capitolo 38

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Le luci dell'alba che filtravano da fuori mettevano in risalto il suo viso delicato.

Le lunghe ciglia chiare che nascondevano quelle pozze cremisi, le sottili e rosee labbra leggermente dischiuse, la folta chioma bionda lasciata libera di ricadere sul cuscino, la sua espressione serena mentre dormiva.

Secondo Touya non esistevano parole per descriverla che mai avrebbe ammesso ad anima viva.

Voleva sentirla accanto a lui per sempre, perché lei era l'unica in grado di colmare quel vuoto che lo perseguitava da anni, era metà della sua anima bruciata.

Restò ad ammirarla per attimi interminabili, spostando con una delicatezza che non gli apparteneva un ciuffo che le ricadeva sul viso, finché non decise di abbandonare il posto accanto a lei. Facendo attenzione a non svegliarla dal suo sonno, le scivolò accanto da sotto le coperte alzandosi.

Akemi avvertì lo spazio accanto a sé vuoto, privandola di un piacevole calore ed aprì pian piano i suoi occhi cremisi. Si issò sui gomiti, portando due dita a stropicciarsi le palpebre ancora pesanti, prima di far vagare lo sguardo assonnato alla sua ricerca. Lo trovò in piedi, intento a cambiarsi quanto più silenzioso possibile.

<D-dove vai...?> Chiese con voce assonnata e portandosi seduta. La pelliccia che copriva il suo corpo candido e nudo scivolò in basso, scoprendole metà del busto. Con il riflesso del sole ad illuminarla e vista da quella angolazione fu ancora più bella ai suoi occhi.

<Ho delle cose da fare. Riposa ancora un po', tornerò prima di mezzogiorno. >  poggiò un ginocchio sul letto su cui si trovava semi sdraiata, gattonando quel poco che gli bastava per imprigionarla tra le sue braccia poste accanto ai suoi fianchi. I suoi occhi turchesi caddero sulle sue labbra, prima di catturarle in un semplice bacio.

I suoi capelli chiari, sottili e soffici come non dimostrava la sua capigliatura spigolosa, le sfioravano il viso e i suoi occhi la fissarono con insistenza. Il calore che emanava normalmente l'albino riusciva a inebriare i suoi sensi, così come il suo odore simile agli alberi di limoni, frizzante ma al contempo dolce.

Akemi perse del tutto il sonno avvertendo quelle parole e lo trattenne per un braccio prima che potesse finire di vestirsi. Gli rivolse uno sguardo serio, carico di determinazione, e risoluta parlò con tono fermo. <Voglio venire con te. >

<Assolutamente no. Devo entrare in città, che è già un rischio di per sé, ed è pericoloso. >

<Non mi importa, una ragione in più per venire con te. > affermò, facendolo accigliare. <Ho detto di no Akemi. >

Si voltò, ma Akemi lo afferrò dai polsi trascinandolo sotto di sé e salì a cavalcioni sul suo bacino, bloccandogli ogni via di fuga. Lo guardò dall'alto, con un procinto di incazzatura in viso e portò una mano a stringergli il mento in una presa salda, costringendo i suoi occhi turchesi a perdersi nei suoi cremisi.

<Se vuoi uscire da questa stanza, lo farai solo con me al tuo fianco. Intesi? >

Il suo tono, ridotto in un sussurro tremendamente glaciale ed imperativo provocarono un leggero aumento di battiti al cuore di Touya che, stregato dal suo sguardo sul piede di guerra, ridacchiò colpito. Le sue mani si poggiarono di scatto sulle sue cosce, tenendola salda sul suo inguine, dove avvertì qualcosa premerle contro le natiche e la fece irrigidire. Inutile dire quanto arrossì in pochi instanti. Dalle sue cosce, la sua presa salì fino ai polsi, trascinandola giù contro il suo petto e le cinse la vita saldamente.

Akemi poggiò le mani sul suo petto, nudo, pur di non gravargli addosso e mantenere un po' di distanza dal suo viso ghignante. Le sue labbra si scontrarono rapide contro le altre, in un bacio che di casto non aveva nulla e ci mise un po' a sciogliersi nella sua presa. Il suo tocco, il suo odore ed il calore che la circondava riusciva a tranquillizzarla e si lasciò andare a quelle labbra sia morbide che ruvide.

𝑨𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝑳𝒐𝒗𝒆 {Bakudeku}Where stories live. Discover now