modo insolitamente delicato da parte sua.

-Rilassati-

Mormorò, prima di leccare e baciare la schiena del più giovane.

Shoto obbedì, confortato dalla voce calda del fratello.

Toya proseguì finché l'altro, impaziente, non riprese a contorcersi, chiedendo tacitamente ancora di più.

Cosa che suscitò l'ilarità del moro, che si sentì tuttavia anche compiaciuto per il fatto di essere tanto desiderato.

-Ah, fratellino. Chi l'avrebbe mai detto...-

Disse, con un tono appena udibile, prima di penetrarlo nuovamente, stavolta col suo membro.

Shoto soffocò un grido di dolore. Nonostante Toya ci stesse andando piano, faceva dannatamente male.

-Vuoi che mi fermi?-

Chiese quest'ultimo, avendolo sentito irrigidirsi.

-No. Continua-

Gli rispose il più giovane, intenzionato ad andare fino in fondo.

Il maggiore non se lo fece ripetere due volte e proseguì, aumentando gradualmente il ritmo.

Una mano riprese il lavoro interrotto in precedenza, rendendo il tutto più piacevole per Shoto.

Quest'ultimo cominciò a rilassarsi e a prenderci gusto, accompagnando timidamente i movimenti dell'altro.

Non resistette alla tentazione di voltarsi e guardarlo negli occhi: ardevano di desiderio, solo per lui, come aveva sempre sognato.

Il maggiore, però, non gradì particolarmente questa iniziativa e gli intimò di girarsi: guardare in faccia suo fratello 16enne, in quel momento, lo riportava alla realtà, facendolo sentire sporco e perverso.

In preda all'ira, velocizzò ulteriormente i movimenti, prendendo un ritmo che Shoto non riusciva più a reggere. La sua bocca lo mordeva.

Iniziò anche a perdere il controllo del suo quirk, cosa che rese le sue mani brucianti a contatto con la pelle delicata del più giovane.

Di tanto in tanto lo sculacciava, lasciandogli diversi segni, ma a lui non importava: scoprì di amare il dolore, di amare la sottomissione, di amare l'essere totalmente alla mercé di suo fratello.

Continuarono così, finché non terminarono in contemporanea, stimolati dai rispettivi gemiti.

Prima che il più piccolo avesse modo di ripulirsi e ricomporsi, Toya si rivestì velocemente e gli passò, sprezzante, dei soldi.

-Tienili. Dopotutto, te li sei meritati-

E se ne andò, lasciandolo così. Grondante di sangue e del suo seme, tremante, elettrizzato, confuso.

Entrambi si promisero che quella sarebbe stata la prima e ultima volta.

Ciò che non avevano messo in conto, però, era l'effetto drogante della cosa, che li avrebbe riportati lì ogni giorno, a partire da quella notte.

SheepsWhere stories live. Discover now