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«Ciao mamma» sorrido nel vedere la sua figura apparire sullo schermo del mio telefono.

È da tanto che non la sentivo, purtroppo è quasi sempre a lavoro, quindi con le chiamate è difficile organizzarci.

Però non mancano i suoi messaggi in cui mi augura la buonanotte, il buongiorno e quelli in cui mi incoraggia sempre di mettere me stessa in quello che faccio.

L'altro mio genitore, perché non si merita di essere chiamato "papà" da parte mia, non lo sento ormai da anni: da quando ha divorziato con mia madre.

Anche negli anni precedenti, prima della separazione, non è mai stato presente.

Cercava di riempire il vuoto che creava con oggetti materiali, non rendendosi conto che ciò di cui avevo bisogno era un po' di affetto.

Posso dire che mi manca proprio la figura paterna.

Mia madre ha cercato di prendere anche le sue redini, ma il vuoto rimarrà sempre, nessuno e niente potrà riempirlo ed è ciò che fa più male: sapere di non poter scampare al passato e a tutto ciò che si porta dietro.

«Come va amore? Te la stai passando bene lì? Come sono i compagni?» domanda.

«Va tutto bene, sto pian piano riconoscendo che sono veramente fortunata a poter studiare qui. I compagni sono tutti dei bravi ragazzi, mi sostengono sempre, ovviamente litighiamo qualche volta, ma niente di ché': è normale!» le spiego sorridendo nel sentire le mie parole.

«E con quel ragazzo di cui mi parlasti l'altra volta? Avete chiarito?»

Mi faccio scappare un sorrisino timido ed imbarazzato.

«Mi sto legando tantissimo a lui, è un bravissimo ragazzo, proprio come piace a te!»

«Sono tanto contenta amore»

«Questa volta credo di averci azzeccato, è quello giusto per me. Te lo assicuro!»

«Non devi assicurarlo a me, ma a te stessa. Non avere fretta, ma non andarci sempre con i piedi di piombo: lasciati andare. Il tempo sarà il tuo miglior alleato»

Purtroppo i minuti stanno per terminare, così decido di salutarla e staccare la chiamata.

Rispondo a qualche messaggio per poi spegnerlo e posarlo nella scatola apposita.

Nel rientrare in casetta intravedo Samu seduto sul suo letto con il computer appoggiato sulle gambe.

«Ei, ti disturbo?» chiedo entrando nella sua stanza.

«Si, non vedi che sto lavorando?» risponde in modo brusco del tutto sconosciuto per com'è sempre stato lui, quasi non mi sembra di riconoscerlo.

«Oh scusa» scombussolata dal suo atteggiamento non proferisco altra parola, per paura che possa attaccarmi di nuovo, giro i tacchi e mi dirigo da un'altra parte.

Non capisco cosa gli sia preso, non l'ho mai visto, e spero di non doverlo vedere più così.

Arrivo in camera e tolgo la felpa che avevo indossato per uscire fuori il giardino e appoggio le cuffie sul comodino.

«Scusami, non volevo reagire così, ero preso dalle coreografie. Non è colpa tua...» sento le sue braccia muscolose avvolgere la mia figura.

Spiaccica la mia schiena sul suo petto ed appoggia le labbra sul mio collo.

Lascia qualche segno qua e là, marcando il territorio.

«Non ti preoccupare, ti va di parlarmene?»

Mi giro nella sua direzione legando le mie braccia al suo collo, stuzzicandolo annodando i suoi capelli alle mie dita.

«Niente di importante, non mi escono alcuni passi nella coreografia per la puntata, ma ci lavorerò sopra, come sempre. Adesso dammi un bacio però sennò impazzisco»

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Ei ei<3
Come va?
Fatemi sapere se preferite che pubblichi ogni giorno oppure un giorno sì e uno/due no!
xoxo♡

𝐌𝐈 𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐈||𝙎𝙖𝙢𝙪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora