capitolo 1

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I primi raggi del sole cominciavano a far capolino lungo la distante linea dell'orizzonte, mettendo fine così ad un'altra notte fatta di furti e saccheggiamenti da parte di Robin.
La notte appena trascorsa si rivelò molto proficua per il ladro di Londra, la sua sacca era piena di gioielli e contanti e una punta delle sue frecce era impregnata di sangue ancora fresco. Aveva mietuto la sua innesima vittima, uno sciocco aristocratico e narcisista pieno di soldi, aggiungendo così, un'altro nome alla sua lista di motivi per cui avrebbe conquistato il biglietto di sola andata verso l'inferno una volta morto.
La tecnica era sempre la stessa, lineare, perfetta, meticolosa e senza nessun margine di errore. Tutto si riduceva ad entrare furtivamente nella casa della vittima prescelta entrando da una finestra, dopo essersi arrampicato con grazia sul tetto e aver fatto saltare l'antifurto, e per questo doveva ringraziare Jonh, lui era un vero genio quando si trattava di manomettere aggeggi tecnologici.
Una volta entrato, Robin si muoveva agile e silenzioso, non un solo filo d'aria si spostava al suo passaggio, dirigendosi dove di solito i ricchi nascondevano il loro amato denaro. Se l'ignara vittima continuava a dormire il tutto finiva senza nessun spargimento di sangue, ma se al contrario la vittima per qualche assurdo motivo si svegliava e si accorgeva che un ladro si era intrufolato a casa sua, esisteva solo un'unica soluzione, uccidere a sangue freddo. Ed è proprio quello che era successo quella notte.
La vittima un certo signor Weberty aveva commesso un unico errore quella notte, quello di svegliarsi per andare al bagno, segnando così la sua morte.
L'abilità di Robin nell'usare l'arco e frecce era stupefacente, gli bastava una sola freccia per centrare il cuore pulsante di un uomo che sia stato a distanza ravvicinata o in lontananza, non faceva differenza, la freccia puntualmente colpiva alla perfezione il bersaglio senza lasciargli alcuna possibilità di sopravvivenza.
Ad ogni omicidio però, Robin stava molto attento a non lasciare tracce del suo passaggio. La sua meticolosità nel ripulire la scena del crimine raggiungeva livelli impossibili, tanto che, la scentifica una volta giunta sul luogo del delitto, non riusciva nemmeno a immaginare la dinamica con cui si era svolto l'omicidio.
Robin si prendeva anche la briga di riprendere la freccia che aveva usato per uccidere, gli agenti di Scotland Yard sapevano che l'arma del delitto era un freccia, per via della forma inequivocabile della ferita sul corpo,ma non avendola mai vista non sapevano il modello e di consenguenza per loro era impossibile da rintracciare.
Delitti perfetti, ecco cosa commetteva Robin, tuttavia doveva stare molto attento ai suoi movimenti, non tutti gli agenti di Scotland Yard erano dei perfetti idioti, sopratutto uno, il temerario e intelligente agente 'bracalone' come lo chiamava Robin.
Quell'agente era una vera e propria palla al piede, lo conosceva da molti anni ormai, era lui che scortava a casa Robin quando da ragazzo combinava qualche piccolo reato minore, ed era sempre lui che lo aveva rinchiuso in cella per due giorni e due notti per il semplice fatto di aver tentato di indagare da solo sull'identità del pirata della strada che aveva travolto suo padre con l'Hummer.
Ma non era tutto, Robin con il tempo venne a sapere che lo stesso agente era colui che insieme a una stretta cerchia di poliziotti corrotti, aveva insabbiato il caso di omicidio di suo padre, lasciando libero il responsabile in cambio di una cospicua somma di denaro. Tutte quelle informazioni non fecero altro che crescere in modo disumano, l'odio che Robin provava nei confronti della giustizia e per quel tizio, Giovanni il cui cognome tutt'ora gli era sconosciuto.
Quando Robin arrivò a casa, il sole stava già sorgendo ad est illuminando i tetti delle prime case. Non aveva bisogno di un orologio per capire che ore fossero, gli bastava guardare la posizione del sole per capirlo e quella mattina aveva fatto davvero troppo tardi, fra meno di mezz'ora Jonh sarebbe arrivato a casa sua per aprire il bar che aveva ereditato dai suoi genitori. Si, perchè jonh, non era solo il complice di Robin negli affari illegali, ma era anche socio del bar.
Entrò in casa passando dal retro, come del resto faceva sempre, ma non salì le scale che lo portavano al piano di sopra, dove aveva il suo appartamento ufficiale, si recò direttamente dentro il bar ancora chiuso e oscurato dalla sarracinesca, era lì che era nascosto il passaggio per il suo personale caveau.
Entrò nella dispensa, riccamente guarnita di vini pregiati e alcolici di ogni tipo e genere per poi recarsi sul fondo accanto a uno scaffale in legno scuro molto pesante. Si abbassò fino a raggiungere l'ultima mensola che rasentava le mattonelle e tirò verso di se una bottiglia di wisky. Immediatamente uno schiocco sonoro avvertì Robin dell'apertura della porta nascosta e ne varcò la soglia. Scese le scale due a due nel buio piu' totale, non c'era bisogno di luce, le strada la faceva ogni mattina e conosceva ogni singola crepa di ogni singolo gradino a memoria. Arrivato sul fondo davanti a lui si stendeva un lungo corridoio che conduceva ad un unica porta blindata pregiata.
Robin si slacciò il giacchetto di pelle nera, frugando nella tasca interna per prendere le chiavi della porta.
Una volta entrato Robin emise un gran sospiro, quella era la sua vera casa, niente a che vedere con modesto appartamento del primo piano che aveva condiviso per anni con i suoi genitori. Di fronte a se si estendeva in tutta la sua lussuosità un salotto degno di ospitare la regina in persona. Pregiati tappeti persiani ricoprivano un pavimento costituito da mattonelle nere striate di bianco tirate a lucido di una manifattura artigianale di altà qualita. Il televisore appeso alla parete era uno dei piu' tecnologici mai esistiti in commercio e in bella vista accanto al televisore era appesa una delle opere piu' famose al mondo, la gioconda.
Quel quadro non era nient'altro che un piccolo suvenir che Robin si era procurato al ritorno di una piccola vacanza romantica avvenuta qualche anno prima. Il quadro stonava completamente con l'arredamento ultra moderno della casa, ma Robin lo voleva esattamente lì, in bella mostra, tanto per ricordarsi di ciò che lui sapeva fare, crogiolandosi nel suo grande ego.
Robin schioccò le dita e come per magia, le luci di tutta la casa si accesero all'unisolo, facendo sparire l'oscurità. Robin non perse tempo e con passi svelti andò a deporre il suo prezioso arco con le frecce nell'armadio adibito apposta per quello scopo e si spogliò dei suoi vestiti. Altrettanto velocemente si recò nel suo bagno interamente fatto a mosaico di un colore che passava dall'oro al bronzo con qualche pezzetto d'argento. Nel bagno, se così si poteva chiamare, vista la sua generosa grandezza, era dotato di una splendida jacuzzi rotonda dotata ovviamente di idromassaggio che però Robin dovette scartare subito se non voleva perdersi un pò del suo svago preferito...
Optò quindi per la doccia di forma rettangolare con vetri in cristallo e si infilò sotto il getto dell'acqua che come programmato teneva la temperatura sempre costante.
Non appena l'acqua lo investì, Robin non potè trattenere un mugolio di piacere, la notte era stata lunga e non cera niente di meglio di una doccia calda per rilassare i muscoli affaticati. Uscì dalla doccia senza preoccuparsi di sgocciolare acqua da tutte le parti e si coprì con un misero asciugamano bordeaux che a mala pena gli si allacciava intorno alla vita.
Si piazzò davanti allo specchio e dopo una sistemata veloce ai suoi meravigliosi capelli bruni lasciò la stanza da bagno, tornando nel salotto, dove con molta cura si versò in un bicchiere a calice un po' di quel vino rosso che lui amava tanto. Il costo di quella bottiglia si aggirava intorno alla settecento sterline. Dopo un paio di sorsi, Robin si liberò dell'asciugamano e completamente nudo uscì dal suo prezioso caveau richiundendolo con estrema cura.
Robin percorse la strada al contrario, giungendo al suo vecchio appartamento, dove con ogni probablità ad attenderlo c'era il suo svago preferito. Non dovette preoccuparsi di aprire la porta con la chiave, non era necessario dato che quella porta era sempre aperta, non perchè Robin fosse uno sciocco che non aveva paura di qualche malintenzionato che per puro caso cercava di rubare qualcosa, ma per il semplice fatto che in quell'appartamento non c'era nulla che valesse la pena rubare. I mobili all'interno erano vecchi e logori, la tecnologia era quella dell'anteguerra e i muri bianchi ormai erano ingialliti dal tempo e dal fumo di sigarette.
Entrò tranquillamente e si sedette su un vecchio divano, pieno di tagli e di bruciature da cui sbucavano vecchi fiocchi di gommapiuma, e continuò a sorseggiare il suo vino in tutta la sua nudità.
Ad un certo punto una voce sommessa, proveninte da una delle camere adiacenti, chiamò Robin - Robin sei tu?- domandò cauta la voce
Robin sogghignò vittorioso, il suo svago era presente all'appello - si tesoro sono io- rispose lui
Dei movimenti sommessi si udirono provenire sempre dalla stessa stanza e dalla soglia della porta comparve una seducente ragazza - Ben tornato Robin, dove sei stato tutta la notte?-
Robin storse la bocca, non amava le donne ficcanaso, per lui dovevano solo dargli quel che voleva e poi dovevano scomparire nel nulla - sono affari che non ti riguardano dolcezza- rispose seccato
La ragazza che in quel momento indossava solamente una vestaglia trasparente di un color verde smeraldo si avvicinò - Robin non trattarmi così, ero solo in pensiero per te, ormai è una settimana che vivo qui con te e tutte le notti tu scompari per andare in non so quale posto- ammise la ragazza mettendo il broncio
Robin la guardò negli occhi, doveva ammettere che questa volta la ragazza che aveva braccato era un vero schianto, peccato che dopo questa mattina l'avrebbe imbarcata e spedita fuori casa, come del resto aveva sempre fatto anche con le altre.
Sorrise falsamente, in quel momento voleva una cosa sola e le parole non erano comprese nei suoi desideri - vieni qui- le disse dolcemente prendendola con entrambe le mani.
La ragazza ubbidì immediatamente, e senza esitazione si sedette a cavallo di Robin.
- prometti che non scapperai piu' nel cuore delle notte?- domandò la ragazza mugolando
- promesso dolcezza, ora però che ne dici di recuperare il tempo perso?- rispose Robin posando il bicchiere sul tavolino da fumo e cominciando a toccare voglioso le curve sinuose di lei.
La ragazza si inarcò con la schiena aderendo al corpo gloriosamente nudo di Robin e ansimando per la sensazione che solo il corpo di lui riusciva a donarle.
Le mani vagavano incessantemente, toccando, accarezzando, esplorando ogni centimetro di pelle nuda, riscaldando l'ambiente.
Nel momento piu' bello però, la porta d'entrata venne spalancata e sulla soglia comparve una sagoma familiare, che fin troppe volte Robin aveva visto..

ROBIN HOOD dark versionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora