48 - Epilogo

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So this is Christmas,
War is over,
And what have we done?
If you want it,
Another year over,
War is over,
A new one just begun,
Now

Bussai alla porta del Dottor Trelanway, piuttosto sicura che fosse un tentativo vano e che alle sette e mezzo non fosse più in ambulatorio. Invece, la sua voce tranquilla mi sorprese, esortandomi ad aprire la porta.

Posai le dita sulla maniglia fredda e l'abbassai, quindi entrai dentro l'ambulatorio. Era bianco e anonimo come ricordavo. «Buonasera», mormorai.

Lui alzò lo sguardo dalla cartellina che stava sfogliando e sorrise, quando mi riconobbe. «Nessa Hart, giusto?»

Io annuii piano e indicai la sedia. «Posso?»

Il Dottor Trelanway richiuse la cartellina e mi dedicò tutta la sua attenzione, non appena mi fui accomodata di fronte a lui. «In cosa posso esserti utile, questa volta?»

«Volevo solo dirle che...», tentennai. Mi tremavano le mani e non ero sicura di star facendo la scelta giusta, eppure mi bruciava forte lo stomaco. «Oggi mangio quella pizza, dottore.»

*

Tenendo il cartone della pizza in bilico con una mano sola, scesi dall'auto di Steve. Athena mi sorrise e afferrò la mia mano, appena prima che li salutassi e ringraziassi per il passaggio. Si erano riuniti, e speravo che anch'io avrei potuto fare lo stesso con Eddie. «Andrà tutto bene», mi disse.

«Lo spero», sospirai. Ormai restavo notti intere sulle sedie scomode dell'ospedale da più di una settimana, smaniosa di essere la prima a vedere Eddie quando si sarebbe svegliato. Ma l'avrebbe fatto? Nessuno lo aveva assicurato.

Attraversai i corridoi bianchi e tutti uguali, tutti anonimi, tutti opprimenti. La paura mi mangiava lo stomaco. I dottori avevano detto a Wayne che qualcosa dentro Eddie aveva continuato a lottare finché io e Dustin non l'avevamo portato, chissà come, in ospedale. Dal momento in cui avevo sentito il suo cuore smettere di battere sotto alle mie dita fino alla mattina dopo, non ricordavo niente. La zia credeva fosse colpa dello shock.

Onestamente, speravo solo di cancellare tutto quello schifo, andare a mangiare una pizza con Eddie e dirgli che lo amavo e che volevo sposarlo in quel preciso istante, perché era l'unico che volevo.

Quando intravidi la zia Joyce e Wayne sulle solite sedie, il mio umore si infranse. Sorridevano. Era la prima volta che sorridevano dopo che mi ero precipitata a casa in lacrime.

Non feci in tempo a chiedergli cosa fosse successo, perché Wayne si alzò e mi abbracciò come un padre dovrebbe fare. «Si è svegliato», ammise. «Si è svegliato. È vivo. È stabile.»

Non sapevo cosa dire. Era come se avessi dimenticato come respirare. «Davvero?», riuscii ad articolare con molta fatica, dopo minuti di silenzio che i due avevano rispettato dolcemente.

«Sì, tesoro», annuì la zia, con gli occhi lucidi. Scoppiai a piangere e mi strinsero tutti e due con così tanta forza che mi sembrò di avere una famiglia vera dopo tanto tempo. «Vuoi entrare? Ti sta aspettando...»

«Posso vederlo?»

«Certo», mi rassicurò Wayne, raccogliendo una lacrima che era sfuggita al suo controllo.

Respirai profondamente diverse volte, prima di riuscire a fare un passo. Tenendo ancora quella pizza in bilico, perché non avevo mangiato altro da quando avevamo sconfitto Vecna, entrai nella sua stanza in punta di piedi.

Il cuore mi scoppiava nel petto quando lo vidi disteso e sorridente che cercava il mio sguardo. «Piccola, sei qui.» Aveva la voce roca e sembrava sul punto di scoppiare in un pianto lungo e muto. «No, ehi, non piangere.»

«Scusami, non me n'ero neanche accorta», mormorai imbarazzata.

«Va tutto bene. Vieni qui?», indicò il posto accanto a lui sul materasso. Io lo raggiunsi e mi accoccolai accanto a lui. «Abbiamo vinto?»

«Sì, amore. Abbiamo vinto», risposi accarezzando le sue guance. Poi sgranai le palpebre, facendolo ridere. «Oh, mio Dio, Eddie.» Sorrisi e provai a introdurre una mano tra i capelli corti che non gli avevo mai visto. Non mi avevano mai fatta entrare, prima. «I tuoi capelli...»  

«I miei capelli, piccola? Guarda i tuoi...», indicò la frangetta.

«Solo qualche sostanza disgustosa del Sottosopra che non se ne andava», scherzai con una bugia, perché era il suo sangue che non se n'era andato dalle mie ciocche.

Mangiammo e passammo insieme un'ora intera, in cui gli spiegai tutto quello che era successo nel frattempo, quando l'infermiera venne a dirmi che l'orario delle visite era concluso. «Sì, grazie», la ringraziai mentre richiudeva la porta. Scivolai sul bordo del materasso e poi mi misi in piedi, per raccogliere le mie cose. Una volta pronta, mi avvicinai a Eddie e gli lasciai un bacio sulla fronte. «Riposati, ci vediamo domani dopo scuola. Ti amo.»

«Ti amo, Ness», ricambiò stringendo la mia mano nella sua.

Dopo un ultimo sorriso, mi diressi verso la porta, ma mi bloccai con un piede nel corridoio e uno nella sua camera d'ospedale. «Eddie?»

«Sì, piccola?»

«.» Sorrise. Sorrisi. Con gli occhi che brillavano della sua luce, attraversai il corridoio, diretta all'esterno. Infondo, della vita mi importava. Soprattutto della sua.

FINE




***
Eccoci qui, questo è l'ultimo capitolo di Red Lips.
Sarò onesta e vi dirò che scrivere il loro finale mi rende estremamente felice e triste al tempo stesso. Sono devastata all'idea di lasciarli andare, perché Eddie e Ness hanno il mio cuore e, spero, anche un posticino nel vostro. Ma meritavano un finale, soprattutto uno felice, tutti e due, per motivi diversi.

So che avrei potuto concludere con il funerale di Eddie o un evento altrettanto giusto, ma qualcosa dentro di me mi ha fatto capire che avrei dovuto donare un po' di stelle a tutti e due, ed è quello che ho fatto.

Eddie e Ness hanno affrontato tante cose durante questa storia, e sono fierissima di loro. Ma anche di voi, che sconfiggete i vostri demoni tutti i giorni, che l'abbiate già fatto, che lo stiate facendo o che lo farete.

Vi ringrazio per aver dato una possibilità a questa storia e a me. Il vostro appoggio, tutti i vostri commenti, stelline o anche solo visualizzazioni, mi hanno resa felice in momenti davvero pessimi. Grazie davvero.

Sapere che questo è il nostro ultimo "che ne pensate? fatemi sapere le vostre opinioni, sapete che le adoro" per questa storia mi spezza il cuore, ma, ovviamente: che ne pensate?
Fatemi sapere le vostre opinioni, sapete che le adoro! 🤎

Grazie.
Vi voglio bene.
Con amore,
Chiara 
– e Eddie e Ness.


𝑹𝒆𝒅 𝐋𝐈𝐏𝐒 » 𝐄𝐝𝐝𝐢𝐞 𝐌𝐮𝐧𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora