capitolo 61

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<Kacchan...? >

Sentendosi chiamare si voltò, fermando i suoi passi e gli ricolse uno sguardo curioso, invitandolo a continuare e lo vide esitare. <Sei arrabbiato con me...? >

<Dovrei? >

<Per la storia di Akemi, intendo... > mormorò titubante e non reggendo i suoi occhi indagatori che volevano come scavargli dentro, prese a torturarsi le dita. Al contrario della sfuriata che si immaginava, alle sue orecchie giunse solo il suono della sua risatina bassa insieme ai passi pesanti che lo raggiungevano. Si ritrovò la sua mano tra i capelli, scompigliando i già ribelli riccioli scuri prima che catturasse le sue labbra in un bacio casto. <No, stupido di un Deku, non sono arrabbiato con te. >

<Ma una piccola punizione la meriti lo stesso per avermi fatto spaventare. E stai certo che anche quella scema me la pagherà cara. > se prima aveva tirato un sospiro di sollievo, ora si ritrovava intimorito dal ghigno non molto rassicurante di suo marito e squittì quando, senza preavviso, Katsuki se lo caricò in spalla con una sonora pacca sul culo. <E-ehi...!>

<Preparati a non camminare per un po' Deku, perchè difficilmente lascerai camera nostra.> lo asserì ridacchiando furbo, non vedendo il minore assumere un colorito rossastro mentre farneticava balbettando su quanto fosse un'idiota. Ricevette un'altra pacca sul culo, portandolo a squittire. <Mi ricordi un coniglietto sai? Un adorabile e dolce coniglietto tutto mio.>

<K-Kacchan!>

°-°-°~~~°-°-°

Akemi si ritrovò a dover consumare il pasto della sera avvolta nella totale confusione. Non comprendeva bene il perchè, ma sentiva in qualche modo Keigo distante e non lo diceva solo perchè stava seduto all'angolo opposto di Touya e, di conseguenza, anche al suo. C'era come un divario aperto tra loro e con gli occhi chiese aiuto al ricciolino, seduto davanti a lei. Seduto era un eufemismo per quanto si muoveva sul posto peggio di un anguilla e intuì a cosa fosse dovuto notando l'evidente rossore in volto ed il sorrisetto soddisfatto del fratello. 

Si decise che avrebbe indagato in seguito quando sarebbero rimasti soli, non mandando giù gli atteggiamenti schivi del biondino. Quel giorno non lo aveva affatto sentito fiatare, nemmeno un piccolo sorrisetto scaltro o altro. E l'albino si era avvolto anche lui in un quasi totale mutismo, dandole non pochi sospetti che centrasse qualcosa. Ma i suoi piani di capirci qualcosa sfumarono quando vide che Keigo non era intenzionato a raggiungerli per la notte, preferendo dormire nella sua vecchia camera.

Ora ne aveva la certezza che qualcosa non andava. Specialmente se il biondino voleva passare la notte da solo anche se fuori incombeva un temporale.

Doveva prendere in mano la situazione e capirci qualcosa, assolutamente, e lo fece placcando l'albino mentre usciva dal bagno. Gli sbarrò la strada, fissandolo dal basso imbronciata e con le braccia strette al petto. Sembrava una leonessa pronta a difendere i propri cuccioli. 

<Cos'è successo con Keigo?> più che una domanda, il suo tono esprimeva un ordine nel volerlo sapere potandolo a sospirare. <Potrei averlo, come dire, offeso con la mia acidità.> la sua risposta le fece inarcare un sopracciglio guardandolo accigliata e Touya fu costretto a confessare come in preda alla rabbia si fosse rivolto male persino a Keigo, portandolo a chiudersi a riccio ed isolarsi. Inutile dire che ricevette una sberla sul petto massiccio ed uno sguardo truce, mentre gli ordinava di andare a fare pace con lui.

<Ci ho provato, ma l'Uccellino mi evita come la peste.> disse facendo spallucce. 
<Touya, sei un deficiente. Vedi di farti perdonare da lui subito o giuro che ti ritrovi a dormire da solo stanotte.>
<E come? Dimmelo tu perchè non so più che pesci pigliare.> l'idea di dormire senza l'uccellino non gli andava a genio, ma farlo senza nemmeno la sua freddolina era fuori discussione.

𝑨𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝑳𝒐𝒗𝒆 {Bakudeku}Where stories live. Discover now