2. Fuliggine Acre, Notte Piena

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Sangue finto, pallidume ostentato e zero Bauhaus: la notte di Halloween non è mai stata così noiosa. O almeno così pensa Mark finché il suo sguardo non incontra quello di un ragazzo vestito completamente di nero. Forse... forse c'è per lui una possibilità di divertirsi.
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LEAVE YOU FAR BEHIND Lunatic Calm




Yeosu di notte era come sempre tetra e solitaria.

Il locale dava direttamente sulla spiaggia, ma non c'era nessuno ad occupare il paio di tavolini che offriva all'aperto, e anche se il vento proveniente dal mare di agosto faceva in modo che anche a quell'ora si riuscisse ad star bene in maglietta, Mark fu preso comunque dai brividi di freddo.

Finalmente al silenzio, gli parve ancora più strano di aver incontrato di nuovo Donghyuck, e s'innervosì, non sapendo di che parlargli.



Il suo ultimo – primo ed ultimo, a dirla tutta – incontro con Donghyuck gli balenò in mente per la millesima volta in quei mesi.




































L'anno prima


Sangue finto, pallidume ostentato e zero Bauhaus: la notte di Halloween non era mai stata così noiosa.





Quello era un locale che Mark di solito evitava.

Gli sembrava troppo poco adatto alle sue macchinazioni losche e malevoli congiure: detto in breve, i drink costavano più di quanto a Mark piacesse spendere, e all'entrata si controllava davvero che non entrasse droga. E soprattutto, niente risse, o si chiamava il 112.

Ma quella sera l'avevano cacciato per la volta definitiva dalla disco in cui di solito andava (stava per fare a botte con il proprietario, Park Jisung), quindi aveva aveva dovuto cambiare aria. «Ti conviene sparire per un po',» gli aveva detto il giovane Jisung, prima di sputargli tra le scarpe.



Il tempo sembrava scorrere più lentamente, lì. E la gente era più bella, i loro vestiti più costosi, e soprattutto l'aria non puzzava di chiuso e di sudore. O, almeno, puzzava di chiuso e di sudore solo un po'.

Per una volta forse avrebbe fatto bene non essere il solito Mark, si propose. Del resto era Halloween, e non era forse vero che ci si poteva mascherare da qualsiasi cosa si volesse?

Così si sistemò i capelli e si riabbottonò la camicia nera fino quasi a strozzarsi, comportandosi come se i suoi mille orecchìni e il piercing sul sopracciglio fossero parte della sua farsa, tentando di mimetizzarsi tra la brava gente. Ordinò quel che era meno costoso tra gli alcolici offerti.


















Lee Donghyuck portava su di sé vestiti neri e alti stivali, nemmeno una striscia di pelle scoperta, un bracciale borchiato d'argento, labbra del colore del cinabro d'antimonio screpolate sul punto di sanguinare e degli occhi rigati di nero che ti facevano voglia di non staccargli lo sguardo di dosso finché non avesse contraccambiato l'occhiata.




Si erano incontrati in quella sera diversa, in quella sera spettrale e Mark... Mark semplicemente non aveva potuto resistere.

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