Le origini

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Tutto ebbe inizio dieci anni fa, quando Robin aveva solo tredici anni. Lui e la sua famiglia vivevano in una zona delle numerose periferie di Londra. La sua famiglia faceva parte del ceppo sociale della classe media, dove non si era ne ricchi ne poveri. I suoi genitori lavoravano insieme gestendo un umile bar, frequentato principalmente da vecchietti in pensione con la mania di ammazzare il tempo rimastogli a giocare a carte.
Robin era sempre stato un bambino pieno di energia e vitalità e spesso queste sue qualità venivano scambiate per maleducazione vera e propria, ma in realtà non era così. I suoi capelli erano di un color castano scuro tagliati corti posizionati sbarazzini dritti sulla testa con il gel, i suoi occhi verdi bosco tagliati e il suo sorriso furbo gli conferivano l'aria da mascalzone, ma la verità è che passava la maggior parte del tempo dopo la scuola ad aiutate i suoi genitori nel locale.
Anche se di personalità frizzante, Robin cercava sempre di mantenere un comportamento adeguato in presenza di persone più grandi lui, almeno finché non raggiunse l'adolescenza. Già perché appena Robin compì tredici anni, la sua metaformosi interiore ebbe inizio, la sua ribellione contro gli adulti fermento' fino ad esplodere.
Cominciò a piccoli ma inesorabili passi che lo portarono a diventare ciò che comunente chiamano un Bay boy, un cattivo ragazzo. Iniziò tutto con una semplice ma falsa assenza da scuola, fino a giungere al punto di non andarci nemmeno più. Le sue vecchie amicizie le accantono' tutte, come se semplicemente fossero carta straccia da buttare nel bidone dei rifiuti. Tutte tranne due, l'amicizia che aveva con John che era indissolubile nel tempo e quella con la piccante e seducente Marian il cui carattere assomigliava più a quello scontroso e giocoso di un maschio che a quello aggraziato e sensibile di una femmina. Tuttavia dopo il cambiamento di Robin il sentimento di amicizia con Marian mutò, trasformandosi in qualcosa di volluttuoso ed erotico.
Robin cominciò a frequentare persone diverse e decisamente troppo grandi per lui, che lo inducevano a compiere atti di vandalismo e bullismo contro i suoi coetanei.
Il suo bell'aspetto lo portò presto a conoscere il piacere che i corpi femminili gli potevano donare e a cominciare a pavoneggiarsi in giro delle sue continue avventure.
Passò così un anno intero, finché alla sua bocciatura a scuola, i genitori di Robin allarmati dal cambiamento del figlio, decisero di intervenire bruscamente.
A differenza di quello che si aspettava Robin però, i suoi genitori non lo ritirarono da scuola anzi, lo iscrissero ad una scuola estiva, dove ogni mattina veniva accompagnato fino dentro alla struttura, in modo da evitare una sua possibile fuga. Ma quello non fu che l'inizio. Robin venne costretto a frequentare, anche con una certa assiduità, uno psicologo specializzato in problemi adolescenziali, cosa che fece sprofondare Robin nella vergogna Più totale. Alla fine di quelle interminabili sedute terapeutiche, lo psicologo suggerì ai genitori di Robin di spronare il proprio figlio a praticare qualche sport, in modo da poter incanalare e sfogare lì la sua infinita rabbia.
Robin rifiutò qualsiasi sport gli venne proposto, dal calcio al nuoto alla pallacanestro, a lui semplicemente non gli e ne fregava niente, finché un giorno uno stupido dépliant appoggiato malamente su un'angolo della segreteria della scuola estiva che Robin era costretto a frequentare, catturò il suo interesse. Lo prese con spvalderia, stropicciandolo e infilandolo nella tasca dei jeans neri aderenti che indossava quel giorno. Appena montò sulla macchina della madre appena finite le ore di scuola, Robin estrasse il dépliant e lo passò alla madre, che appena comprese le parole scritte aggrotto' le sopracciglia preoccupata. Il dépliant pubblicizzava l'inizio di un corso estivo per ragazzi difficili basato sulla disciplina di diversi tipi di sport di gruppo e solitari.
La madre di Robin non disse nulla in quel momento e robin fece lo stesso, tra loro non era necessario parlare, entrambi sapevano quello che nella loro testa si stava formando.
Tre giorni dopo robin era pronto per partire, con un semplice zaino in spalla contenente lo stretto necessasario si recò sull'auto del padre senza nemmeno degnarsi di salutare colei che l'aveva messo al mondo. Il viaggio fu già di persè lungo, ma la cosa che lo allungò piu' del dovuto fu il silenzio tombale che aleggiava nell'abitacolo della vettura. Nelle sere precendenti i genitori di robin tentarono invano di fargli cambiare idea. Loro reputavano quel campo estivo esagerato, va bene che negli ultimi tempi era cambiato, ma pensare addirittura di rinchiuderlo per tre settimane in un campo per ragazzi difficili per loro era esagerato, ma Robin fu irremovinile a riguardo. Quel volantino lo aveva attirato fin dal principio, ma in particolar modo la cosa che lo attirò di piu' fu la lista degli sport che si praticavano, il tiro con l'arco.
Non conosceva il motivo di tanto interesse per quella disciplina, ma era come se una calamita lo attirasse verso quello sport senza riuscire a controllarsi.
All'epoca Robin non sapeva che quello sport avrebbe segnato per sempre il suo futuro.
In quelle tre settimane Robin non parlò con nessuno dei ragazzi presenti nel campo, anzi se possibile si emarginò ancora di piu'. La sua unica compagnia fu l'arco che gli insegnanti avevavo dato a ciascuno dei ragazzi che frequentava quel corso.
Nel momento stesso in cui, le sue mani afferrarono l'arco per la prima volta, nacque qualcosa, un filo invisibile legava Robin a quello sport. Nel giro di tre giorni robin era gia in grado di centrare il bersaglio anche da molto lontano, grazie alla scoperta della sua dote. L'arco per lui era come parte della sua mano e un'allungamento del suo braccio, tutto gli riusciva così naturale quando lo stringeva saldamente tra la mano e con l'altra e tendeva la corda con decisione.
Il suono della freccia che tagliava l'aria per andare a colpire il bersaglio, alle sue orecchie era la migliore melodia mai udita in vita sua. Passava ore e ore ad allenarsi con l'arco, anche di notte, dove scoprì di eccellere ancora di piu' del solito. La notte diminuiva i suoi sensi, ma risvegliava un senso assopito in lui, l'istinto. Fu come liberare la tigre feroce dalla gabbia, rendondola finalmete libera di cacciare da sola e scegliere le prede che piu' deliziavano il suo palato.
Ma non fu quello a far cadere l'ultima goccia. Robin in quelle tre settimane non fu mai avvertito che il padre a casa non era mai ritornato. Lo scoprì al suo ritorno e per lui fu come se il muro portante di una casa crollasse inesorabilmente.
Robin trovò conforto solo nel tiro con l'arco, nonostante marian e jonh gli stessero piu' vicini che mai. Ma per lui non c'era conforto, non esisteva amico che riuscisse a tirarlo su di morale, solo il suo arco e le sue freccie erano in grado di farlo, suo padre era stato brutalmente ucciso da un bastardo ricco ubriaco che con il suo Hummer aveva buttato fuori strada la macchina di suo padre, finendo in una scarpata.
Robin andò avanti con la sua vita, ma non dimenticò mai il nome di quel riccone che non aveva pagato per quello che aveva fatto solo perchè era pieno di grana e aveva largamente corrotto metà della polizia di londra per insabbiare la faccenda. Quel nome rieccheggiava nella mente come un'eco, leggera ma sempre persente. Giovanni.....
Negli anni successivi alla morte del padre, robin peggiorò notevolmete. Amicizie sbagliate, bullismo, vandalismo e piccoli furti per lui diventarono un'abitudine. Sua madre non poteva aiutarlo, dopo la morte del marito era entrata in depressione e l'alcool era diventato un vizio pericoloso. Vedeva il proprio figlio allontanarsi da lei, lo vedeva uscire di notte e rientrare al mattino senza spiccicare una parola. Il suo attegiamento era diventato ostile e scontroso, loro non erano piu' una famiglia.
Molte volte la madre di robin, al mattino, sentiva suonare il citofono della porta e con i sintomi della post-sbornia andava ad aprire. La scena era sempre la stessa, suo figlio ammanettato con le mani dietro la schiena accompagnato dal capo della polizia di londra, il signor Biss.
La madre di robin morì dopo qualche anno, per il dispiacere. Il suo cuore stancato già dall'alcool e dalle sigarette che nel frattempo fumava cedette, lasciando solo Robin all'età di diciotto anni.
E da allora Robin divvenne quel che ora è, il criminale e spietato assassino senza volto che l'intera inghilterra cerca, ma che nessuno riesce a prendere.

ROBIN HOOD dark versionWhere stories live. Discover now